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domenica 6 gennaio 2013

Francesca Capellini (1978)

Giovane illustratrice, sempre sospesa fra un certo gusto retrò e un forte design moderno, “figlia di giornalista, amante delle storie e del raccontare”, dalla natìa Bergamo si trasferisce 18enne a Bologna per frequentare il DAMS, oltre a corsi di fotografia, incisione, disegno e storia dell’illustrazione, in un frullato artistico che le torna utile in diversi momenti della sua carriera. Laureatasi in Storia dell’Arte, nel 2004 vince una borsa di studio per la Bristol School of Animation, dove incontra al corso di stop motion gli insegnanti della celebre Aardman Animations di Peter Lord e David Sproxton.

Tornata in Italia nel 2005, inizia a lavorare nello studio multimediale Làstrego & Testa di Torino, producendo per la Rai serie televisive per ragazzi. Nel capoluogo piemontese, “tenacemente incuriosita” dal mondo dell’illustrazione, s’iscrive all’Istituto Europeo di Design e nel 2010 si diploma in illustrazione, pubblicando fumetti di “graphic journalism” sulla oggi scomparsa rivista Animals, ma soprattutto illustrazioni per quotidiani italiani (come nella rubrica “Il Punto di vista” su L’Eco di Bergamo) e internazionali, oltre a creare collage d’arredamento.

All’inizio del 2011 si trasferisce a New York, per poi spostarsi in autunno a Parigi, da dove lavora in particolare per La lettura (l’inserto culturale della domenica allegato al Corriere della Sera), dal cui numero di oggi abbiamo tratto l’immagine qui sopra, e realizza libri illustrati per ragazzi (senza disdegnare di accompagnare racconti inediti). Due anni fa la nostrana Associazione Illustratori l’ha nominata Miglior Nuovo Talento: niente male, per poi vedersi gratificata di mostre personali a Bologna e Fidenza (PR).

Sul web si trova il suo sito ufficiale, un blog soprattutto fotografico, uno spazio di e-commerce intitolato La Signora BonBon, uno scarno Tumblr e uno straripante Instagram, oltre a una pagina Facebook e un profilo su FART gallery. Non manca una bella bellissima descrizione di una sua giornata, ma è facile prevedere che di lei si sentirà sempre più parlare... oltre che (un bel) vedere le sue opere.

martedì 6 dicembre 2011

Maddalena Sisto (1951-2000)

Giornalista, architetto, viaggiatrice, illustratrice, osservatrice appassionata del suo tempo (come ben sintetizza il suo sito ufficiale), “ha raccontato con i suoi disegni trent’anni di moda, design e costume e un mondo femminile che cambiava restando lo stesso” (come noto, siamo la patria del Gattopardo...).

Giunta in treno a Milano dalla natìa Alessandria appena ventenne per frequentare la facoltà di architettura, trova lavoro alla Condé Nast rispondendo a un’inserzione. Inizia a sintetizzare il proprio stile a una sfilata di Yves Saint Laurent negli anni Settanta e non smette più. Si occupa di moda, costume, design e tendenze per Vogue e le sue “signorine allungate”, ora snob ora depresse o allegre, da riviste eleganti come Glamour, Elle, The New Yorker (ma anche Panorama e il Sette allegato al Corriere della Sera del giovedì) arrivano alle maggiori gallerie del mondo. Disegna una collezione di teiere-scultura a forma di teste femminili, collabora con riviste tedesche, americane e spagnole, realizza campagne pubblicitarie in Germania (Scholz & Friends di Amburgo) e Italia (JWT, TBWA).

In Rete si trovano suoi profili tra blog e ricordi sempre appassionati, una recente iniziativa sulla passeggiata alessandrina a lei dedicata e perfino uno sfondo creato ad hoc per chi usa (come da qualche mese chi vi scrive) Windows 7.

“Dopo Brunetta, Mad è stata l’unica ad aver saputo sintetizzare le tante anime femminili”, ha spiegato l’amica Franca Sozzani in occasione della mostra milanese “Il mondo di Mad” da lei curata nel 2004 (se ce la fate, recuperate il catalogo Condé Nast, curato da Giancarlo Ascari in arte Elfo, coetaneo dell’autrice)

Tra i suoi libri-compendio, vi segnaliamo Il Bloc Notes di Mad (2000) uscito per la Hazard di Gianni Miriantini (con 69 vignette realizzate tra il 1999 e il 2000 per la rubrica “Controcanto” di Lina Sotis sul Sette) e Immagini e interpretazioni del mondo di Mad, catalogo Skira curato da Massimiliano Finazzer Flory con scritti di Gillo Dorfles per la mostra omonima del 2005.

