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domenica 6 gennaio 2013

Francesca Capellini (1978)

Giovane illustratrice, sempre sospesa fra un certo gusto retrò e un forte design moderno, “figlia di giornalista, amante delle storie e del raccontare”, dalla natìa Bergamo si trasferisce 18enne a Bologna per frequentare il DAMS, oltre a corsi di fotografia, incisione, disegno e storia dell’illustrazione, in un frullato artistico che le torna utile in diversi momenti della sua carriera. Laureatasi in Storia dell’Arte, nel 2004 vince una borsa di studio per la Bristol School of Animation, dove incontra al corso di stop motion gli insegnanti della celebre Aardman Animations di Peter Lord e David Sproxton.

Tornata in Italia nel 2005, inizia a lavorare nello studio multimediale Làstrego & Testa di Torino, producendo per la Rai serie televisive per ragazzi. Nel capoluogo piemontese, “tenacemente incuriosita” dal mondo dell’illustrazione, s’iscrive all’Istituto Europeo di Design e nel 2010 si diploma in illustrazione, pubblicando fumetti di “graphic journalism” sulla oggi scomparsa rivista Animals, ma soprattutto illustrazioni per quotidiani italiani (come nella rubrica “Il Punto di vista” su L’Eco di Bergamo) e internazionali, oltre a creare collage d’arredamento.

All’inizio del 2011 si trasferisce a New York, per poi spostarsi in autunno a Parigi, da dove lavora in particolare per La lettura (l’inserto culturale della domenica allegato al Corriere della Sera), dal cui numero di oggi abbiamo tratto l’immagine qui sopra, e realizza libri illustrati per ragazzi (senza disdegnare di accompagnare racconti inediti). Due anni fa la nostrana Associazione Illustratori l’ha nominata Miglior Nuovo Talento: niente male, per poi vedersi gratificata di mostre personali a Bologna e Fidenza (PR).

Sul web si trova il suo sito ufficiale, un blog soprattutto fotografico, uno spazio di e-commerce intitolato La Signora BonBon, uno scarno Tumblr e uno straripante Instagram, oltre a una pagina Facebook e un profilo su FART gallery. Non manca una bella bellissima descrizione di una sua giornata, ma è facile prevedere che di lei si sentirà sempre più parlare... oltre che (un bel) vedere le sue opere.

lunedì 31 dicembre 2012

Sergio Toppi (1932-2012)

Purtroppo, segue da qui...

Lo scorso 21 agosto “il Maestro dei Maestri” se n’è andato. La definizione dell’amico editore Sergio Bonelli è tutt’altro che esagerata, vista l’enorme influenza anche internazionale avuta dall’artista milanese (basti citare Frank Miller, Walter Simonson e Howard Chaykin). Soltanto ora siamo riusciti a vincere la ritrosia nel realizzare il primo post “aggiuntivo” nella storia di questo blog, consolandoci con il piccolo omaggio di chiudere con lui un altro anno di schede informative offerte ai nostri lettori.

Oltre al seguitissimo blog di Luca Boschi (che, conoscendo le sue condizioni, negli ultimi giorni aveva intensificato i post su di lui), ne hanno parlato nell’immediato i siti Internet di suoi editori come la San Paolo Periodici in Italia e la Editions Mosquito di Michel Jans che l’ha fatto finalmente “scoprire” tra i grandi di sempre in Francia (e che gli ha dedicato una bellissima plaquette, da cui abbiamo tratto la commovente immagine d’apertura, realizzata nel 2006 per la clamorosa rentrée del Collezionista, suo unico personaggio “ricorrente”, in una quinta e conclusiva avventura).

Impossibile citare nella loro interezza il ricordo di tanti quotidiani, ma anche settimanali, nonché riviste on line e testate televisive, come di tanti colleghi scioccati dalla notizia in Italia come nel mondo. Aggiungiamo per amicizia il ricordo radiofonico del suo biografo Fabrizio Lo Bianco e il recente dossier del mensile specializzato Fumo di China.

Le sue ceneri sono state sparse sui monti dell’Alto Adige, ma le sue opere straordinarie continuano a volare in ogni parte del mondo (e lo faranno per molto tempo ancora). Siamo certi che, probabilmente già in questo 2013, il mondo della cultura gli organizzerà la prima mostra postuma... dopo una emozionante serata alla Triennale di Milano lo scorso 9 ottobre. Ma il suo ricordo e il suo esempio umano e professionale rimangono ogni giorno con noi insieme alle sue splendide tavole.

giovedì 31 marzo 2011

Anna Castagnoli (1971)

Autrice e illustratrice di libri per bambini pubblicati in Italia, Francia e Spagna (è nata a Versailles, ha vissuto negli Stati Uniti e oggi risiede a Barcellona), ha ottenuto numerosi riconoscimenti internazionali, tra cui una selezione alla spagnola Ilustrarte 2009 (tra cui l'immagine a lato) e lo stesso anno alla bolognese Grammatica delle figure in omaggio a Gianni Rodari.

