mercoledì 28 dicembre 2011

Beatrice Penco Sechi (1987)

Giovane illustratrice, colorista e fumettista di talento, che dimostra una volta di più come il grande amore per i propri sogni possa far miracoli, in realtà degne ricompense al proprio lavoro. Come si conviene a un’autrice della sua generazione, è attiva sul web con un blog trilingue, un sito ufficiale (con un bel portfolio), uno spazio su Facebook e uno su Twitter.
 
Il suo stile smagliante appare evidente già dalla prima pubblicazione (la cui copertina svetta qui accanto), l'esordio di Lady Doll edito nel 2010 nella collezione BlackBerry della prestigiosa casa editrice francese Soleil, di cui è disegnatrice e colorista su testi di Daniele Vessella, “storia che ricalca molto il romanzo ottocentesco intimista al femminile, con un tocco dickensiano”.

In realtà le sue opere risultano un affascinante melange (parola a noi molto cara, data l’adorazione che proviamo per il ciclo di Dune) di molteplici influenze, il classico “bel calderone con un miscuglio impossibile dentro”, in cui è impossibile non scorgere frammenti di Claire Wendling, come di Juanjo Guarnido (e il suo celebre Blacksad) e la (ex) coppia Barbucci & Canepa.

Il suo conterraneo smoky man l’ha intervistata sul suo blog, come il Knife Magazine dell’associazione Nero Cafè per cui ha realizzato una copertina natalizia (che però uscirà a gennaio), mentre il collega Bruno Olivieri l’ha fotografata quasi un anno fa alla Creperia cagliaritana Chez Victor per l’intelligente iniziativa “Crepes Dessines”.

Come lei stessa ha svelato sulla nascita della propria carriera artistica, “di sogni se ne fanno tanti, tendono ad arrivare velocemente, velocemente andarsene, poi magari ritornare, molto leggeri. Questo mio sogno però è ritornato con la leggerezza di un mattone”, quando ha visto David Lloyd firmare la riedizione di V for Vendetta a Cagliari nella fumetteria frequentata un giorno sì e l’altro pure. “Niente ha più realtà del sogno”, come cantava Vecchioni. E i viaggi con la fantasia continuano...

Tophost

mercoledì 7 dicembre 2011

Tullio Pericoli (1936)

Pittore e disegnatore, ma anche scenografo e costumista, nonché naturalmente illustratore e ritrattista d’eccezione (fin dal suo esordio per Il Messaggero nel 1957). Per festeggiare al meglio sant’Ambroeus, dedichiamo il post di oggi a un altro milanese d’adozione, con la triplice occasione dei suoi cinquant’anni in terra meneghina, di una splendida, commovente ed emozionante biografia (divorata ieri sera dato che si legge tutta d’un fiato scritta dalla sua corregionale Silvia Ballestra) e una manciata di mostre tuttora aperte, che tentano invano di circumnavigarne la grandezza.

Impossibile riassumere il curriculum di Pericoli in poche righe: ricordiamo la celebre striscia satirica “Tutti da Fulvia sabato sera” (apparsa sia su la Repubblica che sul Corriere della Sera...) in coppia affiatata con il pubblicitario Emanuele Pirella, esempi fulminanti come il sommo Jorge Luis Borges qui sopra ritratto nel 1987 (l'anno dopo Livio Garzanti chiede a Tullio di affrescare un salone della sua casa editrice) e in questo 150° anno dell’unità d’Italia perfino il cencio del Palio di Siena.

Per saperne (e vederne) di più si può consultare Wikipedia, un bel profilo, uno spazio della Regione Marche e quello allestito da Adelphi per un celebre libro.

Gli incontentabili (come noi) possono poi rifarsi gli occhi su Internet con raccolte di opere, più di un omaggio negli anfratti web... compresa l'intera cartella stampa della mostra all’Ara Pacis nel 2010 e un servizio su una tavola rotonda del 2008 per la mostra milanese su La Domenica del Corriere (dove Tullio si firma Piero Colì).

Non mancano filmati e interviste per approfondire un... ritratto il più possibile a tutto tondo. Anche se già i suoi sono inarrivabili: come ha scritto Marco Vallora nel 1985, “sono saggi penetrantissimi, analisi inesorabili ed esaurienti”.

martedì 6 dicembre 2011

Maddalena Sisto (1951-2000)

Giornalista, architetto, viaggiatrice, illustratrice, osservatrice appassionata del suo tempo (come ben sintetizza il suo sito ufficiale), “ha raccontato con i suoi disegni trent’anni di moda, design e costume e un mondo femminile che cambiava restando lo stesso” (come noto, siamo la patria del Gattopardo...).

