Visualizzazione post con etichetta cartoline. Mostra tutti i post
Visualizzazione post con etichetta cartoline. Mostra tutti i post

martedì 30 dicembre 2014

Iela Mari (1931-2014)

Purtroppo, segue da qui... 

Lo scorso 29 gennaio è scomparsa una delle artiste più attente a sviluppare nel pubblico un’attenzione selettiva stimolando la loro fantasia: siamo rimasti... senza parole! Perfin banale dirlo, sull’autrice di libri muti italiana più famosa, che come ha scritto Cristina Taglietti sul Corriere della Sera all’indomani della sua scomparsa, “Con un palloncino rosso rivoluzionò il mondo dell’illustrazione per bambini”. Lo ha ricordata anche il manifesto, spiegando come “Negli anni Sessanta con il marito Enzo inventò gli albi visuali, seguendo i ritmi della natura e le sue trasformazioni”. 

Per avere meglio unidea, si può vedere un filmato del suo libro Il palloncino rosso (oggi da Babalibri) in edizione spagnola e francese, che ha anche ispirato un cortometraggio animato di 50 secondi.

Un’opportuna raccolta di ricordi si trova qui, con affettuose testimonianze di Doppio Zero e Topipittori fra gli altri (compresa Giunti Scuola).

Mentre in Rete si trovano un bel profilo firmato Giulia Mirandola e riferimenti alla mostra (con splendido catalogo)
Iela Mari. Il mondo attraverso una lente nel 2010-11, lo scorso 22 novembre la retrospettiva curata dall’associazione culturale Hamelin (che nelloccasione laveva intervistata) ha inaugurato la prima tappa giapponese all’Itabashi Art Museum di Tokyo fino al 12 gennaio 2015. L’ennesima occasione – all’estero – per (ri)scoprire il lavoro di un’eccellenza italiana, che ha profondamente segnato il percorso di chi lavora nell’illustrazione, l’editoria e la comunicazione.

Nel 1968 disse:
Vorrei attirare l’attenzione sulle forme in relazione al bombardamento delle immagini prodotte dalla televisione. Un’attenzione che rimane tuttora valida.

domenica 30 settembre 2012

Simona Sanfilippo (1976)


Giovane illustratrice di talento, diplomatasi in grafica pubblicitaria a Torino nel 1995 e poi sempre in ricerca, sotto la guida di maestri riconosciuti come Massimiliano Frezzato e Fabiano Negrin. 

Nel 2001 si diploma all’IED del capoluogo piemontese (con un progetto per il libro Lo zucchero d’argento) e si dedica con passione all’illustrazione per l’infanzia – da cui abbia tratto l’immagine qui accanto, per il libro La vieille dame et le vent di Nicole Snitselaar – venendo selezionata ai concorsi d’illustrazione di Bordano e Chioggia, ma anche Pictor e Illustrissimi nonché Illustranimali.

Ha collaborato con albi illustrati della bolognese Giunti, cartoline della britannica Images & Editions, libri illustrati tra l’altro di Harcourt, Evans Brothers, poesie illustrate delle britanniche Out of the Ark e Ladybird, packaging e calendari per Caffarel e Galup, perfino design di gadget per PEA&Promoplast e di timbri da collezione per Scrapalbum, nonché associazioni come Cartacanta e Satyagraha.

Oltre al suo sito ufficiale, la pagina Facebook e il blog IncantaMenti, in Rete si trovano spazi web in cui scovare alcune delle sue splendide opere... ma la cosa migliore è sempre guardare “dal vivo” su carta.

Tophost

venerdì 11 maggio 2012

Iela Mari (1931)

