domenica 30 gennaio 2011

Leonetto Cappiello (1875-1942)

Uno dei padri della cartellonistica italiana moderna (qui accanto il manifesto pubblicitario parigino del 1924 usato l’anno scorso per la copertina di uno degli innumerevoli romanzi di Andrea Camilleri), caricaturista e illustratore stabilitosi a Parigi (insignito della Legion d’Onore nel 1914), creatore grafico nel 1909 del primissimo antieroenoir Zigomar, ma anche decoratore d’interni con affreschi e autore di pregiate acqueforti...

Ancor oggi le sue scelte grafiche e intuizioni moderne vengono seguite spesso pedissequamente e quasi sempre senza accorgersene pressoché dalla totalità dei cosiddetti “creativi” ma anche dai professionisti della comunicazione in senso lato.

Oltre a Wikipedia e il sito ufficiale a cura della famiglia (in francese e inglese), si trovano profili biografici sulla Encyclopedia of Irish & World Art, sul portale dell’Arte Liberty in Italia, in gallerie d’arte, alcuni blog appassiona(n)ti (come speriamo il nostro) e perfino presentazioni in Power Point.

Non manca addirittura uno studio sul suo albero genealogico e un’analisi semiotica dei suoi manifesti realizzati per la Cinzano, anche se la goduria per gli occhi sono sempre i suoi manifesti rintracciabili in molti siti e sempre ammirevoli per gusto e impostazione.

Per chi non resiste (giustamente) al fascino di saperne di più, rimane imperdibile il catalogo di una mostra newyorchese del 2004... che pur non avendo in pratica bisogno di un’edizione italiana non sarebbe male vedere nelle librerie del Bel Paese: la speranza è l’ultima a morire, dice la saggezza popolare.

sabato 29 gennaio 2011

Chiara Rapaccini (1954)

Laureata in pedagogia, grafica e scenografa, ma anche arredatrice e scultrice, scrittrice di libri per ragazzi e romanzi satirici quanto mai ironici e scanzonati, illustratrice per Corriere della Sera, la Repubblica e il manifesto, autrice di film di animazione per la RAI e il cinema (oltre a disegnare locandine per Mario Monicelli, suo compagno dal 1973), collaboratrice del Teatro di Roma e docente dal 1995 all'Istituto Europeo del Design di Roma... La gamma di espressione di questa fiorentina d’assalto non sembra aver mai fine, giustamente premiata da riconoscimenti come il premio Battello a Vapore della Città di Verbania nel 1999.

Al di là del suo frizzante sito ufficiale, lei stessa ha scritto un breve profilo e il Festivaletteratura l'ha ospitata riassumendone la carriera. Si trova anche una mini-intervista per il Corriere della Sera nel 2005, oltre alla mostra all’Istituto Italiano di Cultura newyorchese del 2009.

Qui sopra il bel manifesto realizzato per il festival di Courmayeur del 2001 (disponibile anche in alta definizione), mentre non mancano altre sue sculture e arredi.

Chi non le conoscesse, può sorridere con le sue divertenti cartoline sugli “amori sfigati” usciti per san Valentino un anno fa, presentati in una lunga, spiritosa intervista. Distratti da un indistinto mercimonio che sembra applicarsi a tutto, in un Paese dove il capo della polizia si chiama Manganelli e il segretario generale dei vescovi Crociata, la levità e l’intelligenza di autori come "Rap" sono necessari come respirare. Non fatevela scappare.

giovedì 27 gennaio 2011

Walter Molino (1915-1997)

Impossibile riassumere in poche righe uno degli autori italiani ancor oggi più ricordato, grazie soprattutto alle copertine (qui accanto il disegno per una del 1958, sempre drammaticamente attuale...) per La Domenica del Corriere, periodico continuamente protagonista da mostre che ne perpetuano il ricordo dopo la chiusura nel 1989 (compreso il bel testo Corrierino, Corrierona su Google Libri).

Ci affidiamo per brevità alle voci di Wikipedia e Fondazione Fossati, un paio di blog italiani, più un profilo dell’esperto Gianni Brunoro su Fumetto, ma anche l’olandese Lambiek e un blog francese.