Giunta in treno a Milano dalla natìa Alessandria appena ventenne per frequentare la facoltà di architettura, trova lavoro alla Condé Nast rispondendo a un’inserzione. Inizia a sintetizzare il proprio stile a una sfilata di Yves Saint Laurent negli anni Settanta e non smette più. Si occupa di moda, costume, design e tendenze per Vogue e le sue “signorine allungate”, ora snob ora depresse o allegre, da riviste eleganti come Glamour, Elle, The New Yorker (ma anche Panorama e il Sette allegato al Corriere della Sera del giovedì) arrivano alle maggiori gallerie del mondo. Disegna una collezione di teiere-scultura a forma di teste femminili, collabora con riviste tedesche, americane e spagnole, realizza campagne pubblicitarie in Germania (Scholz & Friends di Amburgo) e Italia (JWT, TBWA).

In Rete si trovano suoi profili tra blog e ricordi sempre appassionati, una recente iniziativa sulla passeggiata alessandrina a lei dedicata e perfino uno sfondo creato ad hoc per chi usa (come da qualche mese chi vi scrive) Windows 7.

“Dopo Brunetta, Mad è stata l’unica ad aver saputo sintetizzare le tante anime femminili”, ha spiegato l’amica Franca Sozzani in occasione della mostra milanese “Il mondo di Mad” da lei curata nel 2004 (se ce la fate, recuperate il catalogo Condé Nast, curato da Giancarlo Ascari in arte Elfo, coetaneo dell’autrice)

Tra i suoi libri-compendio, vi segnaliamo Il Bloc Notes di Mad (2000) uscito per la Hazard di Gianni Miriantini (con 69 vignette realizzate tra il 1999 e il 2000 per la rubrica “Controcanto” di Lina Sotis sul Sette) e Immagini e interpretazioni del mondo di Mad, catalogo Skira curato da Massimiliano Finazzer Flory con scritti di Gillo Dorfles per la mostra omonima del 2005.

“Io non riesco a inserire delle battute per ridere di moda”, ha scritto una volta, “mi piace invece disegnare personaggi che siano già intensamente espressivi in sé, da cogliere dopo un’attenta osservazione, un autentico interesse, un’occhiata stupita. E poi ridere che non è deridere, né additare né sghignazzare: io gioco, mi diverto facendomi mille autoritratti, perché sono sempre io quella che ritraggo oppure una che conosco molto bene”. La meravigliosa mostra milanese di un anno fa e un’altra alessandrina di qualche mese dopo sulle “Equilibriste, Donne a pezzi, Funambole e altro ancora…” confermano le parole di Lina Sotis: “Nei suoi schizzi possiamo ritrovare tutti i tic della società contemporanea. Era un folletto, e che anche volando via ha trovato il modo di rimanere fra noi”. E siamo convinti che lo resterà a lungo.

venerdì 25 novembre 2011

Fulvio Bianconi (1915-1996)

Grafico, caricaturista e designer, dalla spiccata predisposizione al disegno fin da bambino, nell’adolescenza lavora come apprendista decoratore nelle fornaci di Murano, con Giacomo Cappellin e Michele Pinto, girando poi tra il Veneto e l'Istria decorando chiese e facendo ritratti.

Nel 1933 incontra il collega Dino Villani, di fatto l’inventore della comunicazione integrata italiana, che lo presenta ad Arnoldo Mondadori, la Motta e altre importanti aziende milanesi. L’approccio definitivo (dopo essere scampato per miracolo al rastrellamento di via Rasella nel 1944) come grafico editoriale – qui accanto, la sua sovracoperta del romanzo più celebre che fece scoprire Gadda al grande pubblico nel 1957 – avviene con Aldo Garzanti, per il quale presta la sua opera senza interruzione fino al 1975 e nelle edizioni più importanti fino ai primi anni Novanta.

Poliedricamente sempre in cerca di nuove forme d’espressione artistica, sviluppa una passione per il vetro che lo rende noto nel
mondo per centinaia di esemplari unici, è un convinto assertore del diritto di massima libertà creativa dell'artista, punto di riferimento per grafici italiani e stranieri: lavora per l'immagine di FIAT, Marzotto, HMV, Pathe, Columbia, Pirelli, diventa amico intimo di Bruno Munari (che ha scritto: “Bianconi disegna continuamente. Intendo dire che disegna mentre mangia, mentre parla, mentre cammina per la strada, disegna in vaporetto, alle mostre, alle conferenza, dappertutto e in ogni momento”) e Cesare Zavattini.

In oltre 60 anni di attività, ha disegnato migliaia di copertine, illustrato libri, creato migliaia di esemplari unici in vetro e dipinto moltissimi quadri (usando matite, tempera, olio, xilografia, zincografia, inchiostro, carta, legno, pennarelli, fotografia...). Oltre al ricco sito ufficiale e alla breve voce di Wikipedia, sul web si trovano profili e alcune opere che anche con uno sguardo veloce rendono bene la sua poliedricità.