Gabriela Ferrano (detta Iela) incontra Enzo Mari all'Accademia di Brera, dove lei frequenta il corso di pittura e lui quello di scenografia: si sposano nel 1955 e dalla loro unione decennale nascono – oltre ai figli Michele e Agostina – alcuni libri illustrati per le epocali Emme Edizioni di Rosellina Archinto (che da presidente della Commissione Cultura nel 1992 non avrebbe certo sfigurato come prima donna sindaco di Milano...) che, come scrissero quelli di Hamelin per una mostra di due anni fa, “fra la fine degli anni Sessanta e gli anni Settanta hanno profondamente segnato il percorso di chi lavora nel campo dell’illustrazione, della grafica, dell’editoria, della comunicazione, del design. Nelle scuole, nelle biblioteche, soprattutto nel lavoro con i bambini degli asili nido, delle scuole d’infanzia e primaria, i libri di Iela Mari, nati come proposta fortemente innovativa, sono diventati nel corso del tempo dei classici della letteratura per ragazzi”.
Iela ha poi proseguito da sola, creando e illustrando titoli che, come Il palloncino rosso (1967), L’albero (1973), L'uovo e la gallina (1978), sono tuttora pubblicati in Francia e Germania Spagna e Portogallo, Gran Bretagna e Giappone, Corea e Taiwan. In Italia sono oggi disponibili nel catalogo di Babalibri, da lei fondata con la figlia Francesca per riproporre al sonnecchiante mercato italiano capolavorissimi come Nel Paese dei mostri selvaggi (1963) dell’immenso Maurice Sendak, impossibile non citare essendo scomparso tre giorni fa.
Nel cinquantesimo del suo primo libro, due anni fa la bolognese Salaborsa ha organizzato una mostra giunta anche a Milano e a Roma, dal cui catalogo è disponibile un bel testo di Andrea Rauch sul blog della casa editrice Prìncipi & Princípi nata dal suo studio.
Oltre alla voce nella Wikipedia francese (che però sbaglia l’anno di nascita, in realtà lo stesso della nostra amata Grazia Nidasio), sul web si trova qualche analisi del suo lavoro, anche su pagine straniere ma sempre affascinanti dato che mostrano le sue opere, compresi filmati, libri sfogliabili in quattro lingue e una lettura in spagnolo (anzi, castigliano).
Il suo lavoro più recente è Il paesaggio infinito, 16 cartoline realizzate nel 1988 e qui ampiamente rappresentate, che come si vede possono essere diversamente combinate per creare nuovi, splendidi scenari e stimolare l’immaginazione. Perché la grande arte apre sempre nuovi spazi: nel nostro piccolissimo, anche questo spazio vuole dare il suo umile contributo per moltiplicare emozioni e conoscenze.

Purtroppo, prosegue qui...
Tophost

venerdì 27 gennaio 2012

Enrico De Seta (1908-2008)

Eccelso cartellonista cinematografico, fu anche illustratore e vignettista (come si evince dalla gustosa locandina qui a lato, probabilmente datata 1950 alla prima distribuzione italiana del film corrispondente) collaborando con una quarantina di testate in oltre cinquant’anni di carriera: dall’esordio 15enne sul Serenissimo ai più celebri Il Travaso delle Idee, Marc'Aurelio (dove crea il leggendario Mago Bacù, sopravvissuto fino a oggi in pittoreschi modi di dire), Guerin Meschino, Il Balilla (in cui dà vita a Re Giorgetto d'Inghilterra e Ciurcillone, presto soppressi per la loro simpatia che anziché far propaganda contro gli Alleati ottengono l'effetto contrario), inventandone e dirigendone in prima persona (come Argentovivo! nel 1937 e l'effimero Belzebù! con Vittorio Metz dieci anni dopo), oltre a una manciata di periodici inglesi.

Per decenni è stato l’unico disegnatore italiano inserito nella prestigiosa World Encyclopedia of Cartoons, finché il 2 giugno 1995 il presidente Oscar Luigi Scalfaro lo ha nominato Commendatore con l’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, destinato a “ricompensare benemerenze acquisite verso la Nazione nel campo delle lettere, delle arti, della economia e nel disimpegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici ed umanitari, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari”.

Sul web se ne parla purtroppo troppo poco – una scheda della Fondazione Fossati, una voce sulla Treccani e la solita Lambiek... quasi tutte incomplete (molto meglio il blog ufficiale della britannica Look and Learn) – soprattutto rispetto alla mole e alla qualità del suo lavoro e alla sua monumentale influenza, che attende da troppo tempo una sistemazione (un ottimo esempio è il museo marchigiano Cinema a Pennello).

Il suo centesimo compleanno e la sua scomparsa sono perfino passati sotto silenzio (anche se per un suo preciso ritiro dalle scene), ma noi siamo certi che le sue opere sapranno certo rendergli giustizia facendolo riscoprire a distanza di decenni, come avvenuto in un ritrovamento quasi poetico durante un’estate barese di quattro anni fa... che speriamo davvero profetico e non a caso abbiamo scelto per aprire questo nuovo anno: ci è sembrato l'augurio migliore.

martedì 29 marzo 2011

Umberto Brunelleschi (1879-1949)

Raffinatissimo pittore e illustratore, cartellonista e caricaturista (sotto pseudonimi come Aroun-al-Raxid e Aron-al-Rascid), costumista e scenografo (qui accanto una sua maquette), attivo collaboratore di riviste di moda e belle arti come il Journal des Dames et Des Modes e la Gazette du Bon Ton, nonché fondatore e direttore artistico della breve ma significativa La Guirlande d'art et de la litterature nel 1919-20.

