mercoledì 5 gennaio 2011

Brunetta (1904-1989)

Bruna Moretti all’anagrafe, piemontese con studi all'Accademia di Belle Arti a Torino e Bologna, trapiantata giovanissima a Milano dopo aver sposato l’illustratore e scenografo Filiberto Mateldi (con cui nel 1939 illustra Autarchia del profumo, un “numero unico a cura del Sindacato fascista dei commercianti profumieri della provincia di Milano”), si distingue dagli anni Trenta per i suoi figurini di moda dal segno grafico giovane e dinamico, oltre a disegni per riviste (italiane come Il dramma, La Domenica del Corriere e internazionali come Harper's Bazaar, Bemberg e Lidel), cartelloni pubblicitari nel Dopoguerra (per La Rinascente, Martini, Valentino e le Calze SìSì) che rispecchiano inevitabilmente la sua origine e il tratto da disegnatrice di moda.

Purtroppo di lei in Rete non sopravvive molto, con una voce della Fondazione Fossati ancora incompleta, più qualche immagine nell'Archivio Attivo Arte Contemporanea, su Manifesto Storico e nella Letteratura Dimenticata... che lasciano la voglia di saperne di più.

Si trova invece il bel ricordo della giornalista e illustratrice Maria Pezzi (scomparsa nel 2006) sul portale della Baldini Castoldi Dalai, dal Dizionario della Moda curato da Guido Vergani per Baldini & Castoldi nel 1999 (occorre registrarsi, gratuitamente ma lasciando i propri dati): “lei aveva negli occhi il radar. Mi sbalordiva quando la vedevo alle collezioni, a teatro, per la strada: i suoi disegni erano esattissimi eppure molto più veri del vero [...]. Un giorno, glielo dissi. Mi rispose: ‘È che io ho gli occhi come certe lenti: con il punto focale che vede il dettaglio più insolito, più aggressivo, più nascosto’. Per questo, lei trasformava le più comuni figure in personaggi; le spogliava coi suoi occhi e le rivestiva con la sua matita come dovevano e volevano essere per rappresentare quel tipo, quel vestito, quell'ambiente”.

Per amore del marito e lunghi anni della sua malattia, sacrifica la grande occasione che le viene offerta di andare a New York. Ma ormai è ben nota: Pierre Cardin, tra gli altri, la stima al punto da organizzarle una mostra al suo Espace ("Non è solo un'interprete della moda, la ricrea genialmente"). Orio Vergani ha scritto: “Il disegno e la pittura sono in lei istinto. Disegnerebbe con la cenere della sigaretta o con il dito intinto nel fard. Dipingerebbe con la polvere delle ali delle farfalle. Ma l'istinto conta assai poco se non lo guida un sentimento”.

Ancora di recente non sono mancati suoi disegni nella mostra milanese “La donna tipo Novecento” del 2007 e la grande esposizione del 2008 su La Domenica del Corriere. Sempre citando Vergani padre, ancor oggi ogni suo disegno trasmette il “racconto di un’ora di femminilità, con tutto il mistero delle sue civetterie e delle sue melanconie”. Chapeau.

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