Oltre al sito ufficiale, dal 2008 cura un ottimo blog di informazioni e consigli sull'illustrazione, inoltre collabora con riviste come la francese La joie par les livres e l'italiana Hamelin, arrivando nel 2010 a esordire nella narrativa con il libro Super 8 per Topipittori.

Da sabato 2 aprile è protagonista di una personale al Festival dell’Illustrazione di Pavia, ma in Rete si trovano da tempo una sua intervista “in 5 domande” e una televisiva in francese, oltre a uno dei suoi numerosi corsi.

Il suo stile è emozionante ed evocativo, ma come sempre ogni definizione è riduttiva: il nostro invito non può che essere quello di scoprire e approfondire di persona la sua arte.

martedì 29 marzo 2011

Umberto Brunelleschi (1879-1949)

Raffinatissimo pittore e illustratore, cartellonista e caricaturista (sotto pseudonimi come Aroun-al-Raxid e Aron-al-Rascid), costumista e scenografo (qui accanto una sua maquette), attivo collaboratore di riviste di moda e belle arti come il Journal des Dames et Des Modes e la Gazette du Bon Ton, nonché fondatore e direttore artistico della breve ma significativa La Guirlande d'art et de la litterature nel 1919-20.

Ideatore di costumi per locali come il Folies Bergère e il Casino de Paris (nonché celebrità come Joséphine Baker), raggiunge anche luoghi d’eccellenza come il Teatro alla Scala di Milano e il Maggio Musicale Fiorentino, con i saloni parigini e la Biennale di Venezia che si contendono esposizioni di suoi originali realizzati per preziosissime edizioni di fiabe e capolavori della letteratura di ogni tempo.


Su Internet ci sono un paio di voci enciclopediche su Wikipedia (in francese e inglese) e Fashion Model Directory, ma soprattutto si rintracciano agevolmente sue opere (anche piccanti) che davvero mozzano il fiato, perfino accompagnate dalla musica di Brahms...


Chi vuol approfondire la goduria visiva può cercare la monografia su “illustrazione, moda e teatro” di Cristina Nuzzi edita da Franco Maria Ricci nel 1979 e il catalogo per una mostra di dieci anni dopo curata a Parma da Giuliano Ercoli, che ha poi raccolto le sue memorie Da Montemurlo a Parigi per Media Edizioni nel 1990 e un’antologia trilingue di sue illustrazioni “galanti” (dal 1930 alla scomparsa) per Glittering Images nel 1992. Eppure resta ancora molto da esplorare...

sabato 26 marzo 2011

Maria Pezzi (1908-2006)

Raffinata giornalista e illustratrice, di moda ma non solo. Dopo una breve esperienza di recitazione, incoraggiata dal grande grafico pubblicitario Federico Seneca (ideatore tra l’altro degli ancora in auge “Perugina”), studia pittura e disegno finché, conosciuto nel 1937 a Parigi il l’italo-francese René Gruau, si convince a fare del disegno di moda la sua professione.

Corrispondente da Parigi per L'Europeo, quando la moda italiana si svincola da quella francese (a Firenze nel 1951) accompagna i servizi dell'amica Elisa Massai per l’americano Women's Wear Daily, con disegni e bozzetti che presto raccolgono l’attenzione generale.

Sue corrispondenze e disegni escono anche su La Domenica del Corriere e il Corriere d'Informazione, documentando il periodo dei “grandi nomi” come Christan Dior, Coco Chanel, Pierre Cardin, Yves Saint-Laurent. e saldando l’amicizia con giornalisti e scrittori come Camilla Cederna, Arrigo Benedetti, Giorgio Bocca, Alberto Cavallari, Gaetano Afeltra e Dino Buzzati (per il quale disegna anche costumi teatrali).

I suoi servizi settimanali con tavole a tempera sul quotidiano Il Giorno costituiscono una vera e propria storia illustrata della moda, con le apparizioni degli italiani Valentino, Mila Schön, Krizia e Missoni, mentre scritti e interviste sui settimanali Donna e Vogue documentano la storia del costume. Non a caso è la principale collaboratrice di Guido Vergani (che su di lei scrive un bel libro, di cui riportiamo qui sopra il disegno della copertina) al Dizionario della Moda curato per Baldini & Castoldi nel 1994.