Ideatore di costumi per locali come il Folies Bergère e il Casino de Paris (nonché celebrità come Joséphine Baker), raggiunge anche luoghi d’eccellenza come il Teatro alla Scala di Milano e il Maggio Musicale Fiorentino, con i saloni parigini e la Biennale di Venezia che si contendono esposizioni di suoi originali realizzati per preziosissime edizioni di fiabe e capolavori della letteratura di ogni tempo.


Su Internet ci sono un paio di voci enciclopediche su Wikipedia (in francese e inglese) e Fashion Model Directory, ma soprattutto si rintracciano agevolmente sue opere (anche piccanti) che davvero mozzano il fiato, perfino accompagnate dalla musica di Brahms...


Chi vuol approfondire la goduria visiva può cercare la monografia su “illustrazione, moda e teatro” di Cristina Nuzzi edita da Franco Maria Ricci nel 1979 e il catalogo per una mostra di dieci anni dopo curata a Parma da Giuliano Ercoli, che ha poi raccolto le sue memorie Da Montemurlo a Parigi per Media Edizioni nel 1990 e un’antologia trilingue di sue illustrazioni “galanti” (dal 1930 alla scomparsa) per Glittering Images nel 1992. Eppure resta ancora molto da esplorare...

giovedì 10 marzo 2011

Barbara Canepa (1969)

Disegnatrice e colorista, ma anche sceneggiatrice e operatrice editoriale, ha diviso molte produzioni con il compagno (per un certo periodo anche di vita, ma l’arte dura di più...) Alessandro Barbucci: per le serie animate Disney Babies e Giovani Marmotte e la creazione grafica delle rivoluzionarie W.i.t.c.h., primo esempio eclatante di sincretismo visuale – prima ancora che fumettistico – tra Oriente e Occidente, manga e supereroi, filtrando empaticamente (e/o sfruttando sapientemente) gli slanci e le inquietudini delle adolescenti di mezzo mondo.

Il loro lavoro è proseguito con l’ideazione grafica dell’adrenalinico Monster Allergy e della raffinata Sky Doll (che a fine anno prevede di raggiungere il quarto volume, con il quinto già in lavorazione), più annessi e connessi (come il manifesto di Lucca Comics & Games 2004 qui sopra).


Sul web si trova anzitutto il suo blog ufficiale, la pagina Facebook e Twitter. Altri dettagli sono rintracciabili grazie alla una volta solerte uBC e la sempre rinomata Fondazione Fossati, nonché l’enciclopedica fumetteria Lambiek, blog di appassionati, spazi di fiere torinesi e repertori francesi (niente male per una genovese!).


Per gli aficionados, il Papersera dà conto analiticamente dei suoi dieci anni disneyani, accanto a un’intervista, una mostra parigina, un Master sulla colorazione ad Angoulême e il blog della nuova etichetta Venusdea per la transalpina Soleil (che si aggiunge alla collana Metamorphose, diretta insieme a Clotilde Vu per serie come END con Anna Merli e Alice con Joshua Middleton).


L’ennesima modalità per dare spazio alla creatività. E che faccia rima non è (solo) un caso.

martedì 8 marzo 2011

Carla Ruffinelli (1922-1998)

Pittrice, illustratrice e anche disegnatrice di moda, frequenta l’Accademia Albertina di Torino ed è allieva di Felice Casorati.

Nel dopoguerra è una delle prime donne animatrici, lavorando al primissimo film animato italiano, La rosa di Bagdad (1949, diretto e prodotto da Anton Gino Domeneghini), mezzo secolo dopo adattato a fumetti proprio da lei stessa su il Giornalino.

Illustrando fin dall’inizio della sua carriera le maggiori opere di letteratura per ragazzi (comprese Pinocchio nel 1960 e 1967, Cuore nel 1968), stringe un legame fecondo con le Edizioni Paoline, che per cinquant’anni esatti pubblicano le sue delicate immagini (e per quasi trenta la sua rubrica brillante e intelligente “Io mi vesto così”) su Famiglia Cristiana, il cui direttore Leonardo Zega la saluta con un bel ricordo in occasione della sua dipartita terrena.