Giusto ieri, al bel convegno milanese del centro APICE sull’immenso John Alcorn il collega Maurizio Turazzi lo ha ricordato come “un vero artista rinascimentale, capace di disegnare qualunque cosa”. Difficile riassumere la sua personalità in meno parole.

venerdì 21 ottobre 2011

Beatrice Alemagna (1973)

Nata a Bologna, ha studiato progettazione grafica e comunicazione visiva all’ISIA di Urbino e già nel 1996 ha vinto il concorso “Figures futures” al Salon du Livre et de la Presse Jeunesse di Montreuil, seguìto da altri riconoscimenti prestigiosi (il Prix Attention Talent della Fnac nel 2000, il Prix Octogones nel 2002), fino al premio Andersen 2010.

Ha esposto negli anni a Milano e Roma, Parigi e Monaco, Tokyo e Lisbona, pubblicando una ventina di volumi e illustrando autori come Roald Dahl e Gianni Rodari, ma anche Guillaume Apollinaire, Raymond Queneau, Aldous Huxley, David Grossman, venendo segnalata da Le Monde, Elle, Vogue Italia e la Repubblica tra gli altri organi di stampa culturale. Da oltre un decennio il suo talento è al servizio di una struttura internazionale come il Centre Pompidou di Parigi.

Quello che stupisce ogni volta nelle sue opere (il suo primo libro italiano è solo del 2008, Che cos’è un bambino?) è quanto e come Beatrice sia in grado di far percepire anche ai lettori giovanissimi emozioni tutt’altro che facili da trasmettere: merito di una tecnica sopraffina e multiforme, di volta in volta adeguata alla bisogna.

Oltre al sito ufficiale e al profilo dei Topipittori, in Rete si trovano sue interviste in francese, oltre che in italiano (anche filmate), ma anche blog in inglese e approfondimenti su sue opere come Le pulcette in giardino.

Di recente è risultata tra la più apprezzata dai colleghi dopo gli inarrivabili Emanuele Luzzati e Bruno Munari, oltre a essere divenuta art director di una collana per un editore francese. Qualcuno l’ha definita l’ennesimo “cervello in fuga” italico, noi la consideriamo un imprescindibile motivo d’orgoglio per il Bel Paese. Questione di prospettiva. E di talento.

domenica 16 ottobre 2011

Paolo Samarelli (1949)

Nato e residente da sempre a Roma, si è messo in mostra giovanissimo nel quotidiano Paese Sera dal 1979 al 1983 (“Primo giorno di lavoro: Vieni qui verso le 5,30 che lavori all’edizione del pomeriggio. Poi si lavorava però anche per quella del mattino”), ma a molti è noto soprattutto per i suoi disegni che dai tempi pre-Internet ricostruiscono le azioni da gol sull’esempio del pioniere Carmelo Silva (1930-1996): ha lavorato con Paolo Valenti a 90° minuto, quando tra primo e secondo tempo mostrava ai telespettatori il gol più bello o significativo (“A volte con tempo di realizzazione 5 minuti per un cartello a colori... però, privilegio raro, vedevo tutte le partite in diretta”) e al Guerin Sportivo diretto da Italo Cucci tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta.

Sarebbe però ingiusto ricordare Paolo soltanto per quella che, nel (ex?) Bel Paese, è giocoforza la sua attività più nota... anche se si parla insistentemente di una mostra dedicata all'intera sua carriera (probabilmente entro l'anno: incrociamo le dita!). Sulla Rete si trovano ad esempio traccia delle sue illustrazioni per un bel libro del 2008 in favore del ramo italiano dell’associazione EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing, “desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari”), come del giallo a puntate proposto nel 2004 su la Repubblica, da cui abbiamo tratto l'immagine qui sopra.

In particolare, da diversi anni Samarelli è caposervizio grafici per il quotidiano romano dove, con stile raffinato e sapiente (perché invisibile) supporto del computer, racconta con l’infografica ormai indispensabile fatti di cronaca e argomenti d’attualità. Un lavoro tutt’altro che facile e a continuo rischio morboso (il plastico di Porta a porta insegna...), appassionatamente seguito dai suoi fan dello spazio Pazzo Per Repubblica, a cui lo stesso artista regala a volte delle gustosissime chicche.

Come ha scritto l’immenso Gianni Rodari, “Se io fossi un professore di geometria, credo che imposterei il mio insegnamento sulle ‘disegnate’ di Paolo Samarelli”. Come dargli torto?

sabato 15 ottobre 2011

Valeria Petrone (1965)

È nata a Cesena e ha studiato a Milano, dove vive tutt’ora, oltre a Londra (dove ha frequentato la St. Martin School of Art e ed è stata freelance per parecchi anni) e dal 1988 illustra libri per ragazzi, copertine, quotidiani e periodici in Italia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Francia, Giappone. Ha partecipato a numerose mostre collettive in Italia e all’estero. Da membro della Society of Illustrators di NewYork, i suoi lavori sono stati selezionati su un Annual della Society e dall’Original Art Show della Grande Mela, ma naturalmente è stata anche protagonista di un Annual della nostrana Associazione Illustratori.

Oltre al sito ufficiale, sul web si trovano diverse sue opere, un blog e altro ancora nello spazio sempre ben curato dall’agenzia tutta “al femminile” Morgan Gaynin Inc. Ma non mancano un portfolio e la segnalazione di una recente mostra aretina.

