venerdì 11 maggio 2012

Iela Mari (1931)

Gabriela Ferrano (detta Iela) incontra Enzo Mari all'Accademia di Brera, dove lei frequenta il corso di pittura e lui quello di scenografia: si sposano nel 1955 e dalla loro unione decennale nascono – oltre ai figli Michele e Agostina – alcuni libri illustrati per le epocali Emme Edizioni di Rosellina Archinto (che da presidente della Commissione Cultura nel 1992 non avrebbe certo sfigurato come prima donna sindaco di Milano...) che, come scrissero quelli di Hamelin per una mostra di due anni fa, “fra la fine degli anni Sessanta e gli anni Settanta hanno profondamente segnato il percorso di chi lavora nel campo dell’illustrazione, della grafica, dell’editoria, della comunicazione, del design. Nelle scuole, nelle biblioteche, soprattutto nel lavoro con i bambini degli asili nido, delle scuole d’infanzia e primaria, i libri di Iela Mari, nati come proposta fortemente innovativa, sono diventati nel corso del tempo dei classici della letteratura per ragazzi”.
Iela ha poi proseguito da sola, creando e illustrando titoli che, come Il palloncino rosso (1967), L’albero (1973), L'uovo e la gallina (1978), sono tuttora pubblicati in Francia e Germania Spagna e Portogallo, Gran Bretagna e Giappone, Corea e Taiwan. In Italia sono oggi disponibili nel catalogo di Babalibri, da lei fondata con la figlia Francesca per riproporre al sonnecchiante mercato italiano capolavorissimi come Nel Paese dei mostri selvaggi (1963) dell’immenso Maurice Sendak, impossibile non citare essendo scomparso tre giorni fa.
Nel cinquantesimo del suo primo libro, due anni fa la bolognese Salaborsa ha organizzato una mostra giunta anche a Milano e a Roma, dal cui catalogo è disponibile un bel testo di Andrea Rauch sul blog della casa editrice Prìncipi & Princípi nata dal suo studio.
Oltre alla voce nella Wikipedia francese (che però sbaglia l’anno di nascita, in realtà lo stesso della nostra amata Grazia Nidasio), sul web si trova qualche analisi del suo lavoro, anche su pagine straniere ma sempre affascinanti dato che mostrano le sue opere, compresi filmati, libri sfogliabili in quattro lingue e una lettura in spagnolo (anzi, castigliano).
Il suo lavoro più recente è Il paesaggio infinito, 16 cartoline realizzate nel 1988 e qui ampiamente rappresentate, che come si vede possono essere diversamente combinate per creare nuovi, splendidi scenari e stimolare l’immaginazione. Perché la grande arte apre sempre nuovi spazi: nel nostro piccolissimo, anche questo spazio vuole dare il suo umile contributo per moltiplicare emozioni e conoscenze.

Purtroppo, prosegue qui...
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giovedì 22 marzo 2012

Alessandro Biffignandi (1935)

Uno dei più bravi, pubblicati e noti – seppur spesso... a insaputa dei suoi stessi lettori, comunque affascinati dalle sue creazioni – copertinisti di fumetti italiani.

Formatosi dai 19 anni nello studio di Averardo Ciriello, poi in quello dei fratelli Nistri come cartellonista e in quello di Augusto Favalli, nel 1960 si trasferisce dalla natìa Roma a Milano: nella metropoli lombarda, fino ai primi anni Ottanta, realizza diversi fumetti, illustrazioni e copertine a colori per libri e testate italiane e (tramite agenzie) anche straniere come le più vendute della britannica Fleetway e della francese Lug, in gran parte a carattere bellico e horror (alla fiera milanese Cartoomics si sono appena ricordati i 40 anni di Zora la vampira, che realizza tornato a Roma proprio quel 1972), ma anche western ed erotici (seppur quasi da educande per i tempi di oggi, come l'immagine qui sopra). Ha realizzato decine di manifesti cinematografici e diverse copertine di libri, compresi libri romantici negli Stati Uniti e alcuni calendari per la
Guardia di Finanza italiana, più splendidi quadri come quello
riportato qui sopra.

Su Internet si trova una sua scheda minimale della Fondazione Fossati e una poco più dettagliata curata dalla solita libreria olandese Lambiek, oltre a un'altra per Dan Dare... e da più di un anno pure una pagina ufficiale su Facebook.

Non si contano i siti (non soltanto amatoriali) in cui diverse sue opere vengono largamente riprodotte... per la gioia degli occhi di appassionati e collezionisti, ma anche di semplici nostalgici, curiosi e – vista la “sex revolution” cara a Mughini – storici del costume che vogliano ricostruire una stagione ancora confusa e con ben pochi approfondimenti bibliografici.