“Io non riesco a inserire delle battute per ridere di moda”, ha scritto una volta, “mi piace invece disegnare personaggi che siano già intensamente espressivi in sé, da cogliere dopo un’attenta osservazione, un autentico interesse, un’occhiata stupita. E poi ridere che non è deridere, né additare né sghignazzare: io gioco, mi diverto facendomi mille autoritratti, perché sono sempre io quella che ritraggo oppure una che conosco molto bene”. La meravigliosa mostra milanese di un anno fa e un’altra alessandrina di qualche mese dopo sulle “Equilibriste, Donne a pezzi, Funambole e altro ancora…” confermano le parole di Lina Sotis: “Nei suoi schizzi possiamo ritrovare tutti i tic della società contemporanea. Era un folletto, e che anche volando via ha trovato il modo di rimanere fra noi”. E siamo convinti che lo resterà a lungo.

venerdì 25 novembre 2011

Fulvio Bianconi (1915-1996)

Grafico, caricaturista e designer, dalla spiccata predisposizione al disegno fin da bambino, nell’adolescenza lavora come apprendista decoratore nelle fornaci di Murano, con Giacomo Cappellin e Michele Pinto, girando poi tra il Veneto e l'Istria decorando chiese e facendo ritratti.

Nel 1933 incontra il collega Dino Villani, di fatto l’inventore della comunicazione integrata italiana, che lo presenta ad Arnoldo Mondadori, la Motta e altre importanti aziende milanesi. L’approccio definitivo (dopo essere scampato per miracolo al rastrellamento di via Rasella nel 1944) come grafico editoriale – qui accanto, la sua sovracoperta del romanzo più celebre che fece scoprire Gadda al grande pubblico nel 1957 – avviene con Aldo Garzanti, per il quale presta la sua opera senza interruzione fino al 1975 e nelle edizioni più importanti fino ai primi anni Novanta.

Poliedricamente sempre in cerca di nuove forme d’espressione artistica, sviluppa una passione per il vetro che lo rende noto nel
mondo per centinaia di esemplari unici, è un convinto assertore del diritto di massima libertà creativa dell'artista, punto di riferimento per grafici italiani e stranieri: lavora per l'immagine di FIAT, Marzotto, HMV, Pathe, Columbia, Pirelli, diventa amico intimo di Bruno Munari (che ha scritto: “Bianconi disegna continuamente. Intendo dire che disegna mentre mangia, mentre parla, mentre cammina per la strada, disegna in vaporetto, alle mostre, alle conferenza, dappertutto e in ogni momento”) e Cesare Zavattini.

In oltre 60 anni di attività, ha disegnato migliaia di copertine, illustrato libri, creato migliaia di esemplari unici in vetro e dipinto moltissimi quadri (usando matite, tempera, olio, xilografia, zincografia, inchiostro, carta, legno, pennarelli, fotografia...). Oltre al ricco sito ufficiale e alla breve voce di Wikipedia, sul web si trovano profili e alcune opere che anche con uno sguardo veloce rendono bene la sua poliedricità.

Giusto ieri, al bel convegno milanese del centro APICE sull’immenso John Alcorn il collega Maurizio Turazzi lo ha ricordato come “un vero artista rinascimentale, capace di disegnare qualunque cosa”. Difficile riassumere la sua personalità in meno parole.

martedì 1 marzo 2011

Nicoletta Ceccoli (1973)

Nata nella Repubblica di San Marino, dove vive e lavora (e per cui ha firmato ben tre serie di francobolli: sui diritti dell'infanzia, il Natale e il circo), è diplomata all'Istituto Statale d'Arte di Urbino in cinema d'animazione ma si è sempre dedicata all'illustrazione per l'infanzia, pubblicando per le maggiori case editrici italiane (Mondadori, Fabbri, Fatatrac, San Paolo) e alcune straniere (tra Inghilterra, Taiwan e Svizzera), oltre a traduzioni in Francia, Corea, Messico, Spagna e Stati Uniti.