La sua tecnica si basa soprattutto su acrilici e pittura digitale, anche se non rinuncia a incursioni nella scultura (5 anni fa ha anche firmato un accattivante bloc notes per la milanese Moleskine). I suoi soggetti (uomini, donne e animali... ammesso che a volte ci sia così tanta differenza) si caratterizzano per la morbidezza che ne definisce i profili e per i colori mai banali, spesso accompagnati da tratti sottili.

L’immagine spiritosa – anche se, ahinoi, verissima – che presentiamo qui sopra è uscita su Io donna in edicola per una settimana con il Corriere della Sera da oggi, insieme ad altre bellissime immagini a corredo di un bel servizio sulle “proposte indecenti” ricevute da personaggi di una qualche notorietà. Ma il bello delle illustrazioni di Valeria è che ciascuno vi si può riconoscere e, soprattutto, apprezzare.

lunedì 30 maggio 2011

Paolo Rui (1962)

Brillante illustratore, anche per la sua accattivante difficoltà di classificarlo e “incasellarlo” in un genere ben preciso, ha sempre spaziato tra pubblicità ed editoria, oltre che tra un Paese e l’altro del pianeta (da Milano a Pasadena, a Taiwan...).

A molti è noto anche per la sua presidenza (dal 2001 al 2005) dell’Associazione Illustratori italiana, proprio di recente pronta a rifondarsi insieme ai colleghi
fumettisti (che spesso... sono le stesse persone!), come anticipato al Napoli Comicon giusto un mese fa.

Oltre al suo bellissimo sito ufficiale e al suo divertente blog, è in gran parte disponibile il suo curriculum su Linkedin.

Vengono poi il profilo dell’associazione (con tanto di gallery), nonché la pur minima Wikipedia e una presentazione di Officina Creativa, responsabile anche di una sua lunga intervista che parte da qui, prosegue qui e si conclude qui.

Ci piace riprendere proprio oggi con lui questo blog (dopo un mese di assenza per un trasloco ben poco “virtuale”...) con una sua profetica immagine del 2010 su una “Milano salvata da la improvisa et funesta glaciatione de primavera”... anche se non parla del nuovo sindaco Giuliano Pisapia!

Da qualche giorno sono anche visibili in italiano e in inglese le animazioni dei suoi quadri della “Storia di Milano come la cittadinanza pose” (con regia e montaggio di Antonio Cova e musiche di Antonello Brogna), oltre a diverse opere ora esposte presso la bella Torre dell'Acquedotto di Cusano Milanino e all’ormai imminente mostra sul Naviglio Grande, di fronte al suo studio, in occasione della Festa dei Navigli milanesi.

I suoi sogni? Fare cartoni animati (è già visibile un suo minuto), nonché “guidare un dirigibile e andare su Marte. In fondo, perché stupirsi? Con la fantasia tutto è possibile...

venerdì 22 aprile 2011

Barbara Jelenkovich (1961)

Diplomata all’Istituto Statale d’Arte a Trieste e all’Accademia di Belle Arti a Venezia, in poco più di 25 anni ha ormai illustrato quasi un centinaio di libri per ragazzi (tradotti in una ventina di lingue) tra cui alcuni davvero sorprendenti per effetti pop-up, tattili e addirittura luminosi.

Suo figlio è da sempre il modello per tutti i suoi bambini disegnati (“ma mio marito fa uno dei mestieri più amati dai bambini di tutto il mondo, il Comandante dei Vigili del Fuoco”, il che spiega anche la copertina del 2007 qui accanto...) e ha giustamente dichiarato che il suo lavoro le piace perché “sempre diverso nei soggetti da illustrare ma anche negli effetti pittorici da ricercare e sperimentare ogni volta”.

Sul web si trova il suo sito ufficiale (lodevolmente trilingue), un suo blog e la voce di Wikipedia, ma anche schede complete di biografia, pubblicazioni, immagini e gadget esclusivi con le sue creazioni, stampabili e realizzabili in casa.

Da una mostra antologica del 2007 è stata realizzato un profilo aggiornato in pdf, ben fatto e interessante. Un'altra esposizione è attualmente in corso al centro culturale Skerk di Ternova Piccola (TS).

Il suo “realismo magico” coinvolge bambini di ogni Paese, ma anche gli adulti non mancano di rimanere ipnotizzati da tante sue realizzazioni. Perché “il bambino è padre dell’adulto” (frase a effetto, ma vera, del celebre psicanalista René Spitz).

martedì 19 aprile 2011

Domenico Rosa (1958)

Da 25 anni celebre per le sue illustrazioni dalla ribalta del quotidiano confindustriale Il Sole 24 Ore (qui accanto l’immagine “Carta velina” che affiancava, palesemente ribaltata rispetto all'originale come si vede dalla firma dell'autore, la lettera al direttore Gianni Riotta lo scorso 23 novembre 2010), è anche giornalista e gli capita di scrivere di illustrazione, grafica e fumetto: qui trovate una sua bella intervista a Lorenzo Mattotti e qui un'altra (per giunta filmata) al talentuoso inglese Dave McKean.