Quel che restano sono indubitabilmente opere straordinarie, di cui non finiremo mai di ringraziare il suo autore... davvero mefistotelico (per le atmosfere della sua arte, diabolicamente capaci di suscitare emozioni).

martedì 28 febbraio 2012

Elisabetta Melaranci (1977)

Illustratrice e fumettista di talento puro e passione incondizionata, inizia nel 1997 a disegnare album da colorare per la brillante casa editrice Magic Press e nel 1998 inchiostra il collega e amico Fabrizio Spinelli nelle storie di Spigola Mascherata per la serie “Napoli Ground Zero” sul celebre settimanale Skorpio (tuttora in edicola con il “gemello” Lanciostory).
 
Dal 2000 lavora con continuità per il multiforme mondo Disney (il suo parto più recente è l’adattamento a fumetti del divertente Rapunzel), anche se spesso è segnalata per le sue maliziose pin-up (perfino dalla Rai!)... come quella qui accanto, realizzata quasi un anno fa all'arrivo delle prime zanzare in omaggio al celebre sarto dei fratelli Grimm.

Oltre ai profili istituzionali per iniziative editoriali come il nostrano 24HourItalyComics, la Nicola Pesce Edizioni e la “solita” Lambiek, in Rete si trova anzitutto il suo scoppiettante blog e la sua pagina Facebook, nonché una manciata di segnalazioni.

Sul fronte interviste, non mancano qua e autorevoli chiaccherate anche filmate, per conoscere meglio (e di riflesso immediato, apprezzare) la disegnatrice romana.

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venerdì 27 gennaio 2012

Enrico De Seta (1908-2008)

Eccelso cartellonista cinematografico, fu anche illustratore e vignettista (come si evince dalla gustosa locandina qui a lato, probabilmente datata 1950 alla prima distribuzione italiana del film corrispondente) collaborando con una quarantina di testate in oltre cinquant’anni di carriera: dall’esordio 15enne sul Serenissimo ai più celebri Il Travaso delle Idee, Marc'Aurelio (dove crea il leggendario Mago Bacù, sopravvissuto fino a oggi in pittoreschi modi di dire), Guerin Meschino, Il Balilla (in cui dà vita a Re Giorgetto d'Inghilterra e Ciurcillone, presto soppressi per la loro simpatia che anziché far propaganda contro gli Alleati ottengono l'effetto contrario), inventandone e dirigendone in prima persona (come Argentovivo! nel 1937 e l'effimero Belzebù! con Vittorio Metz dieci anni dopo), oltre a una manciata di periodici inglesi.

Per decenni è stato l’unico disegnatore italiano inserito nella prestigiosa World Encyclopedia of Cartoons, finché il 2 giugno 1995 il presidente Oscar Luigi Scalfaro lo ha nominato Commendatore con l’Ordine al Merito della Repubblica Italiana, destinato a “ricompensare benemerenze acquisite verso la Nazione nel campo delle lettere, delle arti, della economia e nel disimpegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici ed umanitari, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari”.

Sul web se ne parla purtroppo troppo poco – una scheda della Fondazione Fossati, una voce sulla Treccani e la solita Lambiek... quasi tutte incomplete (molto meglio il blog ufficiale della britannica Look and Learn) – soprattutto rispetto alla mole e alla qualità del suo lavoro e alla sua monumentale influenza, che attende da troppo tempo una sistemazione (un ottimo esempio è il museo marchigiano Cinema a Pennello).

Il suo centesimo compleanno e la sua scomparsa sono perfino passati sotto silenzio (anche se per un suo preciso ritiro dalle scene), ma noi siamo certi che le sue opere sapranno certo rendergli giustizia facendolo riscoprire a distanza di decenni, come avvenuto in un ritrovamento quasi poetico durante un’estate barese di quattro anni fa... che speriamo davvero profetico e non a caso abbiamo scelto per aprire questo nuovo anno: ci è sembrato l'augurio migliore.

mercoledì 28 dicembre 2011

Beatrice Penco Sechi (1987)

Giovane illustratrice, colorista e fumettista di talento, che dimostra una volta di più come il grande amore per i propri sogni possa far miracoli, in realtà degne ricompense al proprio lavoro. Come si conviene a un’autrice della sua generazione, è attiva sul web con un blog trilingue, un sito ufficiale (con un bel portfolio), uno spazio su Facebook e uno su Twitter.
 