Ha ricevuto il premio Andersen nel 2001, l'Award of Excellence per il suo inusuale Pinocchio nel 2002 edito dalla Mondadori hanno ricevuto da Communication Art (USA). Ha partecipato a numerose mostre, in Italia e all'estero (Seattle, Toronto, Tokyo e Bratislava tra le altre), tra cui una sua personale alla Dorothy Circus Gallery di Roma lo scorso autunno e da un mese al parigino Le Cube fino a luglio.

Oltre al sito ufficiale e la pagina Facebook, su Internet si trovano schede e profili da più parti. Negli ultimi tempi le sue creature fantastiche (“candidamente inquietanti” secondo Giampaolo Mascheroni, in “un universo delicato a cui accostarsi con riverente cautela, come fosse fatto di ceramica e porcellana”) stanno spopolando nei siti italiani ed esteri, tra richiami a Lewis Carroll, Piero della Francesca e alcune illustrazioni utilizzate per una collezione di abbigliamento e accessori in edizione limitata nella scorsa primavera/estate di Pepoli.

Non mancano slideshow qua e , l’inaugurazione di Libriamoci 2009 e un’intervista bilingue. Ma il suo mondo straordinario si spalanca soprattutto grazie alle sue illustrazioni...

mercoledì 23 febbraio 2011

Gabriella Giandelli (1963)

Fumettista, illustratrice, sceneggiatrice ma anche regista (diplomata al Centro Tecnico Cinematografico della natìa Milano), attiva fin dal 1984 grazie ai suoi primi graphic novel sulla rivista Alter Alter, Frigidaire, ma anche la svizzera Strapazin, la francese L’Echo des Savanes, oltre a libri per editori come Coconino Press (da un paio d’anni in joint venture con Fandango Libri), Feltrinelli e minimum fax, Condè Nast, Vertige Graphic, Fantagraphics, nonché quotidiani e settimanali e case editrici come la Repubblica, il manifesto, Il Sole 24 Ore e Internazionale (del quale un libro raccoglie 60 immagini).

Oltre al sito ufficiale (da cui è tratta l'immagine qui sopra), in Rete si trovano sue schede biografiche per un paio di editori, ma non mancano affettuose segnalazioni di benemeriti appassionati con opportuno rilancio a più di una intervista.


Diversi siti rilanciano le sue esposizioni, tra cui una recente mostra a Udine. Il mese scorso ha inoltre presentato a Bologna la quarta e ultima parte della sua saga Interiorae, su cui dopo la terza vi segnaliamo un’interessante anteprima filmata.


Ad allargare ulteriormente il campo d’azione, e per le collane d’infanzia Mondadori ha creato il piccolo coniglio Milo, protagonista anche di una serie animata Rai, coprodotta dalla transalpina France 5. Ma la Nostra è anche designer: ha disegnato tappeti e tessuti per Alchimia e Memphis, oltre a oggetti per Alessi e Swatch. Perché la creatività non si riesce a ingabbiare neanche volendo...

sabato 29 gennaio 2011

Chiara Rapaccini (1954)

Laureata in pedagogia, grafica e scenografa, ma anche arredatrice e scultrice, scrittrice di libri per ragazzi e romanzi satirici quanto mai ironici e scanzonati, illustratrice per Corriere della Sera, la Repubblica e il manifesto, autrice di film di animazione per la RAI e il cinema (oltre a disegnare locandine per Mario Monicelli, suo compagno dal 1973), collaboratrice del Teatro di Roma e docente dal 1995 all'Istituto Europeo del Design di Roma... La gamma di espressione di questa fiorentina d’assalto non sembra aver mai fine, giustamente premiata da riconoscimenti come il premio Battello a Vapore della Città di Verbania nel 1999.

Al di là del suo frizzante sito ufficiale, lei stessa ha scritto un breve profilo e il Festivaletteratura l'ha ospitata riassumendone la carriera. Si trova anche una mini-intervista per il Corriere della Sera nel 2005, oltre alla mostra all’Istituto Italiano di Cultura newyorchese del 2009.

Qui sopra il bel manifesto realizzato per il festival di Courmayeur del 2001 (disponibile anche in alta definizione), mentre non mancano altre sue sculture e arredi.