Oltre a collaborazioni con Rizzoli, Mondadori, Touring Club e a curare l’immagine e la grafica del Matita Film Festival, lavora anche all'estero con Courrier International e Der Spiegel. Fino a poche settimane fa, suoi dipinti erano in mostra alla galleria milanese Nuages, naturale espansione del volume illustrato per la raffinata casa editrice di Cristina Taverna, da cui è emerso un suo gustoso ritratto (purtroppo soltanto scritto) di Tullio Pericoli.

In Rete si trovano sue interviste più o meno lunghe, compresa una scaricabile da MU6, la rivista dei musei abruzzesi. Curiose anche alcune vignette per il trentennale dalla conquista della luna.

Come ha detto lui stesso, alcuni illustratori “in qualche misterioso modo anticipano un suono che ancora avevo in gola, che stavo cercando senza trovarlo”. Ci sembra la migliore descrizione delle emozioni che anche questo blog cerca sommessamente di raccontare.

lunedì 18 aprile 2011

Elisabetta Decontardi (1973)

Fumettista e illustratrice, lavora da oltre dieci anni e stupisce ancor oggi per essere un’assoluta autodidatta, non avendo fatto alcuna scuola di disegno o artistica. Nel 2001 crea la spiritosa striscia InkSpinster (vera e propria “zitella d’inchiostro”) che fin dalla prima pubblicazione di due anni dopo le dà subito notorietà.


Collabora con riviste come La Testata e Hzine, oltre a siti web come Apogeonline e la celebre Smemoranda di Gino & Michele, nonché firmare illustrazioni per volumi nel catalogo EL di Einaudi Ragazzi: qui accanto la sua rilettura dei classici vigili del fuoco intenti a salvare alcuni gattini sull’albero.


Nell'ottobre 2004 ha vinto il VI concorso nazionale di fumetto indetto dalla PAN Distribuzione e l’associazione Nuvoloso in occasione del festival Lucca Comics & Games che l’hanno portata a conoscenza di un pubblico più vasto, a cui hanno fatto seguito alcune antologie per la genovese GRRRžetic Editrice.


Oltre al sito ufficiale (comprese le sue notizie aggiornate), un’abbozzo di scheda su Wikipedia e una più completa altrove, su Internet si trovano già parecchi suoi riferimenti, come la segnalazione di Michele R. Serra su Linus più diverse sue interviste che permettono di conoscerla meglio.


Negli ultimi anni io stesso ho spinto per candidarla ai prestigiosi Premi Micheluzzi del Napoli Comicon (nel 2009 ha anche vinto), ma come si dice in questi casi “il limite è il cielo”: l’impressione è che, se l’autrice non si siede sugli allori, le sorprese non siano finite...

mercoledì 6 aprile 2011

Anselmo Ballester (1897-1974)

Pittore e cartellonista della prima ora, respira l’arte e l’attività del padre Federico (“pittore di origine spagnola”, come recita Wikipedia) e dopo l'Accademia di Belle Arti a Roma si specializza nella comunicazione cinematografica – senza trascurare la pubblicità in senso stretto e a rare puntate nella politica – realizzando in oltre quarant’anni migliaia di manifesti e locandine di ogni formato per le più importanti case di produzione in Italia e Stati Uniti: qui accanto il disegno originale per il manifesto del film La terra contro i dischi volanti, del 1956.

Negli anni Venti si associa in particolare nella B.C.M. con i colleghi Alfredo Capitani e Luigi Martinati, lavorando pressoché senza interruzioni fino agli inizi degli anni Sessanta. Richiestissimo dai collezionisti anche per la sua indubbia bravura, giusto un anno fa è stato oggetto di una retrospettiva dalla casa d’aste Bloomsbury.


Sul web si trovano con facilità diverse sue opere, anche grazie al sito del nipote Claudio Procesi... ma anche nel suo caso, a parte l’immancabile presenza in alcuni testi collettivi sull’arte dei cartellonisti italiani e un paio di testi specialistici (uno dell’università di Caracas nel 1979 e uno di quella di Parma nel 1981, più il catalogo di una mostra mostra curata dall'Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano nel 2003), manca una monografia sul suo lavoro a tratti davvero smagliante. Riusciremo a leggerne (e soprattutto a vederne) una, prima o poi?

giovedì 31 marzo 2011

Anna Castagnoli (1971)

Autrice e illustratrice di libri per bambini pubblicati in Italia, Francia e Spagna (è nata a Versailles, ha vissuto negli Stati Uniti e oggi risiede a Barcellona), ha ottenuto numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui una selezione alla spagnola Ilustrarte 2009 (tra cui l'immagine a lato) e lo stesso anno alla bolognese Grammatica delle figure in omaggio a Gianni Rodari.