Sue opere si trovano qua e per il web, con particolarità sul calcio e Grand Hôtel (di cui disegnò la testata nel 1946, tenendo a battesimo i fotoromanzi) nel sito del milanese Liceo Berchet, oltre ad altri appassionati della Domenica che condividono i loro tesori. Non manca un’intervista di Vincenzo Mollica del 1983, anche se ci piacerebbe rivedere la chiaccherata con Giampiero Mughini, Isa Barzizza e un giovane Fabio Fazio nella puntata d’esordio di Mai dire mai, addì 1989...

Dotato di “un talento scandaloso” (Indro Montanelli dixit) e capace di “trasformare la realtà in poesia, rispettandola” (Marcello Marchesi), il Nostro ha lasciato un segno indelebile che, come ha scritto Oreste del Buono, ha raccontato “fatti e misfatti, di povera gente o somme autorità, colte in momenti significativi, senza adulazione, ma senza neppure denigrazione, con affettuosa comprensione e leale pietà”. Di questi tempi, un esempio ancor più prezioso.

mercoledì 26 gennaio 2011

Adelina Zandrino (1893-1994)

Pittrice, ceramista e illustratrice (qui accanto una sua bella terracotta decorata del 1926), già a vent’anni tiene la sua prima mostra – a Rapallo, ma esporrà anche a Buenos Aires e Los Angeles – e si muove tra illustrazione editoriale, grafica commerciale, decorazione d’ambiente e pittura “da cavalletto”, non disdegnano esperienze da costumista teatrale e perfino cartoline.

Sue tracce rimangono soprattutto su Wikipedia (in cui si trova un’ampia scelta bibliografica) e Cartantica, ma anche le Collezioni d’Arte della Fondazione Cariplo e il Dizionario Universale delle Belle Arti basato sul Comanducci.

In Rete si trovano sue opere d’arte sacra, alcune deliziose cartoline e perfino un blog russo non sfugge al suo fascino, raccolto più comprensibilmente da una casa d’aste tedesca.

Curiosamente il suo nome non compare nel bel volume cARToline, uscito in tempo per un recente Salone della Regione Lombardia (organizzato come sempre dall'azienda di un senatore bibliofilo)... ma l’esperto Enrico Sturani nelle avvertenze iniziali annuncia due seguiti al ponderoso tomo. Li aspettiamo già da ora.

martedì 25 gennaio 2011

Aldo Di Gennaro (1938)

Dopo l’esordio da fumettista per lo studio Dami e il Corriere dei Piccoli, ottiene particolare successo con la serie “Il Maestro” sul Corriere dei Ragazzi, scegliendo poi di dedicarsi all’illustrazione (e che illustrazione!) per libri – se ne trovano ancora parecchi nelle bancarelle di tutt’Italia – e riviste del gruppo RCS. Il suo carnet comprende così copertine e immagini sempre emozionanti per La Domenica del Corriere, Corriere Salute, Salve, Amica, Qui Touring, Capital e oggi la collana Almanacchi della Sergio Bonelli Editore (qui sopra un’evocativa immagine del piccolo Ray Bradbury per l’Almanacco della Fantascienza 1998), di cui è appena uscito quello del West.

Maggiori dettagli si evincono dal sito ufficiale e dalla Fondazione Fossati, oltre alla solita striminzita (ma significativa) Lambiek.


Soprattutto, sul web si recuperano con facilità una succulenta selezione di opere tra le tantissime realizzate in oltre mezzo secolo di professionalità indiscussa, oltre alle segnalazioni di premi e mostre dedicategli negli anni: la prossima al Napoli Comicon in aprile.


Per chi vuole saperne di più, rimane tuttora imprescindibile la monografia Linee di fuga uscita nella collana Profili della Glamour nel 2001 con la sua caratteristica forma quadrata: ma la possenza e la bellezza delle opere del Nostro meritano da tempo una nuova pubblicazione cartacea: c’è qualche editore in ascolto, là fuori?

lunedì 24 gennaio 2011

Chiara Carrer (1958)

Una delle più originali e prolifiche illustratrici italiane (come vedete nel disegno qui accanto), attivissima nella didattica presso biblioteche, scuole pubbliche e private, organizzando laboratori di pittura, incisione e corsi di illustrazione, dimostrando i molteplici campi di declinazione della propria arte.