Chi non le conoscesse, può sorridere con le sue divertenti cartoline sugli “amori sfigati” usciti per san Valentino un anno fa, presentati in una lunga, spiritosa intervista. Distratti da un indistinto mercimonio che sembra applicarsi a tutto, in un Paese dove il capo della polizia si chiama Manganelli e il segretario generale dei vescovi Crociata, la levità e l’intelligenza di autori come "Rap" sono necessari come respirare. Non fatevela scappare.

mercoledì 26 gennaio 2011

Adelina Zandrino (1893-1994)

Pittrice, ceramista e illustratrice (qui accanto una sua bella terracotta decorata del 1926), già a vent’anni tiene la sua prima mostra – a Rapallo, ma esporrà anche a Buenos Aires e Los Angeles – e si muove tra illustrazione editoriale, grafica commerciale, decorazione d’ambiente e pittura “da cavalletto”, non disdegnano esperienze da costumista teatrale e perfino cartoline.

Sue tracce rimangono soprattutto su Wikipedia (in cui si trova un’ampia scelta bibliografica) e Cartantica, ma anche le Collezioni d’Arte della Fondazione Cariplo e il Dizionario Universale delle Belle Arti basato sul Comanducci.

In Rete si trovano sue opere d’arte sacra, alcune deliziose cartoline e perfino un blog russo non sfugge al suo fascino, raccolto più comprensibilmente da una casa d’aste tedesca.

Curiosamente il suo nome non compare nel bel volume cARToline, uscito in tempo per un recente Salone della Regione Lombardia (organizzato come sempre dall'azienda di un senatore bibliofilo)... ma l’esperto Enrico Sturani nelle avvertenze iniziali annuncia due seguiti al ponderoso tomo. Li aspettiamo già da ora.

martedì 18 gennaio 2011

Emanuele Luzzati (1921-2007)

Illustratore, decoratore e ceramista, ma soprattutto scenografo e costumista, nonché autore di cinema d'animazione e teatro (qui accanto una sua Turandot del 1975). Un'altra eccellenza italiana nota in tutto il mondo e che, complice la sua longevità, si è visto riconosciuto in più forme il suo talento... non ultimo un multiforme museo dal 2001 nella sua Genova, dove nel 1975 ha fondato il Teatro della Tosse.

Nella sua carriera ha firmato oltre 500 scenografie per prosa, lirica e danza nei principali teatri italiani e stranieri (Scala compresa), scrivendo e illustrando decine di libri per l'infanzia, eseguendo pannelli, sbalzi e arazzi con architetti per arredi navali e locali pubblici.

Il web straripa di materiale su di lui, da Wikipedia, alla pagina Facebook, dalla Fondazione Fossati a WUZ e Interlinea. Sue serigrafie si trovano in edizioni d’arte e in gallerie virtuali, oltre a un vero e proprio festival che pochi mesi fa ha celebrato la sua arte, comprese celebri animazioni come La gazza ladra (1964) da Rossini e Il Flauto magico (1978) da Mozart. Il suo Pulcinella è da sempre il simbolo dei premi assegnati al festival Cartoons on the Bay.

Per chi vuol saperne di più, oltre al bel libro-intervista di Rita Cirio Dipingere il teatro su sessant'anni di scene e incontri, ci sono due belle interviste in tarda età, oltre a una mostra romana fino a marzo e all’uscita di un cofanetto con 3 dvd dalle sue opere d’animazione rossiniane. Perché la vera arte non muore mai.

sabato 15 gennaio 2011

Antonio Rubino (1880-1964)

Multiforme genio del Novecento, autore di copertine, fumetti già nel 1886 e illustrazioni per Il giornalino della Domenica, Corriere dei Piccoli, La Tradotta, direttore del Topolino disneyano edito da Mondadori, antesignano e ispiratore di personalità prorompenti come Benito Jacovitti e Luciano Bottaro (ma anche Federico Fellini)... È davvero impossibile riassumere in poche righe l’instancabile attività della “matita di zucchero” (per citare un libro dell’immancabile Pallottino, recuperato proprio domenica scorsa a Piazza Diaz), sconfinata anche nell’animazione, l’arredo e lo studio di giocattoli (si ricorda perfino un gioco ispirato alla “classicissima” Milano-Sanremo).

La sua scheda di Wikipedia è perfino reticente, mentre la Fondazione Fossati dà un’utile cronologia; l’Anonima Fumetti offre qualche bella immagine, Lambiek ben poco (anche se all’estero qualcos’altro sembra in costruzione), perfin meno del suo comune di nascita... Molto meglio il suo gruppo su Facebook, ricco di foto introvabili.