Oltre alla sua voce su Wikipedia (in gran parte ripresa da un portale), sul web si trovano una bella intervista del 2000 e un ricordo personale in occasione della sua recente scomparsa.

Nel 2001 il presidente Ciampi le ha conferito il Cavalierato di Gran Croce della Repubblica Italiana: ma per chi non ha bisogno di queste certificazioni “ufficiali”, lei – che si definiva una semplice cronista, visiva oltre che di scrittura – risultava già di un livello superiore e mai... fuori moda. In tutti i sensi.

giovedì 17 marzo 2011

Hugo Pratt (1927-1995)

Il simbolo stesso dell’avventura, non soltanto italiana e non soltanto a fumetti: illustratore (ma seppur a proposito, la definizione è ampiamente riduttiva), romanziere, a volte saggista, perfino personaggio in piccoli camei al cinema, nei fumetti e di un libro, inevitabilmente intitolato Un romanzo d’avventura.

Nonostante l’evidente impossibilità di racchiudere in poche righe – anche se non a caso questo è il nostro post più lungo – alcunché della sua vita (compreso il vero nome e cognome all'anagrafe di Rimini, Ugo Prat), delle sue opere e anche dei suoi mirabolanti racconti (fanfaronate comprese) capaci di riunire l’una e le altre, ci piace festeggiare questo 150° dell’Unità d’Italia con il suo più famoso narratore per immagini, ricordato alla sua morte da un necrologio sul Corriere della Sera da parte del Ministro della Cultura dell’epoca, lo storico dell’arte Antonio Paolucci, in grado di far parlare di sé con un inedito (il chiaccherato Sandokan nel 2009, a 15 anni dalla sua scomparsa e 40 dalla realizzazione dell’opera) e da oggi fino al 21 agosto protagonista di una mostra “definitiva” alla Pinacoteca di Parigi.

Oltre alle schede multilingue di Wikipedia, dell'immancabile Lambiek e la Fondazione Fossati, valgono una visita il sito ufficiale e un ricchissimo archivio digitale, ma anche lo spazio del suo editore italiano, la voce di uBC e chicche sparse qua e là.

Non si contano nei decenni le esposizioni di sue opere, i rispettivi cataloghi, le continue ristampe e nuove edizioni delle sue storie, tanto da far perdere il conto delle iniziative anche agli appassionati.

Sul web si trovano interviste, ma anche chiaccherate e conversazioni raccolte negli anni pure in francese per documentari, più merchandising, inaugurazioni di mostre e altro ancora, compresa la consegna del Grand Prix nazionale francese per le arti grafiche dal ministro Jack Lang nel 1988, uno speciale di Rai Gulp e un’intervista in francese sulla sua creatura più celebre, il marinaio Corto Maltese.

Per chi vuol saperne (inevitabilmente) di più sulla sua produzione sterminata comprese copertine di dischi, come l’evocativa Mari del Sud di Sergio Endrigo o quelle per la rivista Sgt. Kirk come l’immagine qui sopra tra la massa di articoli e volumi specifici segnaliamo le “illazioni sull’ultimo eroe romantico” appena aggiornate da Gianni Brunoro e la bella sintesi tra fumetto e letteratura di Giovanni Marchese. Ma la bellezza delle immagini (multimediali) di Pratt è tale che ognuna di loro è una continua (ri)scoperta. Dal passato, nel presente, per il futuro: buona caccia.

giovedì 10 marzo 2011

Barbara Canepa (1969)

Disegnatrice e colorista, ma anche sceneggiatrice e operatrice editoriale, ha diviso molte produzioni con il compagno (per un certo periodo anche di vita, ma l’arte dura di più...) Alessandro Barbucci: per le serie animate Disney Babies e Giovani Marmotte e la creazione grafica delle rivoluzionarie W.i.t.c.h., primo esempio eclatante di sincretismo visuale – prima ancora che fumettistico – tra Oriente e Occidente, manga e supereroi, filtrando empaticamente (e/o sfruttando sapientemente) gli slanci e le inquietudini delle adolescenti di mezzo mondo.

Il loro lavoro è proseguito con l’ideazione grafica dell’adrenalinico Monster Allergy e della raffinata Sky Doll (che a fine anno prevede di raggiungere il quarto volume, con il quinto già in lavorazione), più annessi e connessi (come il manifesto di Lucca Comics & Games 2004 qui sopra).