Oltre al sito ufficiale, dal 2008 cura un ottimo blog di informazioni e consigli sull'illustrazione, inoltre collabora con riviste come la francese La joie par les livres e l'italiana Hamelin, arrivando nel 2010 a esordire nella narrativa con il libro Super 8 per Topipittori.

Da sabato 2 aprile è protagonista di una personale al Festival dell’Illustrazione di Pavia, ma in Rete si trovano da tempo una sua intervista “in 5 domande” e una televisiva in francese, oltre a uno dei suoi numerosi corsi.

Il suo stile è emozionante ed evocativo, ma come sempre ogni definizione è riduttiva: il nostro invito non può che essere quello di scoprire e approfondire di persona la sua arte.

martedì 29 marzo 2011

Umberto Brunelleschi (1879-1949)

Raffinatissimo pittore e illustratore, cartellonista e caricaturista (sotto pseudonimi come Aroun-al-Raxid e Aron-al-Rascid), costumista e scenografo (qui accanto una sua maquette), attivo collaboratore di riviste di moda e belle arti come il Journal des Dames et Des Modes e la Gazette du Bon Ton, nonché fondatore e direttore artistico della breve ma significativa La Guirlande d'art et de la litterature nel 1919-20.

Ideatore di costumi per locali come il Folies Bergère e il Casino de Paris (nonché celebrità come Joséphine Baker), raggiunge anche luoghi d’eccellenza come il Teatro alla Scala di Milano e il Maggio Musicale Fiorentino, con i saloni parigini e la Biennale di Venezia che si contendono esposizioni di suoi originali realizzati per preziosissime edizioni di fiabe e capolavori della letteratura di ogni tempo.


Su Internet ci sono un paio di voci enciclopediche su Wikipedia (in francese e inglese) e Fashion Model Directory, ma soprattutto si rintracciano agevolmente sue opere (anche piccanti) che davvero mozzano il fiato, perfino accompagnate dalla musica di Brahms...


Chi vuol approfondire la goduria visiva può cercare la monografia su “illustrazione, moda e teatro” di Cristina Nuzzi edita da Franco Maria Ricci nel 1979 e il catalogo per una mostra di dieci anni dopo curata a Parma da Giuliano Ercoli, che ha poi raccolto le sue memorie Da Montemurlo a Parigi per Media Edizioni nel 1990 e un’antologia trilingue di sue illustrazioni “galanti” (dal 1930 alla scomparsa) per Glittering Images nel 1992. Eppure resta ancora molto da esplorare...

sabato 26 marzo 2011

Maria Pezzi (1908-2006)

Raffinata giornalista e illustratrice, di moda ma non solo. Dopo una breve esperienza di recitazione, incoraggiata dal grande grafico pubblicitario Federico Seneca (ideatore tra l’altro degli ancora in auge “Perugina”), studia pittura e disegno finché, conosciuto nel 1937 a Parigi il l’italo-francese René Gruau, si convince a fare del disegno di moda la sua professione.

Corrispondente da Parigi per L'Europeo, quando la moda italiana si svincola da quella francese (a Firenze nel 1951) accompagna i servizi dell'amica Elisa Massai per l’americano Women's Wear Daily, con disegni e bozzetti che presto raccolgono l’attenzione generale.

Sue corrispondenze e disegni escono anche su La Domenica del Corriere e il Corriere d'Informazione, documentando il periodo dei “grandi nomi” come Christan Dior, Coco Chanel, Pierre Cardin, Yves Saint-Laurent. e saldando l’amicizia con giornalisti e scrittori come Camilla Cederna, Arrigo Benedetti, Giorgio Bocca, Alberto Cavallari, Gaetano Afeltra e Dino Buzzati (per il quale disegna anche costumi teatrali).

I suoi servizi settimanali con tavole a tempera sul quotidiano Il Giorno costituiscono una vera e propria storia illustrata della moda, con le apparizioni degli italiani Valentino, Mila Schön, Krizia e Missoni, mentre scritti e interviste sui settimanali Donna e Vogue documentano la storia del costume. Non a caso è la principale collaboratrice di Guido Vergani (che su di lei scrive un bel libro, di cui riportiamo qui sopra il disegno della copertina) al Dizionario della Moda curato per Baldini & Castoldi nel 1994.

Oltre alla sua voce su Wikipedia (in gran parte ripresa da un portale), sul web si trovano una bella intervista del 2000 e un ricordo personale in occasione della sua recente scomparsa.

Nel 2001 il presidente Ciampi le ha conferito il Cavalierato di Gran Croce della Repubblica Italiana: ma per chi non ha bisogno di queste certificazioni “ufficiali”, lei – che si definiva una semplice cronista, visiva oltre che di scrittura – risultava già di un livello superiore e mai... fuori moda. In tutti i sensi.

giovedì 17 marzo 2011

Hugo Pratt (1927-1995)

Il simbolo stesso dell’avventura, non soltanto italiana e non soltanto a fumetti: illustratore (ma seppur a proposito, la definizione è ampiamente riduttiva), romanziere, a volte saggista, perfino personaggio in piccoli camei al cinema, nei fumetti e di un libro, inevitabilmente intitolato Un romanzo d’avventura.