Il suo stile smagliante appare evidente già dalla prima pubblicazione (la cui copertina svetta qui accanto), l'esordio di Lady Doll edito nel 2010 nella collezione BlackBerry della prestigiosa casa editrice francese Soleil, di cui è disegnatrice e colorista su testi di Daniele Vessella, “storia che ricalca molto il romanzo ottocentesco intimista al femminile, con un tocco dickensiano”.

In realtà le sue opere risultano un affascinante melange (parola a noi molto cara, data l’adorazione che proviamo per il ciclo di Dune) di molteplici influenze, il classico “bel calderone con un miscuglio impossibile dentro”, in cui è impossibile non scorgere frammenti di Claire Wendling, come di Juanjo Guarnido (e il suo celebre Blacksad) e la (ex) coppia Barbucci & Canepa.

Il suo conterraneo smoky man l’ha intervistata sul suo blog, come il Knife Magazine dell’associazione Nero Cafè per cui ha realizzato una copertina natalizia (che però uscirà a gennaio), mentre il collega Bruno Olivieri l’ha fotografata quasi un anno fa alla Creperia cagliaritana Chez Victor per l’intelligente iniziativa “Crepes Dessines”.

Come lei stessa ha svelato sulla nascita della propria carriera artistica, “di sogni se ne fanno tanti, tendono ad arrivare velocemente, velocemente andarsene, poi magari ritornare, molto leggeri. Questo mio sogno però è ritornato con la leggerezza di un mattone”, quando ha visto David Lloyd firmare la riedizione di V for Vendetta a Cagliari nella fumetteria frequentata un giorno sì e l’altro pure. “Niente ha più realtà del sogno”, come cantava Vecchioni. E i viaggi con la fantasia continuano...

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mercoledì 7 dicembre 2011

Tullio Pericoli (1936)

Pittore e disegnatore, ma anche scenografo e costumista, nonché naturalmente illustratore e ritrattista d’eccezione (fin dal suo esordio per Il Messaggero nel 1957). Per festeggiare al meglio sant’Ambroeus, dedichiamo il post di oggi a un altro milanese d’adozione, con la triplice occasione dei suoi cinquant’anni in terra meneghina, di una splendida, commovente ed emozionante biografia (divorata ieri sera dato che si legge tutta d’un fiato scritta dalla sua corregionale Silvia Ballestra) e una manciata di mostre tuttora aperte, che tentano invano di circumnavigarne la grandezza.

Impossibile riassumere il curriculum di Pericoli in poche righe: ricordiamo la celebre striscia satirica “Tutti da Fulvia sabato sera” (apparsa sia su la Repubblica che sul Corriere della Sera...) in coppia affiatata con il pubblicitario Emanuele Pirella, esempi fulminanti come il sommo Jorge Luis Borges qui sopra ritratto nel 1987 (l'anno dopo Livio Garzanti chiede a Tullio di affrescare un salone della sua casa editrice) e in questo 150° anno dell’unità d’Italia perfino il cencio del Palio di Siena.

Per saperne (e vederne) di più si può consultare Wikipedia, un bel profilo, uno spazio della Regione Marche e quello allestito da Adelphi per un celebre libro.

Gli incontentabili (come noi) possono poi rifarsi gli occhi su Internet con raccolte di opere, più di un omaggio negli anfratti web... compresa l'intera cartella stampa della mostra all’Ara Pacis nel 2010 e un servizio su una tavola rotonda del 2008 per la mostra milanese su La Domenica del Corriere (dove Tullio si firma Piero Colì).

Non mancano filmati e interviste per approfondire un... ritratto il più possibile a tutto tondo. Anche se già i suoi sono inarrivabili: come ha scritto Marco Vallora nel 1985, “sono saggi penetrantissimi, analisi inesorabili ed esaurienti”.

martedì 6 dicembre 2011

Maddalena Sisto (1951-2000)

Giornalista, architetto, viaggiatrice, illustratrice, osservatrice appassionata del suo tempo (come ben sintetizza il suo sito ufficiale), “ha raccontato con i suoi disegni trent’anni di moda, design e costume e un mondo femminile che cambiava restando lo stesso” (come noto, siamo la patria del Gattopardo...).

Giunta in treno a Milano dalla natìa Alessandria appena ventenne per frequentare la facoltà di architettura, trova lavoro alla Condé Nast rispondendo a un’inserzione. Inizia a sintetizzare il proprio stile a una sfilata di Yves Saint Laurent negli anni Settanta e non smette più. Si occupa di moda, costume, design e tendenze per Vogue e le sue “signorine allungate”, ora snob ora depresse o allegre, da riviste eleganti come Glamour, Elle, The New Yorker (ma anche Panorama e il Sette allegato al Corriere della Sera del giovedì) arrivano alle maggiori gallerie del mondo. Disegna una collezione di teiere-scultura a forma di teste femminili, collabora con riviste tedesche, americane e spagnole, realizza campagne pubblicitarie in Germania (Scholz & Friends di Amburgo) e Italia (JWT, TBWA).

