Ancor oggi le sue scelte grafiche e intuizioni moderne vengono seguite spesso pedissequamente e quasi sempre senza accorgersene pressoché dalla totalità dei cosiddetti “creativi” ma anche dai professionisti della comunicazione in senso lato.
Oltre a Wikipedia e il sito ufficiale a cura della famiglia (in francese e inglese), si trovano profili biografici sulla Encyclopedia of Irish & World Art, sul portale dell’Arte Liberty in Italia, in gallerie d’arte, alcuni blog appassiona(n)ti (come speriamo il nostro) e perfino presentazioni in Power Point.
Non manca addirittura uno studio sul suo albero genealogico e un’analisi semiotica dei suoi manifesti realizzati per la Cinzano, anche se la goduria per gli occhi sono sempre i suoi manifesti rintracciabili in molti siti e sempre ammirevoli per gusto e impostazione.
Per chi non resiste (giustamente) al fascino di saperne di più, rimane imperdibile il catalogo di una mostra newyorchese del 2004... che pur non avendo in pratica bisogno di un’edizione italiana non sarebbe male vedere nelle librerie del Bel Paese: la speranza è l’ultima a morire, dice la saggezza popolare.
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