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domenica 21 dicembre 2014

Iacopo Bruno (1964)

Illustratore spezzino di smagliante bravura e gusto raffinato, dopo il diploma al Liceo Artistico e all’Accademia di Belle Arti di Carrara nel 1989 si trasferisce a Roma e comincia a collaborare con Mondadori illustrando le collane di Urania, Gialli e le copertine dei classici di Isaac Asimov. 

Dopo le partecipazioni al concorso internazionale di illustrazione della Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna nel 1996 e 2000 (che, vale la pena ricordarlo, è la più importante al mondo nel settore), nel 2009 apre a Milano lo studio specializzato in grafica editoriale, illustrazione e tipografia TheWorld of DOT insieme alla moglie Francesca Leoneschi, art director per Rizzoli e con esperienza decennale (come senior designer in Mondadori e art director nel 2008 presso Mucca Design a New York), attraverso cui collabora con le più importanti case editrici italiane: a tuttoggi, le sue illustrazioni sono state pubblicate su oltre 400 titoli in Italia e all’estero. 

Da tempo sviluppa e realizza progetti editoriali per ragazzi, in particolare dopo il successo per Il Battello a Vapore della serie di Ulysses Moore e poi di Century e Criptoanimali... (fra cui anche il romanzo con la copertina qui sopra) oltre alla direzione artistica dei progetti editoriali di Atlantyca Entertainment, sempre più spesso i volumi di gialli allegati al Corriere della Sera (di Giorgio Scerbanenco, Patricia Highsmith e Agatha Christie fra gli altri) e al nuovo design della collana Carta Bianca per Edizioni EL.

Nel 2013 la Society of Illustrators di New York include il suo lavoro per Scary Tales di James Preller fra i cento libri meglio disegnati dell’anno e il 2015 lo vedrà esordire come autore in prima persona di un libro illustrato per l’infanzia (che visto il suo talento si annuncia imperdibile).

Sue opere si trovano nel sito dello studio, nel blog ufficiale, su Facebook e LinkedIn, ma non è raro trovare suoi ottimi profili curati da blogger e riviste anche stranieri, comprese interviste in inglese e significativi booktrailer. Ma soprattutto segnaliamo l’istruttiva chiacchierata sul suo lavoro (in particolare per i romanzi di Neil Gaiman) condotta da Mario Pasqualotto al festival di Lucca Comics & Games 2010.

Come sempre, l’eccellenza italiana esiste anche se nel mondo di oggi bisogna saper cercare: ma la forza e l’evidenza del lavoro di Bruno sono fra le nostre gioie più significative degli ultimi anni.

sabato 28 dicembre 2013

Olimpia Zagnoli (1984)


Nata a Reggio Emilia, frequenta una scuola materna basata sul metodo Malaguzzi. Secondo gli insegnamenti del celebre pedagogista, i bambini seguono laboratori e atelier: “Ricordo di quel periodo le molte attività manuali e produttive, per esempio si imparava a cucinare e si andava a vendemmiare, azioni che hanno permesso di sviluppare una grande capacità pratica e che davano spazio alla riflessione e alla creatività”. 

A sei anni si trasferisce con la famiglia a Milano per seguire il lavoro del padre fotografo e la madre pittrice Emanuela Ligabue frequentando il liceo classico continua significativamente a disegnare “costantemente e ovunque”. Dopo il diploma all’Istituto Europeo di Design diventa professionista e, viste le chiusure del Bel Paese, si trasferisce brevemente nella più ricettiva New York... iniziando quasi subito collaborazioni con le maggiori testate della Grande Mela, come The New Yorker e The New York Times (per il cui inserto Book Review del 10 marzo scorso ha realizzato il disegno qui sopra).
  
Il suo essere pienamente moderna e al passo con i tempi è testimoniato anche dalla sua strabordante presenza sul web: un sito ufficiale, un account Twitter e una pagina Facebook, un Tumblr e un Flickr, un blog (ma solo su invito) e un canale YouTube, uno spazio LinkedIn e su Vimeo, nonché Instagram e Drawger... Si trova anche una sua interessante autobiografia, oltre a profili su Tapirulan e Pizza Digitale, ma anche in spazi dedicati nostrani e britannici.

Sue opere si trovano su Pinterest e D di Repubblica, come in gallerie virtuali di agenzie e portfolio internazionali.

Numerosissime anche le interviste, per Affari Italiani e FrizziFrizzi, poi DoppioZero e Nuove Dissonanze, più altre rintracciabili qua e , in italiano o in inglese da una parte all’altra del web. Se ne trovano anche filmate, come l’apparizione a Occupy DeeJay loscorso 7 maggio, una sua “creative morning” nel 2011 e un incontro con Show’n’Tell, anche se noi vi consigliamo soprattutto il bellissimo documentario da un’ora Illustratori (2013), ideato da Andrea Chirichelli che lo ha diretto con Marco Bassi.