Su Internet si trova una sua scheda e diverse prove della sua arte. Qui sopra un’immagine ideale (per il volume paolino Forbici con fantasia del 1994), per salutare degnamente questo Martedì Grasso con festa della donna incorporata. Perché è di donne così che tutti hanno bisogno e i mass media dovrebbero interessarsi di raccontare.

domenica 6 marzo 2011

Bruno Angoletta (1889-1954)

Grafico e illustratore, pittore e fumettista, caricaturista e scenografo, creatore tra le altre cose della Medusa per l’omonima collana Mondadori e soprattutto del celebre Marmittone nel 1928 (in piena e roboante epica fascista) per il Corriere dei Piccoli, poi collaboratore di riviste letterarie (da NovellaLa Lettura) e umoristiche (dal Bertoldo al Candido di Guareschi), inventore di giochi e filastrocche, oltre che designer editoriale.

Impossibile sintetizzare in poche righe la classe, la vivacità e la modernità di “Ang” (come firmava le vignette satiriche), avanti trenta-quarant’anni rispetto alla cultura italiana del periodo – e scusate la parola cultura, di questi tempi potrebbe offendere qualche italiota – e capace di rappresentare “l'esatto indispensabile, narrato con segno chiaro e affettuoso, colorate con stile”.

Seppur assolutamente non esaustive, sul web valgono una visita la voce enciclopedica di Wikipedia e quella della Fondazione Fossati, appena meno scarne dell’olandese Lambiek e di SuperEva. Ma ci sono altri dettagli anche qua e , basta saper cercare.

Oltre a un vecchio volume Garzanti, è quasi indispensabile recuperare il benemerito catalogo della splendida mostra milanese Dalla A alla Ang di dieci anni fa, con ampi stralci disponibili in Rete grazie alla Fondazione Mondadori.

Nel fastidioso chiacchiericcio moderno, riprendere in mano le sue opere (perfino quelle pubblicitarie, come quella qui sopra del 1932 per la rivista Le Vie d’Italia del Touring Club) è un vero toccasana.

lunedì 14 febbraio 2011

Marina Battigelli (1896-1979)

Pittrice, illustratrice e scrittrice (a volte con lo pseudonimo Agnese Lulli), nasce al Cairo da genitori triestini ed esordisce giovanissima a una mostra di acqueforti nel 1915 e poi nel Vangelo raccontato a un bambino dalla sua mamma (1921), da lei scritto e illustrato. Un debutto che sembra segnare la sua produzione: dei quasi 90 titoli a cui collabora, una trentina sono dedicati alla letteratura religiosa d’infanzia (qui accanto una leggenda orientale di Gesù Bambino, per Hoepli nel 1934).

Oltre a una non banale attività pittorica (che tra l’altro le frutta uno speciale encomio alla XXII Biennale di Venezia, oltre a esporre a Tokyo, a Lipsia, a New York), collabora con una dozzina di editori (tra cui nel 1940 la UTET per Quo Vadis? nella celeberrima collana Scala d’Oro) e a riviste come Il giornalino della Domenica, La Lettura e Il Novellino, nonché l’allora florido mercato delle cartoline illustrate.

Alla fine del 2008 si è (intra)vista anche lei nella misconosciuta mostra “Serenant et illuminant” a Torino sui grandi libri illustrati per l’infanzia della SEI (e relativo catalogo), ma anche lo scorso autunno a Bologna nella piccola esposizione “Letti e riletti” sui libri per ragazzi del Novecento.

Sul web si trovano una sua breve bio-bibliografia tra alcune altre, ma anche alcune sue splendide illustrazioni ancora all’asta. Qualche anno fa è stato edito un saggio sulle sue incisioni, curato da Sergio Landi per il Centro di Studi sulle Arti figurative di stanza a Castel di Poggio nel comune di Fiesole (FI), ma la sua figura è ancora ampiamente da documentare: e chissà mai che diventi un altro “effetto collaterale” reale tra i tanti legati a questo minuscolo spazio virtuale...

lunedì 7 febbraio 2011

Attilio Mussino (1878-1954)

Pittore, fumettista (è suo il primo personaggio italiano, il piccolo Bilbolbul) e illustratore, è celeberrimo per le sue splendide immagini del primo Pinocchio a colori (un tono diverso per ogni capitolo) pubblicato da Bemporad giusto cento anni fa (oggi nel catalogo Giunti), da cui fu poi tratta una serie di cartoline, oltre a far vincere al suo autore una medaglia d'oro all'Expo di Torino 1911: qui accanto vedete una celebre immagine dal Capitolo XX.

A lui è intitolato un intero museo nel comune di Vernante vicino a Cuneo (in un tripudio di murales), oltre che un concorso nazionale di pittura.