Dopo le mostre curate da Claudio Bertieri al Museo Civico di Sanremo nel 1995 (“L'amico delle nuvole”) e nel 2005 sul Mondo Fanciullo (“Antonio Rubino narratore per i ragazzi”), lo stesso museo gli dedica fino al 30 aprile un’esposizione permanente, in collaborazione con la nipote Antonietta Rubino Cutini e l'Università degli Studi di Genova: sabato 22 si presenta la celebre Viperetta (qui sopra un’immagine dalla prima edizione del 1919).

Per i più curiosi, è da non perdere anche il catalogo per una mostra a Parma nel 1999, con tanto di filmato da 30 minuti, come l’articolo di Matteo Fochessati in LG Argomenti sulla cameretta dei bambini alla Wolfsoniana, anche in coincidenza delle iniziative per i 130 anni dalla nascita dell’autore.

Per chi vuol saperne di più, oltre a segnalazioni di ammiratori, è davvero una gioia per gli occhi il recente volume “integrale” di Santo Alligo, a cui si aggiunge un’antologia presentata in radio e che ha anche ispirato un dibattito e una recente chiaccherata.

E ci fermiamo qua, perché – seppur con “qualcosa di spettrale” (come ha giustamente notato il regista de La strada) – la precisione svizzera e l’horror vacui rococò del Nostro ci porterebbero lontano...

venerdì 14 gennaio 2011

Nicoletta Costa (1953)

Un vero talento naturale, che ha esordito addirittura a 10 anni, dopo aver vinto da piccola un concorso e dovendo dimostrare che il disegno era suo!

Dopo essersi laureata in architettura nel 1978, lascia lo studio del padre e inizia a illustrare libri per bambini, ma anche a scriverne, per poi espandere la propria gioiosa e giocosa creatività anche nell'arredamento per ragazzi, ma anche giocattoli e abiti (come le felpe di una nota marca di abbigliamento da 0 a 12 anni, per cui ha curato una linea scolastica con quaderni, zaini ecc.), nonché scenografie e costumi (come per Hänsel e Gretel al Teatro Verdi della sua Trieste nel 1993).


Fino allo scorso settembre protagonista di una bella esposizione al Museo Luzzati di Genova, è stata spesso al centro di mostre che cercano di esplorare a fondo il suo mondo in Technicolor (qui sopra una sua copertina del 1999).


Curioso e impeccabile il suo sito ufficiale, con relativa pagina Facebook, ben più comprensivi di Wikipedia e altri profili, anche se non mancano disegni, brevi animazioni e bibliografie, nonché guide ai suoi personaggi di successo come Giulio Coniglio, oltre a omaggi recenti, interviste e segnalazioni su blog.


Ha vinto numerosi premi internazionali (tra cui due volte l’Andersen), ma il riconoscimento più bello è forse il riscontro dei suoi ammiratori di ogni età, che non accenna a diminuire.

mercoledì 12 gennaio 2011

Guido Scarabottolo (1947)

Uno dei simboli stessi della grafica editoriale-pubblicitaria in Italia: laureato in architettura al Politecnico di Milano, dal 1973 si occupa di comunicazione visiva nello studio Arcoquattro, lavorando con tutti i maggiori editori del Paese (da cui l'immagine a fianco), compresa la RAI e le principali agenzie di “creativi”, con collaborazioni in Giappone e Stati Uniti.

Pur non disdegnando oggetti di design e mobili, dal 2002 è noto soprattutto per l’ideazione di tutte le copertine per Ugo Guanda Editore e le illustrazioni sull’inserto domenicale de Il Sole 24 ore, tuttora considerato il miglior prodotto dell’industria culturale e letteraria legato ai quotidiani nazionali.

Da poco premiato con la medaglia d'argento dalla prestigiosa Society of Illustrators di New York, fino al 20 gennaio è protagonista di una bella mostra a Cremona. Le sue immagini visionarie appaiono su quotidiani e settimanali (Internazionale, l’Unità, Alias, Abitare), copertine di libri (Guanda soprattutto, ma anche Laterza, Einaudi, Feltrinelli), brochure istituzionali e annunci pubblicitari. Curioso il suo lavoro per Tissue Journal esposto e presentato nella bella mostra “Strappi”.