Ha ottenuto premi e riconoscimenti prestigiosi, come il Premio Unicef nel 1995 e l’Andersen nel 1999, oltre a mostre importanti in Italia, Giappone, Brasile e Repubblica Ceca. Suoi profili si trovano su ChiaLab, dai TopiPittori e in spazi web di diversi editori, anche internazionali, oltre a bibliografie e al Festivaletteratura di Mantova.


Inoltre è disponibile una sua lunga intervista radiofonica, più un paio di estratti dal documentario di mezz’ora Papervision #1, sul momento sempre magico della creazione artistica. Le sue opere e i suoi insegnamenti sono un aiuto non secondario nella quotidiana lotta contro l’omologazione visiva prima ancora che culturale.

giovedì 20 gennaio 2011

Silvano Campeggi (1923-2018)

Il nostro forse più celebre cartellonista cinematografico, chiamato in USA nel Dopoguerra a ideare e realizzare per le maggiori case produttrici più di 3000 manifesti e locandine in trent’anni, alcune rimaste davvero nella memoria collettiva: Via col vento, Un americano a Parigi, Cantando sotto la pioggia, West Side Story, La gatta sul tetto che scotta...

Tornato in Italia nel 1973, realizza grandi quadri e ritratti per l’Arma dei Carabinieri, più il ritratto di Salvo D’Acquisto per il francobollo commemorativo dalle Poste Italiane nel 1975. Alcune mostre recenti sono state l’occasione per ritrarre attori e registi conosciuti a Hollywood, oltre a nuovi dipinti ispirati al calcio storico fiorentino, poi allestiti in mostre in Toscana e a Lione (qui accanto il disegno per una sulla Giostra del Saracino): nel 1999 il Comune di Firenze lo nomina Magnifico Messere del calcio in costume e l’anno seguente riceve il Fiorino d’Oro, massimo riconoscimento cittadino.

Oltre al sito ufficiale e alla voce su Wikipedia (solo in inglese), in Rete si trovano suoi profili in siti editoriali e da una mostra su Pinocchio del 2003, oltre a quella aperta fino allo scorso autunno dove vive in provincia di Firenze.

A parte la bella chiaccherata su Fumetto dell’ANAFI di tre anni fa e le raccolte più o meno virtuali di manifesti, una manciata di sue opere è visibile, oltre a più di un’intervista filmata e documentari apparsi in occasione delle mostre più recenti.

Testimone diretto di un’epoca dove la comunicazione visiva legata a un prodotto cinematografico era quasi interamente nelle sue mani, con il suo lavoro rimane ancora un punto di riferimento oltre che una continua fonte di emozioni.

Purtroppo, prosegue qui... 

mercoledì 19 gennaio 2011

Iris De Paoli (1925-1985)

Una delle nostre migliori illustratrici più (ingiustamente) dimenticate, sul web incredibilmente censita soltanto dalla fumetteria Lambiek di Amsterdam.

Protagonista della mostra “Iris De Paoli, Dalle Ande agli Appennini” al Castello di Belgioioso (PV) nel 2001, è ovviamente riapparsa nella grande esposizione milanese del 2009 sul Corriere dei Piccoli (qui accanto l’originale per una copertina del 1962), con il relativo, preziosissimo catalogo Skira (che vi consigliamo caldamente di recuperare).


Oltre ai suoi fumetti, molti l’hanno conosciuta grazie alle sue immagini – nel testo in bianco e nero, con tavole a colori e un’allegra copertina – di Cion Cion Blu, un delizioso libretto di Giuseppe “Pinin” Carpi edito da Garzanti nell’ottobre 1968.


La ricordava affettuosamente quattro anni fa in una divertente intervista in cui l’ex direttore Giancarlo Francesconi citava Aldo Di Gennaro e Mario Uggeri come “bravissimi e amici di vecchia data, anche se come ripeto sempre con le loro intemperanze hanno rovinato i migliori anni della mia vita. Insieme a loro c’era la bravissima e un po’ dimenticata Iris De Paoli: spesso, inorridita dai discorsi orribilmente maschilisti di Uggeri e compagni, fuggiva in un altro ufficio dopo aver tolto loro il saluto per un periodo che dipendeva dall’entità delle volgarità pronunciate”.