Sul web si trova una voce su Wikipedia, una alla Fondazione Fossati e poche righe su Lambiek, ma anche profili biografici più precisi.


Una bella monografia è uscita nel 1989 per l’editore cuneese L’Arciere, dall’appropriato titolo Attilio Mussino: lo zio di Pinocchio. Ma sarebbe ingiusto relegare il suo lavoro alle immagini realizzate per il burattino più famoso del mondo (in realtà una marionetta che si muove senza fili come un automa!), come ben sa chi ha letto il “medaglione” su di lui nel primo volume dei Pittori di carta dell’espertissimo Santo Alligo, appena ristampato con ulteriori chicche da Little Nemo Editore. Per chi ha voglia, c’è ancora molto da (ri)scoprire.

domenica 30 gennaio 2011

Leonetto Cappiello (1875-1942)

Uno dei padri della cartellonistica italiana moderna (qui accanto il manifesto pubblicitario parigino del 1924 usato l’anno scorso per la copertina di uno degli innumerevoli romanzi di Andrea Camilleri), caricaturista e illustratore stabilitosi a Parigi (insignito della Legion d’Onore nel 1914), creatore grafico nel 1909 del primissimo antieroenoir Zigomar, ma anche decoratore d’interni con affreschi e autore di pregiate acqueforti...

Ancor oggi le sue scelte grafiche e intuizioni moderne vengono seguite spesso pedissequamente e quasi sempre senza accorgersene pressoché dalla totalità dei cosiddetti “creativi” ma anche dai professionisti della comunicazione in senso lato.

Oltre a Wikipedia e il sito ufficiale a cura della famiglia (in francese e inglese), si trovano profili biografici sulla Encyclopedia of Irish & World Art, sul portale dell’Arte Liberty in Italia, in gallerie d’arte, alcuni blog appassiona(n)ti (come speriamo il nostro) e perfino presentazioni in Power Point.

Non manca addirittura uno studio sul suo albero genealogico e un’analisi semiotica dei suoi manifesti realizzati per la Cinzano, anche se la goduria per gli occhi sono sempre i suoi manifesti rintracciabili in molti siti e sempre ammirevoli per gusto e impostazione.

Per chi non resiste (giustamente) al fascino di saperne di più, rimane imperdibile il catalogo di una mostra newyorchese del 2004... che pur non avendo in pratica bisogno di un’edizione italiana non sarebbe male vedere nelle librerie del Bel Paese: la speranza è l’ultima a morire, dice la saggezza popolare.

sabato 29 gennaio 2011

Chiara Rapaccini (1954)

Laureata in pedagogia, grafica e scenografa, ma anche arredatrice e scultrice, scrittrice di libri per ragazzi e romanzi satirici quanto mai ironici e scanzonati, illustratrice per Corriere della Sera, la Repubblica e il manifesto, autrice di film di animazione per la RAI e il cinema (oltre a disegnare locandine per Mario Monicelli, suo compagno dal 1973), collaboratrice del Teatro di Roma e docente dal 1995 all'Istituto Europeo del Design di Roma... La gamma di espressione di questa fiorentina d’assalto non sembra aver mai fine, giustamente premiata da riconoscimenti come il premio Battello a Vapore della Città di Verbania nel 1999.

Al di là del suo frizzante sito ufficiale, lei stessa ha scritto un breve profilo e il Festivaletteratura l'ha ospitata riassumendone la carriera. Si trova anche una mini-intervista per il Corriere della Sera nel 2005, oltre alla mostra all’Istituto Italiano di Cultura newyorchese del 2009.

Qui sopra il bel manifesto realizzato per il festival di Courmayeur del 2001 (disponibile anche in alta definizione), mentre non mancano altre sue sculture e arredi.

Chi non le conoscesse, può sorridere con le sue divertenti cartoline sugli “amori sfigati” usciti per san Valentino un anno fa, presentati in una lunga, spiritosa intervista. Distratti da un indistinto mercimonio che sembra applicarsi a tutto, in un Paese dove il capo della polizia si chiama Manganelli e il segretario generale dei vescovi Crociata, la levità e l’intelligenza di autori come "Rap" sono necessari come respirare. Non fatevela scappare.

giovedì 27 gennaio 2011

Walter Molino (1915-1997)

Impossibile riassumere in poche righe uno degli autori italiani ancor oggi più ricordato, grazie soprattutto alle copertine (qui accanto il disegno per una del 1958, sempre drammaticamente attuale...) per La Domenica del Corriere, periodico continuamente protagonista da mostre che ne perpetuano il ricordo dopo la chiusura nel 1989 (compreso il bel testo Corrierino, Corrierona su Google Libri).