In Rete si trovano suoi profili tra blog e ricordi sempre appassionati, una recente iniziativa sulla passeggiata alessandrina a lei dedicata e perfino uno sfondo creato ad hoc per chi usa (come da qualche mese chi vi scrive) Windows 7.

“Dopo Brunetta, Mad è stata l’unica ad aver saputo sintetizzare le tante anime femminili”, ha spiegato l’amica Franca Sozzani in occasione della mostra milanese “Il mondo di Mad” da lei curata nel 2004 (se ce la fate, recuperate il catalogo Condé Nast, curato da Giancarlo Ascari in arte Elfo, coetaneo dell’autrice)

Tra i suoi libri-compendio, vi segnaliamo Il Bloc Notes di Mad (2000) uscito per la Hazard di Gianni Miriantini (con 69 vignette realizzate tra il 1999 e il 2000 per la rubrica “Controcanto” di Lina Sotis sul Sette) e Immagini e interpretazioni del mondo di Mad, catalogo Skira curato da Massimiliano Finazzer Flory con scritti di Gillo Dorfles per la mostra omonima del 2005.

“Io non riesco a inserire delle battute per ridere di moda”, ha scritto una volta, “mi piace invece disegnare personaggi che siano già intensamente espressivi in sé, da cogliere dopo un’attenta osservazione, un autentico interesse, un’occhiata stupita. E poi ridere che non è deridere, né additare né sghignazzare: io gioco, mi diverto facendomi mille autoritratti, perché sono sempre io quella che ritraggo oppure una che conosco molto bene”. La meravigliosa mostra milanese di un anno fa e un’altra alessandrina di qualche mese dopo sulle “Equilibriste, Donne a pezzi, Funambole e altro ancora…” confermano le parole di Lina Sotis: “Nei suoi schizzi possiamo ritrovare tutti i tic della società contemporanea. Era un folletto, e che anche volando via ha trovato il modo di rimanere fra noi”. E siamo convinti che lo resterà a lungo.

venerdì 25 novembre 2011

Fulvio Bianconi (1915-1996)

Grafico, caricaturista e designer, dalla spiccata predisposizione al disegno fin da bambino, nell’adolescenza lavora come apprendista decoratore nelle fornaci di Murano, con Giacomo Cappellin e Michele Pinto, girando poi tra il Veneto e l'Istria decorando chiese e facendo ritratti.

Nel 1933 incontra il collega Dino Villani, di fatto l’inventore della comunicazione integrata italiana, che lo presenta ad Arnoldo Mondadori, la Motta e altre importanti aziende milanesi. L’approccio definitivo (dopo essere scampato per miracolo al rastrellamento di via Rasella nel 1944) come grafico editoriale – qui accanto, la sua sovracoperta del romanzo più celebre che fece scoprire Gadda al grande pubblico nel 1957 – avviene con Aldo Garzanti, per il quale presta la sua opera senza interruzione fino al 1975 e nelle edizioni più importanti fino ai primi anni Novanta.

Poliedricamente sempre in cerca di nuove forme d’espressione artistica, sviluppa una passione per il vetro che lo rende noto nel
mondo per centinaia di esemplari unici, è un convinto assertore del diritto di massima libertà creativa dell'artista, punto di riferimento per grafici italiani e stranieri: lavora per l'immagine di FIAT, Marzotto, HMV, Pathe, Columbia, Pirelli, diventa amico intimo di Bruno Munari (che ha scritto: “Bianconi disegna continuamente. Intendo dire che disegna mentre mangia, mentre parla, mentre cammina per la strada, disegna in vaporetto, alle mostre, alle conferenza, dappertutto e in ogni momento”) e Cesare Zavattini.

In oltre 60 anni di attività, ha disegnato migliaia di copertine, illustrato libri, creato migliaia di esemplari unici in vetro e dipinto moltissimi quadri (usando matite, tempera, olio, xilografia, zincografia, inchiostro, carta, legno, pennarelli, fotografia...). Oltre al ricco sito ufficiale e alla breve voce di Wikipedia, sul web si trovano profili e alcune opere che anche con uno sguardo veloce rendono bene la sua poliedricità.

Giusto ieri, al bel convegno milanese del centro APICE sull’immenso John Alcorn il collega Maurizio Turazzi lo ha ricordato come “un vero artista rinascimentale, capace di disegnare qualunque cosa”. Difficile riassumere la sua personalità in meno parole.