Anche grazie a questo nostro (indegno) spazio, speriamo di contribuire a tenerne viva la memoria e, chissà, recuperare in maniera organica il suo lavoro. In Italia niente è più inedito dell’edito, diceva Mario Missiroli...

martedì 18 gennaio 2011

Emanuele Luzzati (1921-2007)

Illustratore, decoratore e ceramista, ma soprattutto scenografo e costumista, nonché autore di cinema d'animazione e teatro (qui accanto una sua Turandot del 1975). Un'altra eccellenza italiana nota in tutto il mondo e che, complice la sua longevità, si è visto riconosciuto in più forme il suo talento... non ultimo un multiforme museo dal 2001 nella sua Genova, dove nel 1975 ha fondato il Teatro della Tosse.

Nella sua carriera ha firmato oltre 500 scenografie per prosa, lirica e danza nei principali teatri italiani e stranieri (Scala compresa), scrivendo e illustrando decine di libri per l'infanzia, eseguendo pannelli, sbalzi e arazzi con architetti per arredi navali e locali pubblici.

Il web straripa di materiale su di lui, da Wikipedia, alla pagina Facebook, dalla Fondazione Fossati a WUZ e Interlinea. Sue serigrafie si trovano in edizioni d’arte e in gallerie virtuali, oltre a un vero e proprio festival che pochi mesi fa ha celebrato la sua arte, comprese celebri animazioni come La gazza ladra (1964) da Rossini e Il Flauto magico (1978) da Mozart. Il suo Pulcinella è da sempre il simbolo dei premi assegnati al festival Cartoons on the Bay.

Per chi vuol saperne di più, oltre al bel libro-intervista di Rita Cirio Dipingere il teatro su sessant'anni di scene e incontri, ci sono due belle interviste in tarda età, oltre a una mostra romana fino a marzo e all’uscita di un cofanetto con 3 dvd dalle sue opere d’animazione rossiniane. Perché la vera arte non muore mai.

domenica 16 gennaio 2011

Francesca Ghermandi (1964)

A oltre 25 anni dal suo esordio, è ormai uno dei nostri fiori all’occhiello nazionali. Chiaccherando in un bar milanese per Fumo di China nel 1998, entrambi concordavamo su come certi accostamenti a “un Floyd Gottfredson post-disneyano” non le rendevano in realtà giustizia, per come il suo disegno realmente “inventasse” una storia già di suo (“mi piace usare molte tecniche, sperimentare, avere enormi possibilità di raccontare”).

Ormai il suo stile è ampiamente riconosciuto e del tutto autonomo, e le ha permesso di spaziare tra fumetti, illustrazioni (indimenticabili le sue minuscole icone per sintetizzare le recensioni su il manifesto), copertine, manifesti e spot pubblicitari (compresa la campagna antiAIDS “Fallo protetto”).

Ancora “under construction” il suo sito ufficiale (ma c’è la sua e-mail), si trovano note su di lei in Lambiek e alla Fondazione Fossati, oltre a FlashFumetto, i TopiPittori, il ChiaLab e alcuni profili raccolti da un paio di lungimiranti editori.

Come molti sapranno, dal 1997 collabora alla rivista Internazionale (che ha appena regalato un Calendario con i segni zodiacali da lei spiritosamente reinterpretati: qui sopra vedete il disegno per il mese di settembre): qui potete vedere alcuni suoi disegni d’infanzia, mentre una sua collaborazione recente con Stefano Benni ha goduto di un bel booktrailer.

Per saperne di più, non mancano interviste sia brevi che lunghe, ma sempre interessanti. Imperdibile il catalogo della mostra “Quella teppa dei miei amichetti”, con tanto di particolarissima edizione “light”.