Infine non perdetevi in edicola questa settimana il suo Calendario 2014 illustrato per Internazionale (e complimenti a Shout che ha vinto la medaglia d’oro della Society of illustrators di New York per quello del 2013)

Ormai già con un portfolio ricchissimo, Olimpia ha un cassetto che straripa di progetti... fra cui diverse idee per la moda, altri libri e l’art direction di una rivista per bambini su iPad. Ci auguriamo che si avverino presto tutti e altri ancora!

venerdì 8 febbraio 2013

Michele Tranquillini (1962)

Illustratore e graphic designer con esperienza decennale da art director in McCann-Erickson (dove ha curato campagne pubblicitarie stampa e TV, tra gli altri per Algida, McDonald’s, Coca-Cola, L’Oreal, Findus, Levi’s, Yomo), nel 1995 ha aperto un suo studio, studiando cinema alla New York University e partecipando a workshop di calligrafia con l’Associazione Calligrafica Italiana. Collabora da tempo con studi di design, riviste (come l’allegato mensile I viaggi del Sole) e quotidiani (in particolare il Corriere della Sera), realizzando mappe e reportage di viaggio illustrati (le immagini per cui è più noto), ma anche schizzi architettonici, a volte raccolti in volume come per gli oltre mille layout e vedute di Un giorno a Milano (Cartacanta 1999) scritto da Raffaella Rietmann.

Collabora regolarmente con Ultratravel (inserto del Daily Telegraph) e Traveller UK per Condè Nast, nonché il Fondo per l’Ambiente Italiano. Di lui ricordiamo con piacere anche La mappa (molto affollata) dei Mondiali (DeAgostini 2010) realizzata con il brillante Walter Fontana (e per questo intervistati da uno splendido falso Alain Elkann su Rai 3) e la partecipazione alla mostra collettiva “Fantastiche matite” a Seregno (MI), replicata lo scorso ottobre, oltre alla bella personale al Festival dell’Illustrazione di Pavia nel 2008.

Oltre a un bellissimo blog ufficiale, la sua pagina Facebook e un album Flickr, può capitare di trovarlo a passeggio per la “sua” Milano d’adozione (è nato a Trento), dove pochi giorni fa ha presentato una linea di “pensieri da indossare”, da cui abbiamo tratto l’immagine di apertura.

Come ha scritto Roberto Denti nel 2005, “le illustrazioni di Michele Tranquillini impongono la loro efficacia espressiva attraverso un insolito impasto di linee di rara efficacia compositiva. Se l’emozione visiva è data dalla percezione essenziale dell’immagine ci si rende poi conto che questo effetto è dato dai tratti minuziosi con i quali essa è costruita, tratti che sempre si fondono in una sorprendente intuizione complessiva”. E non è tutto: oggi come non mai, l’illustrazione ha mille rivoli insospettabili...

domenica 6 gennaio 2013

Francesca Capellini (1978)

Giovane illustratrice, sempre sospesa fra un certo gusto retrò e un forte design moderno, “figlia di giornalista, amante delle storie e del raccontare”, dalla natìa Bergamo si trasferisce 18enne a Bologna per frequentare il DAMS, oltre a corsi di fotografia, incisione, disegno e storia dell’illustrazione, in un frullato artistico che le torna utile in diversi momenti della sua carriera. Laureatasi in Storia dell’Arte, nel 2004 vince una borsa di studio per la Bristol School of Animation, dove incontra al corso di stop motion gli insegnanti della celebre Aardman Animations di Peter Lord e David Sproxton.

Tornata in Italia nel 2005, inizia a lavorare nello studio multimediale Làstrego & Testa di Torino, producendo per la Rai serie televisive per ragazzi. Nel capoluogo piemontese, “tenacemente incuriosita” dal mondo dell’illustrazione, s’iscrive all’Istituto Europeo di Design e nel 2010 si diploma in illustrazione, pubblicando fumetti di “graphic journalism” sulla oggi scomparsa rivista Animals, ma soprattutto illustrazioni per quotidiani italiani (come nella rubrica “Il Punto di vista” su L’Eco di Bergamo) e internazionali, oltre a creare collage d’arredamento.

All’inizio del 2011 si trasferisce a New York, per poi spostarsi in autunno a Parigi, da dove lavora in particolare per La lettura (l’inserto culturale della domenica allegato al Corriere della Sera), dal cui numero di oggi abbiamo tratto l’immagine qui sopra, e realizza libri illustrati per ragazzi (senza disdegnare di accompagnare racconti inediti). Due anni fa la nostrana Associazione Illustratori l’ha nominata Miglior Nuovo Talento: niente male, per poi vedersi gratificata di mostre personali a Bologna e Fidenza (PR).