Sul web si trova anzitutto il suo blog ufficiale, la pagina Facebook e Twitter. Altri dettagli sono rintracciabili grazie alla una volta solerte uBC e la sempre rinomata Fondazione Fossati, nonché l’enciclopedica fumetteria Lambiek, blog di appassionati, spazi di fiere torinesi e repertori francesi (niente male per una genovese!).


Per gli aficionados, il Papersera dà conto analiticamente dei suoi dieci anni disneyani, accanto a un’intervista, una mostra parigina, un Master sulla colorazione ad Angoulême e il blog della nuova etichetta Venusdea per la transalpina Soleil (che si aggiunge alla collana Metamorphose, diretta insieme a Clotilde Vu per serie come END con Anna Merli e Alice con Joshua Middleton).


L’ennesima modalità per dare spazio alla creatività. E che faccia rima non è (solo) un caso.

mercoledì 9 marzo 2011

Alessandro Barbucci (1973)

Da disegnatore disneyano “classico ma non troppo” (per le serie animate Disney Babies e Giovani Marmotte, il video 3D Winnie the Pooh, la rivista PK e le storie di Paperino Paperotto) a creatore grafico (insieme all’allora compagna Barbara Canepa) delle rivoluzionarie W.i.t.c.h., primo esempio eclatante di sincretismo visuale – prima ancora che fumettistico – tra Oriente e Occidente, manga e supereroi, filtrando empaticamente (e/o sfruttando sapientemente) gli slanci e le inquietudini delle adolescenti di mezzo mondo. La storia del Nostro e di molti colleghi autori della sua generazione nasce tutta qua, per poi sentire subito la spinta a crescere e creare personaggi propri, realizzati e curati interamente in prima persona.

Dopo l'ideazione grafica di Monster Allergy, è la raffinata Sky Doll (qui accanto in un'efficace copertina del 2002) a spingere le creazioni della coppia Barbucci & Canepa ancora più in là, in un mix riuscito tra fantascienza e fumetto “d'autore” che ottiene più di un riconoscimento internazionale, anche se fatica a trovare una dimensione del tutto compiuta (a fine anno uscirà il quarto volume, ed è in lavorazione anche il quinto). Meno di un anno fa, Alessandro ha firmato Chosp, il suo primo personaggio realizzato in solitudine, non disdegnando la cura di volumi collettivi e servizi di character design, oltre a concept e visualizzazioni per l’agenzia Saatchi & Saatchi e nel rutilante mondo dei videogiochi.

Oltre al blog ufficiale, una scarna Wikipedia e alla Fondazione Fossati, grazie a Internet si può reperire una cronologia, nonché le schede su Lambiek e Comics World, ma anche il repertorio delle sue circa 1200 tavole disneyane e una descrizione (più lunga in inglese) del mondo delle sue bambole meccaniche.

Non mancano alcuni filmati, come una recentissima intervista (in francese) dal festival di Angoulême, un’altra in spagnolo (castigliano, per la precisione) e perfino disegno e colorazione digitale di Noa su iPad. Perché, almeno a chi non ha le fette di salame sugli occhi, è evidente che le nuove tecnologie non possono che essere amiche della creatività...

domenica 6 marzo 2011

Bruno Angoletta (1889-1954)

Grafico e illustratore, pittore e fumettista, caricaturista e scenografo, creatore tra le altre cose della Medusa per l’omonima collana Mondadori e soprattutto del celebre Marmittone nel 1928 (in piena e roboante epica fascista) per il Corriere dei Piccoli, poi collaboratore di riviste letterarie (da NovellaLa Lettura) e umoristiche (dal Bertoldo al Candido di Guareschi), inventore di giochi e filastrocche, oltre che designer editoriale.

Impossibile sintetizzare in poche righe la classe, la vivacità e la modernità di “Ang” (come firmava le vignette satiriche), avanti trenta-quarant’anni rispetto alla cultura italiana del periodo – e scusate la parola cultura, di questi tempi potrebbe offendere qualche italiota – e capace di rappresentare “l'esatto indispensabile, narrato con segno chiaro e affettuoso, colorate con stile”.

Seppur assolutamente non esaustive, sul web valgono una visita la voce enciclopedica di Wikipedia e quella della Fondazione Fossati, appena meno scarne dell’olandese Lambiek e di SuperEva. Ma ci sono altri dettagli anche qua e , basta saper cercare.