Ci affidiamo per brevità alle voci di Wikipedia e Fondazione Fossati, un paio di blog italiani, più un profilo dell’esperto Gianni Brunoro su Fumetto, ma anche l’olandese Lambiek e un blog francese.

Sue opere si trovano qua e per il web, con particolarità sul calcio e Grand Hôtel (di cui disegnò la testata nel 1946, tenendo a battesimo i fotoromanzi) nel sito del milanese Liceo Berchet, oltre ad altri appassionati della Domenica che condividono i loro tesori. Non manca un’intervista di Vincenzo Mollica del 1983, anche se ci piacerebbe rivedere la chiaccherata con Giampiero Mughini, Isa Barzizza e un giovane Fabio Fazio nella puntata d’esordio di Mai dire mai, addì 1989...

Dotato di “un talento scandaloso” (Indro Montanelli dixit) e capace di “trasformare la realtà in poesia, rispettandola” (Marcello Marchesi), il Nostro ha lasciato un segno indelebile che, come ha scritto Oreste del Buono, ha raccontato “fatti e misfatti, di povera gente o somme autorità, colte in momenti significativi, senza adulazione, ma senza neppure denigrazione, con affettuosa comprensione e leale pietà”. Di questi tempi, un esempio ancor più prezioso.

mercoledì 26 gennaio 2011

Adelina Zandrino (1893-1994)

Pittrice, ceramista e illustratrice (qui accanto una sua bella terracotta decorata del 1926), già a vent’anni tiene la sua prima mostra – a Rapallo, ma esporrà anche a Buenos Aires e Los Angeles – e si muove tra illustrazione editoriale, grafica commerciale, decorazione d’ambiente e pittura “da cavalletto”, non disdegnano esperienze da costumista teatrale e perfino cartoline.

Sue tracce rimangono soprattutto su Wikipedia (in cui si trova un’ampia scelta bibliografica) e Cartantica, ma anche le Collezioni d’Arte della Fondazione Cariplo e il Dizionario Universale delle Belle Arti basato sul Comanducci.

In Rete si trovano sue opere d’arte sacra, alcune deliziose cartoline e perfino un blog russo non sfugge al suo fascino, raccolto più comprensibilmente da una casa d’aste tedesca.

Curiosamente il suo nome non compare nel bel volume cARToline, uscito in tempo per un recente Salone della Regione Lombardia (organizzato come sempre dall'azienda di un senatore bibliofilo)... ma l’esperto Enrico Sturani nelle avvertenze iniziali annuncia due seguiti al ponderoso tomo. Li aspettiamo già da ora.

giovedì 20 gennaio 2011

Silvano Campeggi (1923-2018)

Il nostro forse più celebre cartellonista cinematografico, chiamato in USA nel Dopoguerra a ideare e realizzare per le maggiori case produttrici più di 3000 manifesti e locandine in trent’anni, alcune rimaste davvero nella memoria collettiva: Via col vento, Un americano a Parigi, Cantando sotto la pioggia, West Side Story, La gatta sul tetto che scotta...

Tornato in Italia nel 1973, realizza grandi quadri e ritratti per l’Arma dei Carabinieri, più il ritratto di Salvo D’Acquisto per il francobollo commemorativo dalle Poste Italiane nel 1975. Alcune mostre recenti sono state l’occasione per ritrarre attori e registi conosciuti a Hollywood, oltre a nuovi dipinti ispirati al calcio storico fiorentino, poi allestiti in mostre in Toscana e a Lione (qui accanto il disegno per una sulla Giostra del Saracino): nel 1999 il Comune di Firenze lo nomina Magnifico Messere del calcio in costume e l’anno seguente riceve il Fiorino d’Oro, massimo riconoscimento cittadino.

Oltre al sito ufficiale e alla voce su Wikipedia (solo in inglese), in Rete si trovano suoi profili in siti editoriali e da una mostra su Pinocchio del 2003, oltre a quella aperta fino allo scorso autunno dove vive in provincia di Firenze.

A parte la bella chiaccherata su Fumetto dell’ANAFI di tre anni fa e le raccolte più o meno virtuali di manifesti, una manciata di sue opere è visibile, oltre a più di un’intervista filmata e documentari apparsi in occasione delle mostre più recenti.

Testimone diretto di un’epoca dove la comunicazione visiva legata a un prodotto cinematografico era quasi interamente nelle sue mani, con il suo lavoro rimane ancora un punto di riferimento oltre che una continua fonte di emozioni.