Sul web si trova il suo sito ufficiale, un blog soprattutto fotografico, uno spazio di e-commerce intitolato La Signora BonBon, uno scarno Tumblr e uno straripante Instagram, oltre a una pagina Facebook e un profilo su FART gallery. Non manca una bella bellissima descrizione di una sua giornata, ma è facile prevedere che di lei si sentirà sempre più parlare... oltre che (un bel) vedere le sue opere.

lunedì 31 dicembre 2012

Sergio Toppi (1932-2012)

Purtroppo, segue da qui...

Lo scorso 21 agosto “il Maestro dei Maestri” se n’è andato. La definizione dell’amico editore Sergio Bonelli è tutt’altro che esagerata, vista l’enorme influenza anche internazionale avuta dall’artista milanese (basti citare Frank Miller, Walter Simonson e Howard Chaykin). Soltanto ora siamo riusciti a vincere la ritrosia nel realizzare il primo post “aggiuntivo” nella storia di questo blog, consolandoci con il piccolo omaggio di chiudere con lui un altro anno di schede informative offerte ai nostri lettori.

Oltre al seguitissimo blog di Luca Boschi (che, conoscendo le sue condizioni, negli ultimi giorni aveva intensificato i post su di lui), ne hanno parlato nell’immediato i siti Internet di suoi editori come la San Paolo Periodici in Italia e la Editions Mosquito di Michel Jans che l’ha fatto finalmente “scoprire” tra i grandi di sempre in Francia (e che gli ha dedicato una bellissima plaquette, da cui abbiamo tratto la commovente immagine d’apertura, realizzata nel 2006 per la clamorosa rentrée del Collezionista, suo unico personaggio “ricorrente”, in una quinta e conclusiva avventura).

Impossibile citare nella loro interezza il ricordo di tanti quotidiani, ma anche settimanali, nonché riviste on line e testate televisive, come di tanti colleghi scioccati dalla notizia in Italia come nel mondo. Aggiungiamo per amicizia il ricordo radiofonico del suo biografo Fabrizio Lo Bianco e il recente dossier del mensile specializzato Fumo di China.

Le sue ceneri sono state sparse sui monti dell’Alto Adige, ma le sue opere straordinarie continuano a volare in ogni parte del mondo (e lo faranno per molto tempo ancora). Siamo certi che, probabilmente già in questo 2013, il mondo della cultura gli organizzerà la prima mostra postuma... dopo una emozionante serata alla Triennale di Milano lo scorso 9 ottobre. Ma il suo ricordo e il suo esempio umano e professionale rimangono ogni giorno con noi insieme alle sue splendide tavole.

venerdì 19 ottobre 2012

Pierluigi Longo (1969)

Illustratore luminoso e al tempo stesso ipnotico, riesce a mescolare in un entusiasmante melange suggestioni e immagini che tutti abbiamo visto ma nessuno aveva mai pensato usare (e riprodurre) così bene. Ne è esempio lampante l’immagine qui accanto, dal supplemento domenicale La Lettura del Corriere della Sera dello scorso 30 settembre, a supporto di un articolo sulla trasparenza delle istituzioni.

Giunto a Milano dalla natìa Tripoli, dopo aver frequentato il liceo artistico ed essersi diplomato allo IED inizia a lavorare come assistente di Piero Ventura, finché nel 1993 inizia l’attività d’illustratore sia in editoria che in pubblicità, “con una tecnica molto diversa da quella attuale, basata su china e acquarelli, erano presenti però anche allora ampi riferimenti a stili del passato che permangono tutt'oggi”.

Amante dei collage fin da bambino, con l'avvento del digitale può esplorare ampiamente questa tecnica con cui elabora uno stile personalissimo che regala emozioni ora inquietanti, ora estranianti, comunque brillanti. Collabora meritatamente con il Corriere della Sera, ma anche a Il Sole 24 Ore, Internazionale (oltre a D per la Repubblica, Abitare, copertine per Einaudi e Rizzoli, il Saggiatore e Salani... sulla quale tra l'altro non va assolutamente persa la mostra inaugurata l'altro ieri al Castello Sforzesco) e all'estero con New Scientists, HarperCollins, The Quarterly. Da alcuni anni ha fondato l’Airstudio con Franco Brambilla e altri due soci.

Al di là del sito ufficiale, una pagina Facebook e su Flickr, sul web è disponibile la sua scheda per l’Associazione Illustratori (oltre a una foto trionfante), più diverse gallerie delle sue immagini, davvero una più bella dell’altra.