In un mondo a volte sempre più omologato, i suoi universi fantastici – così onirici e a volte così reali – sono una corroborante boccata d’aria fresca. Teniamocela ben stretta.

sabato 15 gennaio 2011

Antonio Rubino (1880-1964)

Multiforme genio del Novecento, autore di copertine, fumetti già nel 1886 e illustrazioni per Il giornalino della Domenica, Corriere dei Piccoli, La Tradotta, direttore del Topolino disneyano edito da Mondadori, antesignano e ispiratore di personalità prorompenti come Benito Jacovitti e Luciano Bottaro (ma anche Federico Fellini)... È davvero impossibile riassumere in poche righe l’instancabile attività della “matita di zucchero” (per citare un libro dell’immancabile Pallottino, recuperato proprio domenica scorsa a Piazza Diaz), sconfinata anche nell’animazione, l’arredo e lo studio di giocattoli (si ricorda perfino un gioco ispirato alla “classicissima” Milano-Sanremo).

La sua scheda di Wikipedia è perfino reticente, mentre la Fondazione Fossati dà un’utile cronologia; l’Anonima Fumetti offre qualche bella immagine, Lambiek ben poco (anche se all’estero qualcos’altro sembra in costruzione), perfin meno del suo comune di nascita... Molto meglio il suo gruppo su Facebook, ricco di foto introvabili.

Dopo le mostre curate da Claudio Bertieri al Museo Civico di Sanremo nel 1995 (“L'amico delle nuvole”) e nel 2005 sul Mondo Fanciullo (“Antonio Rubino narratore per i ragazzi”), lo stesso museo gli dedica fino al 30 aprile un’esposizione permanente, in collaborazione con la nipote Antonietta Rubino Cutini e l'Università degli Studi di Genova: sabato 22 si presenta la celebre Viperetta (qui sopra un’immagine dalla prima edizione del 1919).

Per i più curiosi, è da non perdere anche il catalogo per una mostra a Parma nel 1999, con tanto di filmato da 30 minuti, come l’articolo di Matteo Fochessati in LG Argomenti sulla cameretta dei bambini alla Wolfsoniana, anche in coincidenza delle iniziative per i 130 anni dalla nascita dell’autore.

Per chi vuol saperne di più, oltre a segnalazioni di ammiratori, è davvero una gioia per gli occhi il recente volume “integrale” di Santo Alligo, a cui si aggiunge un’antologia presentata in radio e che ha anche ispirato un dibattito e una recente chiaccherata.

E ci fermiamo qua, perché – seppur con “qualcosa di spettrale” (come ha giustamente notato il regista de La strada) – la precisione svizzera e l’horror vacui rococò del Nostro ci porterebbero lontano...

venerdì 14 gennaio 2011

Nicoletta Costa (1953)

Un vero talento naturale, che ha esordito addirittura a 10 anni, dopo aver vinto da piccola un concorso e dovendo dimostrare che il disegno era suo!

Dopo essersi laureata in architettura nel 1978, lascia lo studio del padre e inizia a illustrare libri per bambini, ma anche a scriverne, per poi espandere la propria gioiosa e giocosa creatività anche nell'arredamento per ragazzi, ma anche giocattoli e abiti (come le felpe di una nota marca di abbigliamento da 0 a 12 anni, per cui ha curato una linea scolastica con quaderni, zaini ecc.), nonché scenografie e costumi (come per Hänsel e Gretel al Teatro Verdi della sua Trieste nel 1993).


Fino allo scorso settembre protagonista di una bella esposizione al Museo Luzzati di Genova, è stata spesso al centro di mostre che cercano di esplorare a fondo il suo mondo in Technicolor (qui sopra una sua copertina del 1999).


Curioso e impeccabile il suo sito ufficiale, con relativa pagina Facebook, ben più comprensivi di Wikipedia e altri profili, anche se non mancano disegni, brevi animazioni e bibliografie, nonché guide ai suoi personaggi di successo come Giulio Coniglio, oltre a omaggi recenti, interviste e segnalazioni su blog.


Ha vinto numerosi premi internazionali (tra cui due volte l’Andersen), ma il riconoscimento più bello è forse il riscontro dei suoi ammiratori di ogni età, che non accenna a diminuire.

mercoledì 12 gennaio 2011

Guido Scarabottolo (1947)

Uno dei simboli stessi della grafica editoriale-pubblicitaria in Italia: laureato in architettura al Politecnico di Milano, dal 1973 si occupa di comunicazione visiva nello studio Arcoquattro, lavorando con tutti i maggiori editori del Paese (da cui l'immagine a fianco), compresa la RAI e le principali agenzie di “creativi”, con collaborazioni in Giappone e Stati Uniti.