Oltre a un vecchio volume Garzanti, è quasi indispensabile recuperare il benemerito catalogo della splendida mostra milanese Dalla A alla Ang di dieci anni fa, con ampi stralci disponibili in Rete grazie alla Fondazione Mondadori.

Nel fastidioso chiacchiericcio moderno, riprendere in mano le sue opere (perfino quelle pubblicitarie, come quella qui sopra del 1932 per la rivista Le Vie d’Italia del Touring Club) è un vero toccasana.

lunedì 14 febbraio 2011

Marina Battigelli (1896-1979)

Pittrice, illustratrice e scrittrice (a volte con lo pseudonimo Agnese Lulli), nasce al Cairo da genitori triestini ed esordisce giovanissima a una mostra di acqueforti nel 1915 e poi nel Vangelo raccontato a un bambino dalla sua mamma (1921), da lei scritto e illustrato. Un debutto che sembra segnare la sua produzione: dei quasi 90 titoli a cui collabora, una trentina sono dedicati alla letteratura religiosa d’infanzia (qui accanto una leggenda orientale di Gesù Bambino, per Hoepli nel 1934).

Oltre a una non banale attività pittorica (che tra l’altro le frutta uno speciale encomio alla XXII Biennale di Venezia, oltre a esporre a Tokyo, a Lipsia, a New York), collabora con una dozzina di editori (tra cui nel 1940 la UTET per Quo Vadis? nella celeberrima collana Scala d’Oro) e a riviste come Il giornalino della Domenica, La Lettura e Il Novellino, nonché l’allora florido mercato delle cartoline illustrate.

Alla fine del 2008 si è (intra)vista anche lei nella misconosciuta mostra “Serenant et illuminant” a Torino sui grandi libri illustrati per l’infanzia della SEI (e relativo catalogo), ma anche lo scorso autunno a Bologna nella piccola esposizione “Letti e riletti” sui libri per ragazzi del Novecento.

Sul web si trovano una sua breve bio-bibliografia tra alcune altre, ma anche alcune sue splendide illustrazioni ancora all’asta. Qualche anno fa è stato edito un saggio sulle sue incisioni, curato da Sergio Landi per il Centro di Studi sulle Arti figurative di stanza a Castel di Poggio nel comune di Fiesole (FI), ma la sua figura è ancora ampiamente da documentare: e chissà mai che diventi un altro “effetto collaterale” reale tra i tanti legati a questo minuscolo spazio virtuale...

venerdì 11 febbraio 2011

Cinzia Leone (1954)

Fumettista (dai tempi di Alter Alter nel 1978, tra i fondatori del settimanale satirico Il Male e premiata con l'ambito Yellow Kid nel 1998), giornalista e art director per il mensile La Nuova Ecologia, Il Sole 24 ore e Il Riformista, columnist su periodici come Io Donna, Amica e New Politics, docente di “Tecniche di racconto, dal fumetto allo storyboard pubblicitario” al milanese Istituto Europeo di Design, direttrice della collana Diario Minimo per Memori, autrice di sigle e animazioni televisive.

Oggi che tutti (stra)parlano di “graphic novel” – etichetta amata dal marketing anglosassone per descrivere un “semplice” romanzo a fumetti – lei può già vantare da anni volumi come Il diamante dell'Haganah (Rizzoli / Milano Libri 1990), Gilda: Atelier David (Editori del Grifo 1989), Come conquistare le donne: Bestiario femminile illustrato (Franco Cosimo Panini 1999), oltre al recente romanzo “di parole” Liberabile: Storia di un uomo qualunque (Bompiani 2009) e alle collaborazioni Hotel Habanera (Editori del Grifo 1990) con Paolo Conte e Vincenzo Mollica, Quel fantastico treno: Fumetti d’autore sulla ferrovia (AdnKronos Libri 1992) insieme a Hugo Pratt, Guido Crepax, José Muñoz e Lorenzo Mattotti.


La sua creatura più famosa è Gilda (qui sopra nella sua immagine più famosa), ma la sua attività eclettica ha compreso anche un’estrosa storia per Diabolik da poco ristampata dall'arrembante Dada Editore, vignette per la Smemoranda dal 1995 e altri esempi di satira sempre accattivanti e che non rinunciano a essere sinuosi. È stata anche protagonista di una mostra a Positano lo scorso settembre, festeggiata da una serata di cui restano brevi testimonianze.


Oltre a sito e blog ufficiali, su Internet si trovano sue schede su Wikipedia, nella Fondazione Fossati e da Lambiek. Ma c’è anche una piccola “guida ai segreti romani” nel portale femminile di RCS e un’intervista per il suo esordio letterario.