Oltre al sito ufficiale e a una breve biografia, in Rete si trovano un profilo “di categoria” e uno di Giovanna Zoboli, oltre a una dispensa per un corso di formazione e un interessante portfolio. Da anni (s)oggetto e protagonista di diverse mostre, si è già portato avanti per quest’anno che vede il 130° anniversario del Pinocchio di Collodi. Sono ancora disponibili una sua intervista illuminante e una radiofonica, oltre alle tradizionali 5 domande di Centostorie.


Come ha scritto la Zoboli, “È un professionista impeccabile, una persona squisita e un disegnatore di intelligenza sopraffina. Tre doti già poco diffuse, ma pressoché introvabili nella stessa persona”.

lunedì 10 gennaio 2011

Edina Altara (1898-1983)

Talento multiforme ancor più incredibile perché sviluppato da autodidatta, a soli diciott'anni si vede acquistare un suo collage nientemeno che dal re Vittorio Emanuele III in visita a Torino: ancor oggi quell’opera, "Nella terra degli intrepidi sardi" (noto anche come "Jesus salvadelu"), è esposta al Palazzo del Quirinale.

Con il marito illustratore Vittorio Accornero de Testa, più noto come Victor Max Ninon, firma immagini déco come “Edina e Ninon”, per poi dedicarsi (dopo una... “amichevole separazione”) alla ceramica, la moda e la decorazione. Abile e fantasiosa (qui accanto un suo originale per una copertina del 1921), crea nella sua casa milanese un atélier dalla clientela raffinata. Realizza figurini di moda, collabora alla rivista Bellezza diretta da Gio Ponti, avendo modo di lavorare anche alla decorazione degli arredi di cinque transatlantici italiani, oltre a illustrare una trentina di libri per ragazzi e numerose riviste, racconti e pubblicità.

Sul web si trovano diverse sue tracce, con non pochi dettagli su Wikipedia, e nella Fondazione Fossati, un blog italiano e uno francese, ma soprattutto il sito ufficiale curato insieme al blog corrispondente dal pronipote Federico Spano, che le ha perfino (e giustamente!) aperto una pagina su Facebook.

C’è anche un estratto da un volume del 2005, più altre immagini e una breve rassegna stampa, nonché apparizioni in cartolina, una galleria astigiana e perfino dalla prestigiosa casa d'aste londinese Christie’s.

Della “colonia sarda” di illustratori che tra gli anni Dieci e Venti del Novecento collaborano a Il giornalino della Domenica, è forse l’esploratrice più intelligente dei colori della Sardegna: come ha scritto Piero Pacini nello splendido catalogo della mostra bolognese del 2008, “anziché puntare esclusivamente all'esuberanza cromatica dei costumi tradizionali e sulla fierezza della sua gente, conferisce una grazia più spigliata alle sue bambine stupefatte, che oscillano come fiori al vento o che sembrano uscite da una fiaba russa”.

Un altro esempio del genio italico che sa farsi universale e senza tempo.

giovedì 6 gennaio 2011

Antonio Lapone (1970)

Uno dei nostri più rimpianti “cervelli in fuga” (lui dice “fra l'Italia e il Belgio, praticamente sull'autostrada!”), grande appassionato degli anni Cinquanta e della “ligne claire”, ribattezzato dal designer Joost Swarte “atomic style” (riferendosi all'esposizione universale di Bruxelles nel 1958, a meno di un anno dal lancio dello Sputnik), che traspare in ogni sua opera di grafico, illustratore e fumettista: notate l'immagine a fianco, realizzata a metà dicembre...

Attivo da 15 anni, dal 1999 collabora al mensile francese BoDoï e non disdegna di pubblicare in Svizzera, Francia e Belgio, con una valanga di produzioni che comprendono artbook (Cars & Girls), sketchbook (La Grande Ourse), portfolio (Club Colonial), cartoline (La Femme 58), copertine e fumetti musicali (sui Platters nella celebre collezione BD Jazz in Italia soltanto per un quinto ma anche Igor Stravinsky nella collezione BD Classic), oltre a graphic novel d’atmosfera (A.D.A. - Antique Detectives Agency e tra un mese l’atteso Accords Sensibles per Glénat) e un’intera collezione di stampe artistiche su tessuto (si può anche scaricare il catalogo).