Purtroppo, prosegue qui... 

sabato 15 gennaio 2011

Antonio Rubino (1880-1964)

Multiforme genio del Novecento, autore di copertine, fumetti già nel 1886 e illustrazioni per Il giornalino della Domenica, Corriere dei Piccoli, La Tradotta, direttore del Topolino disneyano edito da Mondadori, antesignano e ispiratore di personalità prorompenti come Benito Jacovitti e Luciano Bottaro (ma anche Federico Fellini)... È davvero impossibile riassumere in poche righe l’instancabile attività della “matita di zucchero” (per citare un libro dell’immancabile Pallottino, recuperato proprio domenica scorsa a Piazza Diaz), sconfinata anche nell’animazione, l’arredo e lo studio di giocattoli (si ricorda perfino un gioco ispirato alla “classicissima” Milano-Sanremo).

La sua scheda di Wikipedia è perfino reticente, mentre la Fondazione Fossati dà un’utile cronologia; l’Anonima Fumetti offre qualche bella immagine, Lambiek ben poco (anche se all’estero qualcos’altro sembra in costruzione), perfin meno del suo comune di nascita... Molto meglio il suo gruppo su Facebook, ricco di foto introvabili.

Dopo le mostre curate da Claudio Bertieri al Museo Civico di Sanremo nel 1995 (“L'amico delle nuvole”) e nel 2005 sul Mondo Fanciullo (“Antonio Rubino narratore per i ragazzi”), lo stesso museo gli dedica fino al 30 aprile un’esposizione permanente, in collaborazione con la nipote Antonietta Rubino Cutini e l'Università degli Studi di Genova: sabato 22 si presenta la celebre Viperetta (qui sopra un’immagine dalla prima edizione del 1919).

Per i più curiosi, è da non perdere anche il catalogo per una mostra a Parma nel 1999, con tanto di filmato da 30 minuti, come l’articolo di Matteo Fochessati in LG Argomenti sulla cameretta dei bambini alla Wolfsoniana, anche in coincidenza delle iniziative per i 130 anni dalla nascita dell’autore.

Per chi vuol saperne di più, oltre a segnalazioni di ammiratori, è davvero una gioia per gli occhi il recente volume “integrale” di Santo Alligo, a cui si aggiunge un’antologia presentata in radio e che ha anche ispirato un dibattito e una recente chiaccherata.

E ci fermiamo qua, perché – seppur con “qualcosa di spettrale” (come ha giustamente notato il regista de La strada) – la precisione svizzera e l’horror vacui rococò del Nostro ci porterebbero lontano...

mercoledì 12 gennaio 2011

Guido Scarabottolo (1947)

Uno dei simboli stessi della grafica editoriale-pubblicitaria in Italia: laureato in architettura al Politecnico di Milano, dal 1973 si occupa di comunicazione visiva nello studio Arcoquattro, lavorando con tutti i maggiori editori del Paese (da cui l'immagine a fianco), compresa la RAI e le principali agenzie di “creativi”, con collaborazioni in Giappone e Stati Uniti.

Pur non disdegnando oggetti di design e mobili, dal 2002 è noto soprattutto per l’ideazione di tutte le copertine per Ugo Guanda Editore e le illustrazioni sull’inserto domenicale de Il Sole 24 ore, tuttora considerato il miglior prodotto dell’industria culturale e letteraria legato ai quotidiani nazionali.

Da poco premiato con la medaglia d'argento dalla prestigiosa Society of Illustrators di New York, fino al 20 gennaio è protagonista di una bella mostra a Cremona. Le sue immagini visionarie appaiono su quotidiani e settimanali (Internazionale, l’Unità, Alias, Abitare), copertine di libri (Guanda soprattutto, ma anche Laterza, Einaudi, Feltrinelli), brochure istituzionali e annunci pubblicitari. Curioso il suo lavoro per Tissue Journal esposto e presentato nella bella mostra “Strappi”.


Oltre al sito ufficiale e a una breve biografia, in Rete si trovano un profilo “di categoria” e uno di Giovanna Zoboli, oltre a una dispensa per un corso di formazione e un interessante portfolio. Da anni (s)oggetto e protagonista di diverse mostre, si è già portato avanti per quest’anno che vede il 130° anniversario del Pinocchio di Collodi. Sono ancora disponibili una sua intervista illuminante e una radiofonica, oltre alle tradizionali 5 domande di Centostorie.