Non sono poche le sue partecipazioni a mostre collettive... l’ultima delle quali (nata da un concorso), “Le metamorfosi del viaggiatore”, si è giusto aperta ieri sera alla Galleria del Credito Valtellinese di Milano (con Fabio Sironi e Carlo Stanga, ma anche Paolo Rui e Grazia Nidasio tra gli altri), fino al 1° dicembre prossimo. Fateci un salto, e se non potete fate almeno un giro su Google Immagini: vale ogni minuto del vostro tempo!

lunedì 30 luglio 2012

Fabio Sironi (1956)

llustratore e copertinista, vignettista e a volte fumettista (come domenica scorsa su La Lettura), ritrattista (dal 1987 per il Corriere della Sera) nonché pittore di rango (ci auguriamo non vi siate persi a maggio la sua splendida mostra personale “Il volto della classe digerente” alla galleria Cappelletti), l’eclettico Fabio Sironi è un figlio legittimo dell’Accademia di Brera e dello studio di Fulvio Bianconi che stupisce sempre per l’umiltà con cui affronta ogni giorno il suo lavoro e la grandezza dei suoi risultati.

Dopo aver pubblicato vignette politiche in prima pagina su Il Giorno (1982), può vantare lavori per El Mundo e The Times, opere su La Domenica del Corriere e Capital, riviste agli antipodi come Playboy e Nigrizia, nonché Humor Graphic e La Rivista dei Libri (da The New York Review of Books), fino a ricevere nel 1992 il Premio UNICEF per l’Illustrazione alla Fiera del Libro per Ragazzi di Bologna (riferimento mondiale del settore).

Oltre al suo bel sito personale e un filmato nel suo studio, in Rete si trovano interviste e ampie testimonianze del suo talento, a partire dalla grande mostra curata nel 2008 al Castello di Ussel-Chatillon (Aosta) dall’instancabile Dino Aloi "Il sorriso graffiato - fascismo e antifascismo nel disegno satirico dalla Grande Guerra alla Costituzione", da cui abbiamo tratto l’immagine sopra (sull’art. 5: “La Repubblica, una e indivisibile, riconosce e promuove le autonomie”).

Giustamente celebri anche le sue illustrazioni ispirate da un viaggio fatto in Kenya fatto insieme a padre Renato “Kizito” Sesana e all’associazione Amani incontro ai bambini di strada nelle baraccopoli di Nairobi, utilizzate per un Calendario 2010, nonché il reportage “I sognatori della Pace” con il grande corrispondente di guerra Ettore Mo per il grande Giubileo del 2000 e le sue acqueforti su San Francesco: ma la sua arte crea sempre qualcosa di nuovo.

Per chi riuscisse a recuperarlo, c’è perfino un bel documentario-intervista realizzato dall’università telematica RAI Nettuno, “Lezioni d’ Autore: Fabio Sironi tra cronaca e arte” (2001), oltre a un’intervista sull'Africa del giugno 2006 per il satellitare Mediolanum Channel, ma piuttosto vi consigliamo Il Cocconiglio, stampato dall’Atelier Weiss di Mendrisio con suoi testi e una xilografia di Adriano Porazzi, presente nella Bibliotheca Alexandrina e nella Biblioteca Nazionale Svizzera.

Come ha scritto Dino Messina nel 2008, il lavoro di Sironi “qualche volta fa concorrenza al pezzo che deve illustrare: si tratti di Goethe, dei nuovi linguaggi multimediali, di una disputa culturale, ha il tocco distaccato ed elegante che dà alla pagina un salto di qualità”, giustamente senza troppo distinguere tra arti maggiori e arti minori. Ammesso esista una distinzione: esempi come il suo dimostrerebbe il contrario (e in positivo).

giovedì 22 marzo 2012

Alessandro Biffignandi (1935)

Uno dei più bravi, pubblicati e noti – seppur spesso... a insaputa dei suoi stessi lettori, comunque affascinati dalle sue creazioni – copertinisti di fumetti italiani.

Formatosi dai 19 anni nello studio di Averardo Ciriello, poi in quello dei fratelli Nistri come cartellonista e in quello di Augusto Favalli, nel 1960 si trasferisce dalla natìa Roma a Milano: nella metropoli lombarda, fino ai primi anni Ottanta, realizza diversi fumetti, illustrazioni e copertine a colori per libri e testate italiane e (tramite agenzie) anche straniere come le più vendute della britannica Fleetway e della francese Lug, in gran parte a carattere bellico e horror (alla fiera milanese Cartoomics si sono appena ricordati i 40 anni di Zora la vampira, che realizza tornato a Roma proprio quel 1972), ma anche western ed erotici (seppur quasi da educande per i tempi di oggi, come l'immagine qui sopra). Ha realizzato decine di manifesti cinematografici e diverse copertine di libri, compresi libri romantici negli Stati Uniti e alcuni calendari per la
Guardia di Finanza italiana, più splendidi quadri come quello
riportato qui sopra.