Nonostante l’evidente impossibilità di racchiudere in poche righe – anche se non a caso questo è il nostro post più lungo – alcunché della sua vita (compreso il vero nome e cognome all'anagrafe di Rimini, Ugo Prat), delle sue opere e anche dei suoi mirabolanti racconti (fanfaronate comprese) capaci di riunire l’una e le altre, ci piace festeggiare questo 150° dell’Unità d’Italia con il suo più famoso narratore per immagini, ricordato alla sua morte da un necrologio sul Corriere della Sera da parte del Ministro della Cultura dell’epoca, lo storico dell’arte Antonio Paolucci, in grado di far parlare di sé con un inedito (il chiaccherato Sandokan nel 2009, a 15 anni dalla sua scomparsa e 40 dalla realizzazione dell’opera) e da oggi fino al 21 agosto protagonista di una mostra “definitiva” alla Pinacoteca di Parigi.

Oltre alle schede multilingue di Wikipedia, dell'immancabile Lambiek e la Fondazione Fossati, valgono una visita il sito ufficiale e un ricchissimo archivio digitale, ma anche lo spazio del suo editore italiano, la voce di uBC e chicche sparse qua e là.

Non si contano nei decenni le esposizioni di sue opere, i rispettivi cataloghi, le continue ristampe e nuove edizioni delle sue storie, tanto da far perdere il conto delle iniziative anche agli appassionati.

Sul web si trovano interviste, ma anche chiaccherate e conversazioni raccolte negli anni pure in francese per documentari, più merchandising, inaugurazioni di mostre e altro ancora, compresa la consegna del Grand Prix nazionale francese per le arti grafiche dal ministro Jack Lang nel 1988, uno speciale di Rai Gulp e un’intervista in francese sulla sua creatura più celebre, il marinaio Corto Maltese.

Per chi vuol saperne (inevitabilmente) di più sulla sua produzione sterminata comprese copertine di dischi, come l’evocativa Mari del Sud di Sergio Endrigo o quelle per la rivista Sgt. Kirk come l’immagine qui sopra tra la massa di articoli e volumi specifici segnaliamo le “illazioni sull’ultimo eroe romantico” appena aggiornate da Gianni Brunoro e la bella sintesi tra fumetto e letteratura di Giovanni Marchese. Ma la bellezza delle immagini (multimediali) di Pratt è tale che ognuna di loro è una continua (ri)scoperta. Dal passato, nel presente, per il futuro: buona caccia.

mercoledì 16 marzo 2011

Erika De Pieri (1979)

Tra fumetto e illustrazione, nuove autrici italiane crescono: potrebbe un po’ sbrigativamente sintetizzarsi così la vicenda professionale della giovane trevigiana, attiva anche nel mondo della pubblicità (che per molti artisti è l’unico modo di guadagnarsi di vivere in un Paese sempre più schiavo del denaro e infastidito dalla cultura).

Con diverse collaborazioni già all’attivo per diverse case editrici (Becco Giallo, Barbera, Nicola Pesce Editore, Ribis, Lavieri) e una manciata di mostre personali e collettive, durante l’anno scolastico insegna fumetto e illustrazione nelle scuole.


Oltre alla voce insolitamente dettagliata su Wikipedia e al suo “libertario” blog ufficiale, su Internet si trovano indicazioni delle sue opere (qui sopra, il disegno per la copertina de La bambina cioccolato del 2009), oltre ad articoli e recensioni qua e , più un’intervista, e segnalazioni più approfondite.


Uno stile con alcuni punti forti e altri ancora in divenire, che sa fare tesoro di ogni nuova avventura editoriale: fare il proprio dovere è ormai divenuto rivoluzionario... ma fa ben sperare. Il che, di questi tempi, non fa mai male.

sabato 12 marzo 2011

Alessandro Simeoni (1928-2007)

Pittore e cartellonista cinematografico, autore di alcune tra le più celebri locandine italiane, dalle mani in tasca di Accattone allo sbruffone di Un americano a Roma, dall’uomo che cade nel vortice di Profondo Rosso a centinaia di B-movie spesso salvati dalle sue locandine insieme “fotografiche” ed evocative (come il Maurizio Merli qui accanto, per Italia a mano armata del 1976).

Ribattezzatosi Sandro Symeoni per far pronunciare correttamente il suo nome anche agli americani, ha contribuito in misura non insignificante al successo italiano ad esempio di Woody Allen con il suo primo film Prendi i soldi e scappa (1969), ma anche all’estetica dei primi esempi di comunicazione “integrata” attuata con l’epocale Per un pugno di dollari (1964) di Sergio Leone.

Con alle spalle una formazione accademica (e avendo tra l’altro esposto con Renato Guttuso), di lui colpisce la versatilità e l’espressività – dalla violenza dell’horror alla delicatezza di certo cinema drammatico – con scelte cromatiche sempre molto incisive, fedele all’idea che “il manifesto non deve ricalcare il film, ma darne un’idea immediata”. Negli ultimi anni si è dedicato a nuove copertine per colonne sonore di film già graziati della sua arte all’epoca della loro uscita.