In tempi in cui la volgarità viene esibita con orgoglio e sembra costituire un trend orribilmente capace di contaminare ogni ambito socio-politico, l’eleganza e la raffinatezza di autori come Cinzia Leone (da non confondersi con l’omonima attrice brillante...) ci mancano sempre di più.

martedì 1 febbraio 2011

Cinzia Ghigliano (1952)

Fumettista (premiata con lo Yellow Kid nel 1978, per la sua Solange qui accanto in una celebre immagine), illustratrice (premio Gigante delle Langhe 2004), pittrice e costumista di fama internazionale, ma anche divulgatrice (premio Andersen con Luca Novelli nel 1986) e perfino animatrice con il marito Marco Tomatis... finalmente riscoperta – ma ancora non del tutto – in epoca di sedicenti “graphic novel” come una delle narratrici per immagini più coerenti e di lungo corso del Bel Paese (indimenticabili ma sconosciutissime le avventure dell’avvocato Lea Martelli sul settimanale Amica negli anni Settanta).

La segnalano, molto meno dettagliatamente di come merita, Wikipedia e la Fondazione Fossati, ma anche Lambiek e alcuni suoi editori e agenzie (con tanto di breve intervista realizzata in occasione del Salone del Libro di Torino nel 2009).

Il suo sito ufficiale vale una visita, e non solo per i dettagli irreperibili altrove... anche se qualcosa si trova nella presentazione di una mostra torinese di un anno fa, già a Mondovì nel 2009, oltre ad alcune sue opere al tratto e un paio di interviste.

Siamo davvero felici che la sua arte continui a regalarci nuove emozioni, magari affiancandosi ad altri media come la musica di Fabrizio De André...

domenica 30 gennaio 2011

Leonetto Cappiello (1875-1942)

Uno dei padri della cartellonistica italiana moderna (qui accanto il manifesto pubblicitario parigino del 1924 usato l’anno scorso per la copertina di uno degli innumerevoli romanzi di Andrea Camilleri), caricaturista e illustratore stabilitosi a Parigi (insignito della Legion d’Onore nel 1914), creatore grafico nel 1909 del primissimo antieroenoir Zigomar, ma anche decoratore d’interni con affreschi e autore di pregiate acqueforti...

Ancor oggi le sue scelte grafiche e intuizioni moderne vengono seguite spesso pedissequamente e quasi sempre senza accorgersene pressoché dalla totalità dei cosiddetti “creativi” ma anche dai professionisti della comunicazione in senso lato.

Oltre a Wikipedia e il sito ufficiale a cura della famiglia (in francese e inglese), si trovano profili biografici sulla Encyclopedia of Irish & World Art, sul portale dell’Arte Liberty in Italia, in gallerie d’arte, alcuni blog appassiona(n)ti (come speriamo il nostro) e perfino presentazioni in Power Point.

Non manca addirittura uno studio sul suo albero genealogico e un’analisi semiotica dei suoi manifesti realizzati per la Cinzano, anche se la goduria per gli occhi sono sempre i suoi manifesti rintracciabili in molti siti e sempre ammirevoli per gusto e impostazione.

Per chi non resiste (giustamente) al fascino di saperne di più, rimane imperdibile il catalogo di una mostra newyorchese del 2004... che pur non avendo in pratica bisogno di un’edizione italiana non sarebbe male vedere nelle librerie del Bel Paese: la speranza è l’ultima a morire, dice la saggezza popolare.

giovedì 27 gennaio 2011

Walter Molino (1915-1997)

Impossibile riassumere in poche righe uno degli autori italiani ancor oggi più ricordato, grazie soprattutto alle copertine (qui accanto il disegno per una del 1958, sempre drammaticamente attuale...) per La Domenica del Corriere, periodico continuamente protagonista da mostre che ne perpetuano il ricordo dopo la chiusura nel 1989 (compreso il bel testo Corrierino, Corrierona su Google Libri).

Ci affidiamo per brevità alle voci di Wikipedia e Fondazione Fossati, un paio di blog italiani, più un profilo dell’esperto Gianni Brunoro su Fumetto, ma anche l’olandese Lambiek e un blog francese.

Sue opere si trovano qua e per il web, con particolarità sul calcio e Grand Hôtel (di cui disegnò la testata nel 1946, tenendo a battesimo i fotoromanzi) nel sito del milanese Liceo Berchet, oltre ad altri appassionati della Domenica che condividono i loro tesori. Non manca un’intervista di Vincenzo Mollica del 1983, anche se ci piacerebbe rivedere la chiaccherata con Giampiero Mughini, Isa Barzizza e un giovane Fabio Fazio nella puntata d’esordio di Mai dire mai, addì 1989...