Pur non disdegnando oggetti di design e mobili, dal 2002 è noto soprattutto per l’ideazione di tutte le copertine per Ugo Guanda Editore e le illustrazioni sull’inserto domenicale de Il Sole 24 ore, tuttora considerato il miglior prodotto dell’industria culturale e letteraria legato ai quotidiani nazionali.

Da poco premiato con la medaglia d'argento dalla prestigiosa Society of Illustrators di New York, fino al 20 gennaio è protagonista di una bella mostra a Cremona. Le sue immagini visionarie appaiono su quotidiani e settimanali (Internazionale, l’Unità, Alias, Abitare), copertine di libri (Guanda soprattutto, ma anche Laterza, Einaudi, Feltrinelli), brochure istituzionali e annunci pubblicitari. Curioso il suo lavoro per Tissue Journal esposto e presentato nella bella mostra “Strappi”.


Oltre al sito ufficiale e a una breve biografia, in Rete si trovano un profilo “di categoria” e uno di Giovanna Zoboli, oltre a una dispensa per un corso di formazione e un interessante portfolio. Da anni (s)oggetto e protagonista di diverse mostre, si è già portato avanti per quest’anno che vede il 130° anniversario del Pinocchio di Collodi. Sono ancora disponibili una sua intervista illuminante e una radiofonica, oltre alle tradizionali 5 domande di Centostorie.


Come ha scritto la Zoboli, “È un professionista impeccabile, una persona squisita e un disegnatore di intelligenza sopraffina. Tre doti già poco diffuse, ma pressoché introvabili nella stessa persona”.

lunedì 10 gennaio 2011

Edina Altara (1898-1983)

Talento multiforme ancor più incredibile perché sviluppato da autodidatta, a soli diciott'anni si vede acquistare un suo collage nientemeno che dal re Vittorio Emanuele III in visita a Torino: ancor oggi quell’opera, "Nella terra degli intrepidi sardi" (noto anche come "Jesus salvadelu"), è esposta al Palazzo del Quirinale.

Con il marito illustratore Vittorio Accornero de Testa, più noto come Victor Max Ninon, firma immagini déco come “Edina e Ninon”, per poi dedicarsi (dopo una... “amichevole separazione”) alla ceramica, la moda e la decorazione. Abile e fantasiosa (qui accanto un suo originale per una copertina del 1921), crea nella sua casa milanese un atélier dalla clientela raffinata. Realizza figurini di moda, collabora alla rivista Bellezza diretta da Gio Ponti, avendo modo di lavorare anche alla decorazione degli arredi di cinque transatlantici italiani, oltre a illustrare una trentina di libri per ragazzi e numerose riviste, racconti e pubblicità.

Sul web si trovano diverse sue tracce, con non pochi dettagli su Wikipedia, e nella Fondazione Fossati, un blog italiano e uno francese, ma soprattutto il sito ufficiale curato insieme al blog corrispondente dal pronipote Federico Spano, che le ha perfino (e giustamente!) aperto una pagina su Facebook.

C’è anche un estratto da un volume del 2005, più altre immagini e una breve rassegna stampa, nonché apparizioni in cartolina, una galleria astigiana e perfino dalla prestigiosa casa d'aste londinese Christie’s.

Della “colonia sarda” di illustratori che tra gli anni Dieci e Venti del Novecento collaborano a Il giornalino della Domenica, è forse l’esploratrice più intelligente dei colori della Sardegna: come ha scritto Piero Pacini nello splendido catalogo della mostra bolognese del 2008, “anziché puntare esclusivamente all'esuberanza cromatica dei costumi tradizionali e sulla fierezza della sua gente, conferisce una grazia più spigliata alle sue bambine stupefatte, che oscillano come fiori al vento o che sembrano uscite da una fiaba russa”.

Un altro esempio del genio italico che sa farsi universale e senza tempo.

domenica 9 gennaio 2011

Alberto della Valle (1851-1928)

Iniziando l’anno del centenario di Emilio Salgari, da amanti dell'avventura disegnata non potevamo evitare di segnalare il suo illustratore principe, morto suicida come lui... “l’occhio della tigre”, come l’ha definito la solita Paola Pallottino nel titolo di un libro nel 1994.

