venerdì 11 febbraio 2011

Cinzia Leone (1954)

Fumettista (dai tempi di Alter Alter nel 1978, tra i fondatori del settimanale satirico Il Male e premiata con l'ambito Yellow Kid nel 1998), giornalista e art director per il mensile La Nuova Ecologia, Il Sole 24 ore e Il Riformista, columnist su periodici come Io Donna, Amica e New Politics, docente di “Tecniche di racconto, dal fumetto allo storyboard pubblicitario” al milanese Istituto Europeo di Design, direttrice della collana Diario Minimo per Memori, autrice di sigle e animazioni televisive.

Oggi che tutti (stra)parlano di “graphic novel” – etichetta amata dal marketing anglosassone per descrivere un “semplice” romanzo a fumetti – lei può già vantare da anni volumi come Il diamante dell'Haganah (Rizzoli / Milano Libri 1990), Gilda: Atelier David (Editori del Grifo 1989), Come conquistare le donne: Bestiario femminile illustrato (Franco Cosimo Panini 1999), oltre al recente romanzo “di parole” Liberabile: Storia di un uomo qualunque (Bompiani 2009) e alle collaborazioni Hotel Habanera (Editori del Grifo 1990) con Paolo Conte e Vincenzo Mollica, Quel fantastico treno: Fumetti d’autore sulla ferrovia (AdnKronos Libri 1992) insieme a Hugo Pratt, Guido Crepax, José Muñoz e Lorenzo Mattotti.


La sua creatura più famosa è Gilda (qui sopra nella sua immagine più famosa), ma la sua attività eclettica ha compreso anche un’estrosa storia per Diabolik da poco ristampata dall'arrembante Dada Editore, vignette per la Smemoranda dal 1995 e altri esempi di satira sempre accattivanti e che non rinunciano a essere sinuosi. È stata anche protagonista di una mostra a Positano lo scorso settembre, festeggiata da una serata di cui restano brevi testimonianze.


Oltre a sito e blog ufficiali, su Internet si trovano sue schede su Wikipedia, nella Fondazione Fossati e da Lambiek. Ma c’è anche una piccola “guida ai segreti romani” nel portale femminile di RCS e un’intervista per il suo esordio letterario.


In tempi in cui la volgarità viene esibita con orgoglio e sembra costituire un trend orribilmente capace di contaminare ogni ambito socio-politico, l’eleganza e la raffinatezza di autori come Cinzia Leone (da non confondersi con l’omonima attrice brillante...) ci mancano sempre di più.

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