Dotato di “un talento scandaloso” (Indro Montanelli dixit) e capace di “trasformare la realtà in poesia, rispettandola” (Marcello Marchesi), il Nostro ha lasciato un segno indelebile che, come ha scritto Oreste del Buono, ha raccontato “fatti e misfatti, di povera gente o somme autorità, colte in momenti significativi, senza adulazione, ma senza neppure denigrazione, con affettuosa comprensione e leale pietà”. Di questi tempi, un esempio ancor più prezioso.

mercoledì 26 gennaio 2011

Adelina Zandrino (1893-1994)

Pittrice, ceramista e illustratrice (qui accanto una sua bella terracotta decorata del 1926), già a vent’anni tiene la sua prima mostra – a Rapallo, ma esporrà anche a Buenos Aires e Los Angeles – e si muove tra illustrazione editoriale, grafica commerciale, decorazione d’ambiente e pittura “da cavalletto”, non disdegnano esperienze da costumista teatrale e perfino cartoline.

Sue tracce rimangono soprattutto su Wikipedia (in cui si trova un’ampia scelta bibliografica) e Cartantica, ma anche le Collezioni d’Arte della Fondazione Cariplo e il Dizionario Universale delle Belle Arti basato sul Comanducci.

In Rete si trovano sue opere d’arte sacra, alcune deliziose cartoline e perfino un blog russo non sfugge al suo fascino, raccolto più comprensibilmente da una casa d’aste tedesca.

Curiosamente il suo nome non compare nel bel volume cARToline, uscito in tempo per un recente Salone della Regione Lombardia (organizzato come sempre dall'azienda di un senatore bibliofilo)... ma l’esperto Enrico Sturani nelle avvertenze iniziali annuncia due seguiti al ponderoso tomo. Li aspettiamo già da ora.

martedì 25 gennaio 2011

Aldo Di Gennaro (1938)

Dopo l’esordio da fumettista per lo studio Dami e il Corriere dei Piccoli, ottiene particolare successo con la serie “Il Maestro” sul Corriere dei Ragazzi, scegliendo poi di dedicarsi all’illustrazione (e che illustrazione!) per libri – se ne trovano ancora parecchi nelle bancarelle di tutt’Italia – e riviste del gruppo RCS. Il suo carnet comprende così copertine e immagini sempre emozionanti per La Domenica del Corriere, Corriere Salute, Salve, Amica, Qui Touring, Capital e oggi la collana Almanacchi della Sergio Bonelli Editore (qui sopra un’evocativa immagine del piccolo Ray Bradbury per l’Almanacco della Fantascienza 1998), di cui è appena uscito quello del West.

Maggiori dettagli si evincono dal sito ufficiale e dalla Fondazione Fossati, oltre alla solita striminzita (ma significativa) Lambiek.


Soprattutto, sul web si recuperano con facilità una succulenta selezione di opere tra le tantissime realizzate in oltre mezzo secolo di professionalità indiscussa, oltre alle segnalazioni di premi e mostre dedicategli negli anni: la prossima al Napoli Comicon in aprile.


Per chi vuole saperne di più, rimane tuttora imprescindibile la monografia Linee di fuga uscita nella collana Profili della Glamour nel 2001 con la sua caratteristica forma quadrata: ma la possenza e la bellezza delle opere del Nostro meritano da tempo una nuova pubblicazione cartacea: c’è qualche editore in ascolto, là fuori?

giovedì 20 gennaio 2011

Silvano Campeggi (1923-2018)

Il nostro forse più celebre cartellonista cinematografico, chiamato in USA nel Dopoguerra a ideare e realizzare per le maggiori case produttrici più di 3000 manifesti e locandine in trent’anni, alcune rimaste davvero nella memoria collettiva: Via col vento, Un americano a Parigi, Cantando sotto la pioggia, West Side Story, La gatta sul tetto che scotta...

Tornato in Italia nel 1973, realizza grandi quadri e ritratti per l’Arma dei Carabinieri, più il ritratto di Salvo D’Acquisto per il francobollo commemorativo dalle Poste Italiane nel 1975. Alcune mostre recenti sono state l’occasione per ritrarre attori e registi conosciuti a Hollywood, oltre a nuovi dipinti ispirati al calcio storico fiorentino, poi allestiti in mostre in Toscana e a Lione (qui accanto il disegno per una sulla Giostra del Saracino): nel 1999 il Comune di Firenze lo nomina Magnifico Messere del calcio in costume e l’anno seguente riceve il Fiorino d’Oro, massimo riconoscimento cittadino.