In questi giorni viene celebrato a Milano da una “mini” mostra all’interno della sempre scialba Cartoomics, mentre sul web si trovano diverse sue opere, soprattutto per i cosiddetti film “di genere” qua e , ma nonostante sporadiche esposizioni, non esiste ancora una monografia a lui dedicata: bisogna “accontentarsi” della monumentale raccolta in tre volumi (si parla da anni di un quarto...) Platea in piedi di Baroni Maurizio per l’editore Bolelli, di fatto l’unico testo italiano di una certa serietà sull’argomento. In attesa di prossime riscoperte, sempre benemerite anche quando largamente tardive.

giovedì 10 marzo 2011

Barbara Canepa (1969)

Disegnatrice e colorista, ma anche sceneggiatrice e operatrice editoriale, ha diviso molte produzioni con il compagno (per un certo periodo anche di vita, ma l’arte dura di più...) Alessandro Barbucci: per le serie animate Disney Babies e Giovani Marmotte e la creazione grafica delle rivoluzionarie W.i.t.c.h., primo esempio eclatante di sincretismo visuale – prima ancora che fumettistico – tra Oriente e Occidente, manga e supereroi, filtrando empaticamente (e/o sfruttando sapientemente) gli slanci e le inquietudini delle adolescenti di mezzo mondo.

Il loro lavoro è proseguito con l’ideazione grafica dell’adrenalinico Monster Allergy e della raffinata Sky Doll (che a fine anno prevede di raggiungere il quarto volume, con il quinto già in lavorazione), più annessi e connessi (come il manifesto di Lucca Comics & Games 2004 qui sopra).


Sul web si trova anzitutto il suo blog ufficiale, la pagina Facebook e Twitter. Altri dettagli sono rintracciabili grazie alla una volta solerte uBC e la sempre rinomata Fondazione Fossati, nonché l’enciclopedica fumetteria Lambiek, blog di appassionati, spazi di fiere torinesi e repertori francesi (niente male per una genovese!).


Per gli aficionados, il Papersera dà conto analiticamente dei suoi dieci anni disneyani, accanto a un’intervista, una mostra parigina, un Master sulla colorazione ad Angoulême e il blog della nuova etichetta Venusdea per la transalpina Soleil (che si aggiunge alla collana Metamorphose, diretta insieme a Clotilde Vu per serie come END con Anna Merli e Alice con Joshua Middleton).


L’ennesima modalità per dare spazio alla creatività. E che faccia rima non è (solo) un caso.

mercoledì 9 marzo 2011

Alessandro Barbucci (1973)

Da disegnatore disneyano “classico ma non troppo” (per le serie animate Disney Babies e Giovani Marmotte, il video 3D Winnie the Pooh, la rivista PK e le storie di Paperino Paperotto) a creatore grafico (insieme all’allora compagna Barbara Canepa) delle rivoluzionarie W.i.t.c.h., primo esempio eclatante di sincretismo visuale – prima ancora che fumettistico – tra Oriente e Occidente, manga e supereroi, filtrando empaticamente (e/o sfruttando sapientemente) gli slanci e le inquietudini delle adolescenti di mezzo mondo. La storia del Nostro e di molti colleghi autori della sua generazione nasce tutta qua, per poi sentire subito la spinta a crescere e creare personaggi propri, realizzati e curati interamente in prima persona.

Dopo l'ideazione grafica di Monster Allergy, è la raffinata Sky Doll (qui accanto in un'efficace copertina del 2002) a spingere le creazioni della coppia Barbucci & Canepa ancora più in là, in un mix riuscito tra fantascienza e fumetto “d'autore” che ottiene più di un riconoscimento internazionale, anche se fatica a trovare una dimensione del tutto compiuta (a fine anno uscirà il quarto volume, ed è in lavorazione anche il quinto). Meno di un anno fa, Alessandro ha firmato Chosp, il suo primo personaggio realizzato in solitudine, non disdegnando la cura di volumi collettivi e servizi di character design, oltre a concept e visualizzazioni per l’agenzia Saatchi & Saatchi e nel rutilante mondo dei videogiochi.

Oltre al blog ufficiale, una scarna Wikipedia e alla Fondazione Fossati, grazie a Internet si può reperire una cronologia, nonché le schede su Lambiek e Comics World, ma anche il repertorio delle sue circa 1200 tavole disneyane e una descrizione (più lunga in inglese) del mondo delle sue bambole meccaniche.

Non mancano alcuni filmati, come una recentissima intervista (in francese) dal festival di Angoulême, un’altra in spagnolo (castigliano, per la precisione) e perfino disegno e colorazione digitale di Noa su iPad. Perché, almeno a chi non ha le fette di salame sugli occhi, è evidente che le nuove tecnologie non possono che essere amiche della creatività...