Come ha scritto la Zoboli, “È un professionista impeccabile, una persona squisita e un disegnatore di intelligenza sopraffina. Tre doti già poco diffuse, ma pressoché introvabili nella stessa persona”.

lunedì 10 gennaio 2011

Edina Altara (1898-1983)

Talento multiforme ancor più incredibile perché sviluppato da autodidatta, a soli diciott'anni si vede acquistare un suo collage nientemeno che dal re Vittorio Emanuele III in visita a Torino: ancor oggi quell’opera, "Nella terra degli intrepidi sardi" (noto anche come "Jesus salvadelu"), è esposta al Palazzo del Quirinale.

Con il marito illustratore Vittorio Accornero de Testa, più noto come Victor Max Ninon, firma immagini déco come “Edina e Ninon”, per poi dedicarsi (dopo una... “amichevole separazione”) alla ceramica, la moda e la decorazione. Abile e fantasiosa (qui accanto un suo originale per una copertina del 1921), crea nella sua casa milanese un atélier dalla clientela raffinata. Realizza figurini di moda, collabora alla rivista Bellezza diretta da Gio Ponti, avendo modo di lavorare anche alla decorazione degli arredi di cinque transatlantici italiani, oltre a illustrare una trentina di libri per ragazzi e numerose riviste, racconti e pubblicità.

Sul web si trovano diverse sue tracce, con non pochi dettagli su Wikipedia, e nella Fondazione Fossati, un blog italiano e uno francese, ma soprattutto il sito ufficiale curato insieme al blog corrispondente dal pronipote Federico Spano, che le ha perfino (e giustamente!) aperto una pagina su Facebook.

C’è anche un estratto da un volume del 2005, più altre immagini e una breve rassegna stampa, nonché apparizioni in cartolina, una galleria astigiana e perfino dalla prestigiosa casa d'aste londinese Christie’s.

Della “colonia sarda” di illustratori che tra gli anni Dieci e Venti del Novecento collaborano a Il giornalino della Domenica, è forse l’esploratrice più intelligente dei colori della Sardegna: come ha scritto Piero Pacini nello splendido catalogo della mostra bolognese del 2008, “anziché puntare esclusivamente all'esuberanza cromatica dei costumi tradizionali e sulla fierezza della sua gente, conferisce una grazia più spigliata alle sue bambine stupefatte, che oscillano come fiori al vento o che sembrano uscite da una fiaba russa”.

Un altro esempio del genio italico che sa farsi universale e senza tempo.

domenica 9 gennaio 2011

Alberto della Valle (1851-1928)

Iniziando l’anno del centenario di Emilio Salgari, da amanti dell'avventura disegnata non potevamo evitare di segnalare il suo illustratore principe, morto suicida come lui... “l’occhio della tigre”, come l’ha definito la solita Paola Pallottino nel titolo di un libro nel 1994.

Oltre allo stile dalle chiare influenze liberty (art nouveau per i francesi, modernista per i puristi), com'è evidente dalla copertina del 1990 qui a fianco, il suo lavoro è celebre per le pose fotografiche a cui sottoponeva amici e parenti per poi rielaborare il tutto nella sua arte da “regista-attore consumato” di veri tableaux vivants che, scrive Pallottino, “intuisce, amplificandola, la costante salgariana di un esotismo casalingo”. Presentando un convegno nel luglio 2009 con tanto di confronto tra foto iniziale e illustrazione finale, è stato ben descritto il procedimento, che “partendo da fotografie scattate in interni borghesi tra pizzi e macramé, ci conduce a scenari esotici tra tigri e archibugi, facendoci vedere come una scopa possa diventare un timone e un asciugamano un turbante malese”. Se ne vede un bell’esempio anche nel blog apposito del fumettista Paolo Bacilieri, che ha illustrato una biografia salgariana ormai prossima alla pubblicazione.

Del Nostro ha parlato anche La stampa nel mese scorso, un portale del bibliofilo e naturalmente le “gallerie dell’avventura” curate dall’evocativa Perla di Labuan e lo spazio della cosiddetta Letteratura Dimenticata.

Oltre al volume Sellerio citato in apertura (ristampato nel 2003), il riferimento d’obbligo è l’articolo di Santo Alligo dedicato al "proiettore di Salgari" sulla scomparsa rivista Wuz, riedito e ampliato nel terzo volume della sua splendida serie Pittori di carta (che forse già quest’anno avrà un quarto volume, con Sergio Tofano e Attilio Micheluzzi tra gli altri) per Little Nemo Editore.

Il sapiente utilizzo della fotografia, ben prima degli artifizi e gli artefatti di PhotoShop, ha aiutato l’illustrazione: naturalmente, tutto sta a saperla usare.