Su Internet si trova una sua scheda minimale della Fondazione Fossati e una poco più dettagliata curata dalla solita libreria olandese Lambiek, oltre a un'altra per Dan Dare... e da più di un anno pure una pagina ufficiale su Facebook.

Non si contano i siti (non soltanto amatoriali) in cui diverse sue opere vengono largamente riprodotte... per la gioia degli occhi di appassionati e collezionisti, ma anche di semplici nostalgici, curiosi e – vista la “sex revolution” cara a Mughini – storici del costume che vogliano ricostruire una stagione ancora confusa e con ben pochi approfondimenti bibliografici.

Quel che restano sono indubitabilmente opere straordinarie, di cui non finiremo mai di ringraziare il suo autore... davvero mefistotelico (per le atmosfere della sua arte, diabolicamente capaci di suscitare emozioni).

venerdì 27 gennaio 2012

Enrico De Seta (1908-2008)

Eccelso cartellonista cinematografico, fu anche illustratore e vignettista (come si evince dalla gustosa locandina qui a lato, probabilmente datata 1950 alla prima distribuzione italiana del film corrispondente) collaborando con una quarantina di testate in oltre cinquant’anni di carriera: dall’esordio 15enne sul Serenissimo ai più celebri Il Travaso delle Idee, Marc'Aurelio (dove crea il leggendario Mago Bacù, sopravvissuto fino a oggi in pittoreschi modi di dire), Guerin Meschino, Il Balilla (in cui dà vita a Re Giorgetto d'Inghilterra e Ciurcillone, presto soppressi per la loro simpatia che anziché far propaganda contro gli Alleati ottengono l'effetto contrario), inventandone e dirigendone in prima persona (come Argentovivo! nel 1937 e l'effimero Belzebù! con Vittorio Metz dieci anni dopo), oltre a una manciata di periodici inglesi.

Per decenni è stato l’unico disegnatore italiano inserito nella prestigiosa World Encyclopedia of Cartoons, finché il 2 giugno 1995 il presidente Oscar Luigi Scalfaro lo ha nominato Commendatore con l’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, destinato a “ricompensare benemerenze acquisite verso la Nazione nel campo delle lettere, delle arti, della economia e nel disimpegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici ed umanitari, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari”.

Sul web se ne parla purtroppo troppo poco – una scheda della Fondazione Fossati, una voce sulla Treccani e la solita Lambiek... quasi tutte incomplete (molto meglio il blog ufficiale della britannica Look and Learn) – soprattutto rispetto alla mole e alla qualità del suo lavoro e alla sua monumentale influenza, che attende da troppo tempo una sistemazione (un ottimo esempio è il museo marchigiano Cinema a Pennello).

Il suo centesimo compleanno e la sua scomparsa sono perfino passati sotto silenzio (anche se per un suo preciso ritiro dalle scene), ma noi siamo certi che le sue opere sapranno certo rendergli giustizia facendolo riscoprire a distanza di decenni, come avvenuto in un ritrovamento quasi poetico durante un’estate barese di quattro anni fa... che speriamo davvero profetico e non a caso abbiamo scelto per aprire questo nuovo anno: ci è sembrato l'augurio migliore.

mercoledì 28 dicembre 2011

Beatrice Penco Sechi (1987)

Giovane illustratrice, colorista e fumettista di talento, che dimostra una volta di più come il grande amore per i propri sogni possa far miracoli, in realtà degne ricompense al proprio lavoro. Come si conviene a un’autrice della sua generazione, è attiva sul web con un blog trilingue, un sito ufficiale (con un bel portfolio), uno spazio su Facebook e uno su Twitter.
 
Il suo stile smagliante appare evidente già dalla prima pubblicazione (la cui copertina svetta qui accanto), l'esordio di Lady Doll edito nel 2010 nella collezione BlackBerry della prestigiosa casa editrice francese Soleil, di cui è disegnatrice e colorista su testi di Daniele Vessella, “storia che ricalca molto il romanzo ottocentesco intimista al femminile, con un tocco dickensiano”.

In realtà le sue opere risultano un affascinante melange (parola a noi molto cara, data l’adorazione che proviamo per il ciclo di Dune) di molteplici influenze, il classico “bel calderone con un miscuglio impossibile dentro”, in cui è impossibile non scorgere frammenti di Claire Wendling, come di Juanjo Guarnido (e il suo celebre Blacksad) e la (ex) coppia Barbucci & Canepa.

Il suo conterraneo smoky man l’ha intervistata sul suo blog, come il Knife Magazine dell’associazione Nero Cafè per cui ha realizzato una copertina natalizia (che però uscirà a gennaio), mentre il collega Bruno Olivieri l’ha fotografata quasi un anno fa alla Creperia cagliaritana Chez Victor per l’intelligente iniziativa “Crepes Dessines”.