Oltre al sito ufficiale e alla voce su Wikipedia (solo in inglese), in Rete si trovano suoi profili in siti editoriali e da una mostra su Pinocchio del 2003, oltre a quella aperta fino allo scorso autunno dove vive in provincia di Firenze.

A parte la bella chiaccherata su Fumetto dell’ANAFI di tre anni fa e le raccolte più o meno virtuali di manifesti, una manciata di sue opere è visibile, oltre a più di un’intervista filmata e documentari apparsi in occasione delle mostre più recenti.

Testimone diretto di un’epoca dove la comunicazione visiva legata a un prodotto cinematografico era quasi interamente nelle sue mani, con il suo lavoro rimane ancora un punto di riferimento oltre che una continua fonte di emozioni.

Purtroppo, prosegue qui... 

mercoledì 19 gennaio 2011

Iris De Paoli (1925-1985)

Una delle nostre migliori illustratrici più (ingiustamente) dimenticate, sul web incredibilmente censita soltanto dalla fumetteria Lambiek di Amsterdam.

Protagonista della mostra “Iris De Paoli, Dalle Ande agli Appennini” al Castello di Belgioioso (PV) nel 2001, è ovviamente riapparsa nella grande esposizione milanese del 2009 sul Corriere dei Piccoli (qui accanto l’originale per una copertina del 1962), con il relativo, preziosissimo catalogo Skira (che vi consigliamo caldamente di recuperare).


Oltre ai suoi fumetti, molti l’hanno conosciuta grazie alle sue immagini – nel testo in bianco e nero, con tavole a colori e un’allegra copertina – di Cion Cion Blu, un delizioso libretto di Giuseppe “Pinin” Carpi edito da Garzanti nell’ottobre 1968.


La ricordava affettuosamente quattro anni fa in una divertente intervista in cui l’ex direttore Giancarlo Francesconi citava Aldo Di Gennaro e Mario Uggeri come “bravissimi e amici di vecchia data, anche se come ripeto sempre con le loro intemperanze hanno rovinato i migliori anni della mia vita. Insieme a loro c’era la bravissima e un po’ dimenticata Iris De Paoli: spesso, inorridita dai discorsi orribilmente maschilisti di Uggeri e compagni, fuggiva in un altro ufficio dopo aver tolto loro il saluto per un periodo che dipendeva dall’entità delle volgarità pronunciate”.


Anche grazie a questo nostro (indegno) spazio, speriamo di contribuire a tenerne viva la memoria e, chissà, recuperare in maniera organica il suo lavoro. In Italia niente è più inedito dell’edito, diceva Mario Missiroli...

martedì 18 gennaio 2011

Emanuele Luzzati (1921-2007)

Illustratore, decoratore e ceramista, ma soprattutto scenografo e costumista, nonché autore di cinema d'animazione e teatro (qui accanto una sua Turandot del 1975). Un'altra eccellenza italiana nota in tutto il mondo e che, complice la sua longevità, si è visto riconosciuto in più forme il suo talento... non ultimo un multiforme museo dal 2001 nella sua Genova, dove nel 1975 ha fondato il Teatro della Tosse.

Nella sua carriera ha firmato oltre 500 scenografie per prosa, lirica e danza nei principali teatri italiani e stranieri (Scala compresa), scrivendo e illustrando decine di libri per l'infanzia, eseguendo pannelli, sbalzi e arazzi con architetti per arredi navali e locali pubblici.

Il web straripa di materiale su di lui, da Wikipedia, alla pagina Facebook, dalla Fondazione Fossati a WUZ e Interlinea. Sue serigrafie si trovano in edizioni d’arte e in gallerie virtuali, oltre a un vero e proprio festival che pochi mesi fa ha celebrato la sua arte, comprese celebri animazioni come La gazza ladra (1964) da Rossini e Il Flauto magico (1978) da Mozart. Il suo Pulcinella è da sempre il simbolo dei premi assegnati al festival Cartoons on the Bay.

Per chi vuol saperne di più, oltre al bel libro-intervista di Rita Cirio Dipingere il teatro su sessant'anni di scene e incontri, ci sono due belle interviste in tarda età, oltre a una mostra romana fino a marzo e all’uscita di un cofanetto con 3 dvd dalle sue opere d’animazione rossiniane. Perché la vera arte non muore mai.