Ribattezzatosi Sandro Symeoni per far pronunciare correttamente il suo nome anche agli americani, ha contribuito in misura non insignificante al successo italiano ad esempio di Woody Allen con il suo primo film Prendi i soldi e scappa (1969), ma anche all’estetica dei primi esempi di comunicazione “integrata” attuata con l’epocale Per un pugno di dollari (1964) di Sergio Leone.
Con alle spalle una formazione accademica (e avendo tra l’altro esposto con Renato Guttuso), di lui colpisce la versatilità e l’espressività – dalla violenza dell’horror alla delicatezza di certo cinema drammatico – con scelte cromatiche sempre molto incisive, fedele all’idea che “il manifesto non deve ricalcare il film, ma darne un’idea immediata”. Negli ultimi anni si è dedicato a nuove copertine per colonne sonore di film già graziati della sua arte all’epoca della loro uscita.
In questi giorni viene celebrato a Milano da una “mini” mostra all’interno della sempre scialba Cartoomics, mentre sul web si trovano diverse sue opere, soprattutto per i cosiddetti film “di genere” qua e là, ma nonostante sporadiche esposizioni, non esiste ancora una monografia a lui dedicata: bisogna “accontentarsi” della monumentale raccolta in tre volumi (si parla da anni di un quarto...) Platea in piedi di Baroni Maurizio per l’editore Bolelli, di fatto l’unico testo italiano di una certa serietà sull’argomento. In attesa di prossime riscoperte, sempre benemerite anche quando largamente tardive.
Nessun commento:
Posta un commento