Le sue Femmes sono esposte su grandi tele all'acrilico alla Galleria Champaka nel quartiere degli antiquari di Bruxelles (trovate un’intervista a un recente vernissage), dove vive da qualche anno e tra pochi giorni alla Brussels Antiques & Fine Art Fair.

In Rete si trova da tre anni il suo splendido blog di prove, anticipazioni, sketch e curiosità, oltre al minuscolo spazio Lambiek e al doppio servizio Issuu. Non mancano (in francese) interviste qua e , una tavola rotonda sulla “linea chiara”, nonché la realizzazione di una serigrafia in quattro e quattr’otto.

Dopo le sue opere iniziali per Vittorio Pavesio, speriamo di (ri)vedere al più presto qualche sua opera anche nella sua lingua d’origine... e che giusto per l'Epifania l'illustrazione italiana si "manifesti" sempre più: auguri a tutti!

martedì 28 dicembre 2010

Mario Pompei (1903-1958)

Un gigante assoluto, scelto non a caso dalla direttrice Paola Pallottino per l’esposizione d’esordio del Museo dell’Illustrazione nel 1993.

La sua scheda su Wikipedia e ancor meno quella della Fondazione Fossati (Lambiek nemmeno andrebbe citata) non riescono a rendere l’idea di che cos’altro avrebbe potuto inventare questo artista multimediale di proporzioni leonardesche, se non fosse stato stroncato da un infarto a 55 anni...


Tanto per dire, oltre che illustratore e scenografo (qui accanto una sua celebre copertina del 1921) fu costumista e commediografo, nonché ideatore di fiabe e fumetti, giocattoli e arredi (ispirati spesso a sue creature come Margheritina, il Prode Anselmo o Pinco Pallino), lavorando dal 1936 anche in radio (sono disponibili due audio restaurati, nonché la favola E Carotina diventò regina del 1952 su iTunes) e in trasmissioni televisive per ragazzi come la seminale La scatola magica (1955-56): tra i collaboratori figura una giovane Maria Perego, che quando inventerà Topo Gigio avrà di certo in mente il Gallo Gigio del suo maestro.


A lui sono stati dedicati L’altra faccia del pupazzetto, terzo volume della celebre collana Cento anni di illustratori (edito dalla Nuova Cappelli nel 1978 con introduzione di Ennio Zedda e ristampato con 12 cartoline da Stampa Alternativa / Nuovi Equilibri nel 1989) e una mostra con catalogo nel 1990 dai suoi bozzetti e figurini per la Parisina di Gabriele D’annunzio del 1926, esposti al Vittoriale lo scorso febbraio.


Lungo una carriera durata quarant'anni e conclusasi da oltre mezzo secolo, la sua raffinatezza non manca di stupire e soprattutto di emozionare anche all'inizio del nuovo millennio, per meglio affrontare la navigazione perigliosa di questi tempi.

domenica 26 dicembre 2010

Benvenuti!

Ed eccoci qua.

Nell'imminenza dei 550 anni dal primo libro illustrato al mondo (di cui vedete due pagine a sinistra), in un Paese senza memoria e da tempo orfano della sua maggior rivista specializzata come delle celebri La Domenica del Corriere e La Tribuna Illustrata, proviamo umilmente a riannodare i fili di una conoscenza sempre più dispersa in mille rivoli.

A tutti offriamo poche righe e molti link, per aiutare a (ri)scoprire autori italiani grandi e piccoli, maschi e femmine, ricordando la mirabile sintesi di Ennio Chiggio, secondo cui nell’illustrazione “pressione del committente, filtraggio ideologico dell’illustratore, mode estetiche e tecnico esecutivo-rappresentative si fondono in maniera complessa”.

La nostra pur limitata opera di divulgazione cercherà di non escludere alcun ambito: dalle copertine (anche di opere musicali) ai manifesti (compresi quelli cinematografici), dalle cartoline ai calendari, dai santini alle vignette, dagli ex libris ai pop-up, dalle figurine alle scatole di latta, dai giochi agli arredi, dalle scenografie teatrali alle pubblicità in ogni suo aspetto... e altro ancora: potete avere un primo panorama grazie ai nostri selezionatissimi link sulla destra.

A tutti buona navigazione, in quello che risulta un vero e proprio oceano infinito: il naufragar è dolce, in questo mar... ma soprattutto impossibile da evitare. Come la soddisfazione per gli occhi e la mente.