Come lei stessa ha svelato sulla nascita della propria carriera artistica, “di sogni se ne fanno tanti, tendono ad arrivare velocemente, velocemente andarsene, poi magari ritornare, molto leggeri. Questo mio sogno però è ritornato con la leggerezza di un mattone”, quando ha visto David Lloyd firmare la riedizione di V for Vendetta a Cagliari nella fumetteria frequentata un giorno sì e l’altro pure. “Niente ha più realtà del sogno”, come cantava Vecchioni. E i viaggi con la fantasia continuano...

Tophost

mercoledì 7 dicembre 2011

Tullio Pericoli (1936)

Pittore e disegnatore, ma anche scenografo e costumista, nonché naturalmente illustratore e ritrattista d’eccezione (fin dal suo esordio per Il Messaggero nel 1957). Per festeggiare al meglio sant’Ambroeus, dedichiamo il post di oggi a un altro milanese d’adozione, con la triplice occasione dei suoi cinquant’anni in terra meneghina, di una splendida, commovente ed emozionante biografia (divorata ieri sera dato che si legge tutta d’un fiato scritta dalla sua corregionale Silvia Ballestra) e una manciata di mostre tuttora aperte, che tentano invano di circumnavigarne la grandezza.

Impossibile riassumere il curriculum di Pericoli in poche righe: ricordiamo la celebre striscia satirica “Tutti da Fulvia sabato sera” (apparsa sia su la Repubblica che sul Corriere della Sera...) in coppia affiatata con il pubblicitario Emanuele Pirella, esempi fulminanti come il sommo Jorge Luis Borges qui sopra ritratto nel 1987 (l'anno dopo Livio Garzanti chiede a Tullio di affrescare un salone della sua casa editrice) e in questo 150° anno dell’unità d’Italia perfino il cencio del Palio di Siena.

Per saperne (e vederne) di più si può consultare Wikipedia, un bel profilo, uno spazio della Regione Marche e quello allestito da Adelphi per un celebre libro.

Gli incontentabili (come noi) possono poi rifarsi gli occhi su Internet con raccolte di opere, più di un omaggio negli anfratti web... compresa l'intera cartella stampa della mostra all’Ara Pacis nel 2010 e un servizio su una tavola rotonda del 2008 per la mostra milanese su La Domenica del Corriere (dove Tullio si firma Piero Colì).

Non mancano filmati e interviste per approfondire un... ritratto il più possibile a tutto tondo. Anche se già i suoi sono inarrivabili: come ha scritto Marco Vallora nel 1985, “sono saggi penetrantissimi, analisi inesorabili ed esaurienti”.

martedì 6 dicembre 2011

Maddalena Sisto (1951-2000)

Giornalista, architetto, viaggiatrice, illustratrice, osservatrice appassionata del suo tempo (come ben sintetizza il suo sito ufficiale), “ha raccontato con i suoi disegni trent’anni di moda, design e costume e un mondo femminile che cambiava restando lo stesso” (come noto, siamo la patria del Gattopardo...).

Giunta in treno a Milano dalla natìa Alessandria appena ventenne per frequentare la facoltà di architettura, trova lavoro alla Condé Nast rispondendo a un’inserzione. Inizia a sintetizzare il proprio stile a una sfilata di Yves Saint Laurent negli anni Settanta e non smette più. Si occupa di moda, costume, design e tendenze per Vogue e le sue “signorine allungate”, ora snob ora depresse o allegre, da riviste eleganti come Glamour, Elle, The New Yorker (ma anche Panorama e il Sette allegato al Corriere della Sera del giovedì) arrivano alle maggiori gallerie del mondo. Disegna una collezione di teiere-scultura a forma di teste femminili, collabora con riviste tedesche, americane e spagnole, realizza campagne pubblicitarie in Germania (Scholz & Friends di Amburgo) e Italia (JWT, TBWA).

In Rete si trovano suoi profili tra blog e ricordi sempre appassionati, una recente iniziativa sulla passeggiata alessandrina a lei dedicata e perfino uno sfondo creato ad hoc per chi usa (come da qualche mese chi vi scrive) Windows 7.

“Dopo Brunetta, Mad è stata l’unica ad aver saputo sintetizzare le tante anime femminili”, ha spiegato l’amica Franca Sozzani in occasione della mostra milanese “Il mondo di Mad” da lei curata nel 2004 (se ce la fate, recuperate il catalogo Condé Nast, curato da Giancarlo Ascari in arte Elfo, coetaneo dell’autrice)

Tra i suoi libri-compendio, vi segnaliamo Il Bloc Notes di Mad (2000) uscito per la Hazard di Gianni Miriantini (con 69 vignette realizzate tra il 1999 e il 2000 per la rubrica “Controcanto” di Lina Sotis sul Sette) e Immagini e interpretazioni del mondo di Mad, catalogo Skira curato da Massimiliano Finazzer Flory con scritti di Gillo Dorfles per la mostra omonima del 2005.