Oltre allo stile dalle chiare influenze liberty (art nouveau per i francesi, modernista per i puristi), com'è evidente dalla copertina del 1990 qui a fianco, il suo lavoro è celebre per le pose fotografiche a cui sottoponeva amici e parenti per poi rielaborare il tutto nella sua arte da “regista-attore consumato” di veri tableaux vivants che, scrive Pallottino, “intuisce, amplificandola, la costante salgariana di un esotismo casalingo”. Presentando un convegno nel luglio 2009 con tanto di confronto tra foto iniziale e illustrazione finale, è stato ben descritto il procedimento, che “partendo da fotografie scattate in interni borghesi tra pizzi e macramé, ci conduce a scenari esotici tra tigri e archibugi, facendoci vedere come una scopa possa diventare un timone e un asciugamano un turbante malese”. Se ne vede un bell’esempio anche nel blog apposito del fumettista Paolo Bacilieri, che ha illustrato una biografia salgariana ormai prossima alla pubblicazione.

Del Nostro ha parlato anche La stampa nel mese scorso, un portale del bibliofilo e naturalmente le “gallerie dell’avventura” curate dall’evocativa Perla di Labuan e lo spazio della cosiddetta Letteratura Dimenticata.

Oltre al volume Sellerio citato in apertura (ristampato nel 2003), il riferimento d’obbligo è l’articolo di Santo Alligo dedicato al "proiettore di Salgari" sulla scomparsa rivista Wuz, riedito e ampliato nel terzo volume della sua splendida serie Pittori di carta (che forse già quest’anno avrà un quarto volume, con Sergio Tofano e Attilio Micheluzzi tra gli altri) per Little Nemo Editore.

Il sapiente utilizzo della fotografia, ben prima degli artifizi e gli artefatti di PhotoShop, ha aiutato l’illustrazione: naturalmente, tutto sta a saperla usare.

sabato 8 gennaio 2011

Chiara Dattola (1978)

Poco più che trentenne e già ricca di esperienze (come se non lavorasse in Italia!), appare spessissimo sul Corriere della Sera (a fianco un’immagine pubblicata il 3 gennaio sulle famiglie di fronte alla crisi economica), il bel settimanale Internazionale, la casa editrice Archinto per il Teatro La Scala e varie agenzie di pubblicità.

I suoi
sito e blog ufficiali ne danno un quadro abbastanza esaustivo, anche se si trovano brevi profili su Quantestorie e l’associazione italiana di categoria.

Noi segnaliamo i suoi recenti collage danteschi “Disegni per versi” realizzati nell’arco di due anni con presentazioni del sempre prezioso Ferruccio Giromini (come già nel 2007), i suoi brevi fumetti per Self Comics e le sue singolari sculture presentate su Saatchi Online.

Lei stessa presenta il suo lavoro a
su e giù per il web, rispondendo anche a una manciata di domande sull’editoria per l’infanzia.

Il futuro è meno nero, quando ci sono giovani che non si adagiano sugli allori ma rilanciano rimettendosi sempre in gioco: un bel modo per vivere il presente senza dimenticare il passato... non soltanto nelle celebrazioni per l'Unità d'Italia.

giovedì 6 gennaio 2011

Antonio Lapone (1970)

Uno dei nostri più rimpianti “cervelli in fuga” (lui dice “fra l'Italia e il Belgio, praticamente sull'autostrada!”), grande appassionato degli anni Cinquanta e della “ligne claire”, ribattezzato dal designer Joost Swarte “atomic style” (riferendosi all'esposizione universale di Bruxelles nel 1958, a meno di un anno dal lancio dello Sputnik), che traspare in ogni sua opera di grafico, illustratore e fumettista: notate l'immagine a fianco, realizzata a metà dicembre...

Attivo da 15 anni, dal 1999 collabora al mensile francese BoDoï e non disdegna di pubblicare in Svizzera, Francia e Belgio, con una valanga di produzioni che comprendono artbook (Cars & Girls), sketchbook (La Grande Ourse), portfolio (Club Colonial), cartoline (La Femme 58), copertine e fumetti musicali (sui Platters nella celebre collezione BD Jazz in Italia soltanto per un quinto ma anche Igor Stravinsky nella collezione BD Classic), oltre a graphic novel d’atmosfera (A.D.A. - Antique Detectives Agency e tra un mese l’atteso Accords Sensibles per Glénat) e un’intera collezione di stampe artistiche su tessuto (si può anche scaricare il catalogo).

Le sue Femmes sono esposte su grandi tele all'acrilico alla Galleria Champaka nel quartiere degli antiquari di Bruxelles (trovate un’intervista a un recente vernissage), dove vive da qualche anno e tra pochi giorni alla Brussels Antiques & Fine Art Fair.

In Rete si trova da tre anni il suo splendido blog di prove, anticipazioni, sketch e curiosità, oltre al minuscolo spazio Lambiek e al doppio servizio Issuu. Non mancano (in francese) interviste qua e , una tavola rotonda sulla “linea chiara”, nonché la realizzazione di una serigrafia in quattro e quattr’otto.

Dopo le sue opere iniziali per Vittorio Pavesio, speriamo di (ri)vedere al più presto qualche sua opera anche nella sua lingua d’origine... e che giusto per l'Epifania l'illustrazione italiana si "manifesti" sempre più: auguri a tutti!

mercoledì 5 gennaio 2011

Brunetta (1904-1989)

Bruna Moretti all’anagrafe, piemontese con studi all'Accademia di Belle Arti a Torino e Bologna, trapiantata giovanissima a Milano dopo aver sposato l’illustratore e scenografo Filiberto Mateldi (con cui nel 1939 illustra Autarchia del profumo, un “numero unico a cura del Sindacato fascista dei commercianti profumieri della provincia di Milano”), si distingue dagli anni Trenta per i suoi figurini di moda dal segno grafico giovane e dinamico, oltre a disegni per riviste (italiane come Il dramma, La Domenica del Corriere e internazionali come Harper's Bazaar, Bemberg e Lidel), cartelloni pubblicitari nel Dopoguerra (per La Rinascente, Martini, Valentino e le Calze SìSì) che rispecchiano inevitabilmente la sua origine e il tratto da disegnatrice di moda.

Purtroppo di lei in Rete non sopravvive molto, con una voce della Fondazione Fossati ancora incompleta, più qualche immagine nell'Archivio Attivo Arte Contemporanea, su Manifesto Storico e nella Letteratura Dimenticata... che lasciano la voglia di saperne di più.

Si trova invece il bel ricordo della giornalista e illustratrice Maria Pezzi (scomparsa nel 2006) sul portale della Baldini Castoldi Dalai, dal Dizionario della Moda curato da Guido Vergani per Baldini & Castoldi nel 1999 (occorre registrarsi, gratuitamente ma lasciando i propri dati): “lei aveva negli occhi il radar. Mi sbalordiva quando la vedevo alle collezioni, a teatro, per la strada: i suoi disegni erano esattissimi eppure molto più veri del vero [...]. Un giorno, glielo dissi. Mi rispose: ‘È che io ho gli occhi come certe lenti: con il punto focale che vede il dettaglio più insolito, più aggressivo, più nascosto’. Per questo, lei trasformava le più comuni figure in personaggi; le spogliava coi suoi occhi e le rivestiva con la sua matita come dovevano e volevano essere per rappresentare quel tipo, quel vestito, quell'ambiente”.

Per amore del marito e lunghi anni della sua malattia, sacrifica la grande occasione che le viene offerta di andare a New York. Ma ormai è ben nota: Pierre Cardin, tra gli altri, la stima al punto da organizzarle una mostra al suo Espace ("Non è solo un'interprete della moda, la ricrea genialmente"). Orio Vergani ha scritto: “Il disegno e la pittura sono in lei istinto. Disegnerebbe con la cenere della sigaretta o con il dito intinto nel fard. Dipingerebbe con la polvere delle ali delle farfalle. Ma l'istinto conta assai poco se non lo guida un sentimento”.

Ancora di recente non sono mancati suoi disegni nella mostra milanese “La donna tipo Novecento” del 2007 e la grande esposizione del 2008 su La Domenica del Corriere. Sempre citando Vergani padre, ancor oggi ogni suo disegno trasmette il “racconto di un’ora di femminilità, con tutto il mistero delle sue civetterie e delle sue melanconie”. Chapeau.