“Io non riesco a inserire delle battute per ridere di moda”, ha scritto una volta, “mi piace invece disegnare personaggi che siano già intensamente espressivi in sé, da cogliere dopo un’attenta osservazione, un autentico interesse, un’occhiata stupita. E poi ridere che non è deridere, né additare né sghignazzare: io gioco, mi diverto facendomi mille autoritratti, perché sono sempre io quella che ritraggo oppure una che conosco molto bene”. La meravigliosa mostra milanese di un anno fa e un’altra alessandrina di qualche mese dopo sulle “Equilibriste, Donne a pezzi, Funambole e altro ancora…” confermano le parole di Lina Sotis: “Nei suoi schizzi possiamo ritrovare tutti i tic della società contemporanea. Era un folletto, e che anche volando via ha trovato il modo di rimanere fra noi”. E siamo convinti che lo resterà a lungo.

venerdì 25 novembre 2011

Fulvio Bianconi (1915-1996)

Grafico, caricaturista e designer, dalla spiccata predisposizione al disegno fin da bambino, nell’adolescenza lavora come apprendista decoratore nelle fornaci di Murano, con Giacomo Cappellin e Michele Pinto, girando poi tra il Veneto e l'Istria decorando chiese e facendo ritratti.

Nel 1933 incontra il collega Dino Villani, di fatto l’inventore della comunicazione integrata italiana, che lo presenta ad Arnoldo Mondadori, la Motta e altre importanti aziende milanesi. L’approccio definitivo (dopo essere scampato per miracolo al rastrellamento di via Rasella nel 1944) come grafico editoriale – qui accanto, la sua sovracoperta del romanzo più celebre che fece scoprire Gadda al grande pubblico nel 1957 – avviene con Aldo Garzanti, per il quale presta la sua opera senza interruzione fino al 1975 e nelle edizioni più importanti fino ai primi anni Novanta.

Poliedricamente sempre in cerca di nuove forme d’espressione artistica, sviluppa una passione per il vetro che lo rende noto nel
mondo per centinaia di esemplari unici, è un convinto assertore del diritto di massima libertà creativa dell'artista, punto di riferimento per grafici italiani e stranieri: lavora per l'immagine di FIAT, Marzotto, HMV, Pathe, Columbia, Pirelli, diventa amico intimo di Bruno Munari (che ha scritto: “Bianconi disegna continuamente. Intendo dire che disegna mentre mangia, mentre parla, mentre cammina per la strada, disegna in vaporetto, alle mostre, alle conferenza, dappertutto e in ogni momento”) e Cesare Zavattini.

In oltre 60 anni di attività, ha disegnato migliaia di copertine, illustrato libri, creato migliaia di esemplari unici in vetro e dipinto moltissimi quadri (usando matite, tempera, olio, xilografia, zincografia, inchiostro, carta, legno, pennarelli, fotografia...). Oltre al ricco sito ufficiale e alla breve voce di Wikipedia, sul web si trovano profili e alcune opere che anche con uno sguardo veloce rendono bene la sua poliedricità.

Giusto ieri, al bel convegno milanese del centro APICE sull’immenso John Alcorn il collega Maurizio Turazzi lo ha ricordato come “un vero artista rinascimentale, capace di disegnare qualunque cosa”. Difficile riassumere la sua personalità in meno parole.

venerdì 21 ottobre 2011

Beatrice Alemagna (1973)

Nata a Bologna, ha studiato progettazione grafica e comunicazione visiva all’ISIA di Urbino e già nel 1996 ha vinto il concorso “Figures futures” al Salon du Livre et de la Presse Jeunesse di Montreuil, seguìto da altri riconoscimenti prestigiosi (il Prix Attention Talent della Fnac nel 2000, il Prix Octogones nel 2002), fino al premio Andersen 2010.

Ha esposto negli anni a Milano e Roma, Parigi e Monaco, Tokyo e Lisbona, pubblicando una ventina di volumi e illustrando autori come Roald Dahl e Gianni Rodari, ma anche Guillaume Apollinaire, Raymond Queneau, Aldous Huxley, David Grossman, venendo segnalata da Le Monde, Elle, Vogue Italia e la Repubblica tra gli altri organi di stampa culturale. Da oltre un decennio il suo talento è al servizio di una struttura internazionale come il Centre Pompidou di Parigi.

Quello che stupisce ogni volta nelle sue opere (il suo primo libro italiano è solo del 2008, Che cos’è un bambino?) è quanto e come Beatrice sia in grado di far percepire anche ai lettori giovanissimi emozioni tutt’altro che facili da trasmettere: merito di una tecnica sopraffina e multiforme, di volta in volta adeguata alla bisogna.

Oltre al sito ufficiale e al profilo dei Topipittori, in Rete si trovano sue interviste in francese, oltre che in italiano (anche filmate), ma anche blog in inglese e approfondimenti su sue opere come Le pulcette in giardino.

Di recente è risultata tra la più apprezzata dai colleghi dopo gli inarrivabili Emanuele Luzzati e Bruno Munari, oltre a essere divenuta art director di una collana per un editore francese. Qualcuno l’ha definita l’ennesimo “cervello in fuga” italico, noi la consideriamo un imprescindibile motivo d’orgoglio per il Bel Paese. Questione di prospettiva. E di talento.

domenica 16 ottobre 2011

Paolo Samarelli (1949)

Nato e residente da sempre a Roma, si è messo in mostra giovanissimo nel quotidiano Paese Sera dal 1979 al 1983 (“Primo giorno di lavoro: Vieni qui verso le 5,30 che lavori all’edizione del pomeriggio. Poi si lavorava però anche per quella del mattino”), ma a molti è noto soprattutto per i suoi disegni che dai tempi pre-Internet ricostruiscono le azioni da gol sull’esempio del pioniere Carmelo Silva (1930-1996): ha lavorato con Paolo Valenti a 90° minuto, quando tra primo e secondo tempo mostrava ai telespettatori il gol più bello o significativo (“A volte con tempo di realizzazione 5 minuti per un cartello a colori... però, privilegio raro, vedevo tutte le partite in diretta”) e al Guerin Sportivo diretto da Italo Cucci tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta.

Sarebbe però ingiusto ricordare Paolo soltanto per quella che, nel (ex?) Bel Paese, è giocoforza la sua attività più nota... anche se si parla insistentemente di una mostra dedicata all'intera sua carriera (probabilmente entro l'anno: incrociamo le dita!). Sulla Rete si trovano ad esempio traccia delle sue illustrazioni per un bel libro del 2008 in favore del ramo italiano dell’associazione EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing, “desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari”), come del giallo a puntate proposto nel 2004 su la Repubblica, da cui abbiamo tratto l'immagine qui sopra.

In particolare, da diversi anni Samarelli è caposervizio grafici per il quotidiano romano dove, con stile raffinato e sapiente (perché invisibile) supporto del computer, racconta con l’infografica ormai indispensabile fatti di cronaca e argomenti d’attualità. Un lavoro tutt’altro che facile e a continuo rischio morboso (il plastico di Porta a porta insegna...), appassionatamente seguito dai suoi fan dello spazio Pazzo Per Repubblica, a cui lo stesso artista regala a volte delle gustosissime chicche.

Come ha scritto l’immenso Gianni Rodari, “Se io fossi un professore di geometria, credo che imposterei il mio insegnamento sulle ‘disegnate’ di Paolo Samarelli”. Come dargli torto?

sabato 15 ottobre 2011

Valeria Petrone (1965)

È nata a Cesena e ha studiato a Milano, dove vive tutt’ora, oltre a Londra (dove ha frequentato la St. Martin School of Art e ed è stata freelance per parecchi anni) e dal 1988 illustra libri per ragazzi, copertine, quotidiani e periodici in Italia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Francia, Giappone. Ha partecipato a numerose mostre collettive in Italia e all’estero. Da membro della Society of Illustrators di NewYork, i suoi lavori sono stati selezionati su un Annual della Society e dall’Original Art Show della Grande Mela, ma naturalmente è stata anche protagonista di un Annual della nostrana Associazione Illustratori.

Oltre al sito ufficiale, sul web si trovano diverse sue opere, un blog e altro ancora nello spazio sempre ben curato dall’agenzia tutta “al femminile” Morgan Gaynin Inc. Ma non mancano un portfolio e la segnalazione di una recente mostra aretina.

La sua tecnica si basa soprattutto su acrilici e pittura digitale, anche se non rinuncia a incursioni nella scultura (5 anni fa ha anche firmato un accattivante bloc notes per la milanese Moleskine). I suoi soggetti (uomini, donne e animali... ammesso che a volte ci sia così tanta differenza) si caratterizzano per la morbidezza che ne definisce i profili e per i colori mai banali, spesso accompagnati da tratti sottili.

L’immagine spiritosa – anche se, ahinoi, verissima – che presentiamo qui sopra è uscita su Io donna in edicola per una settimana con il Corriere della Sera da oggi, insieme ad altre bellissime immagini a corredo di un bel servizio sulle “proposte indecenti” ricevute da personaggi di una qualche notorietà. Ma il bello delle illustrazioni di Valeria è che ciascuno vi si può riconoscere e, soprattutto, apprezzare.