mercoledì 28 dicembre 2011

Beatrice Penco Sechi (1987)

Giovane illustratrice, colorista e fumettista di talento, che dimostra una volta di più come il grande amore per i propri sogni possa far miracoli, in realtà degne ricompense al proprio lavoro. Come si conviene a un’autrice della sua generazione, è attiva sul web con un blog trilingue, un sito ufficiale (con un bel portfolio), uno spazio su Facebook e uno su Twitter.
 
Il suo stile smagliante appare evidente già dalla prima pubblicazione (la cui copertina svetta qui accanto), l'esordio di Lady Doll edito nel 2010 nella collezione BlackBerry della prestigiosa casa editrice francese Soleil, di cui è disegnatrice e colorista su testi di Daniele Vessella, “storia che ricalca molto il romanzo ottocentesco intimista al femminile, con un tocco dickensiano”.

In realtà le sue opere risultano un affascinante melange (parola a noi molto cara, data l’adorazione che proviamo per il ciclo di Dune) di molteplici influenze, il classico “bel calderone con un miscuglio impossibile dentro”, in cui è impossibile non scorgere frammenti di Claire Wendling, come di Juanjo Guarnido (e il suo celebre Blacksad) e la (ex) coppia Barbucci & Canepa.

Il suo conterraneo smoky man l’ha intervistata sul suo blog, come il Knife Magazine dell’associazione Nero Cafè per cui ha realizzato una copertina natalizia (che però uscirà a gennaio), mentre il collega Bruno Olivieri l’ha fotografata quasi un anno fa alla Creperia cagliaritana Chez Victor per l’intelligente iniziativa “Crepes Dessines”.

Come lei stessa ha svelato sulla nascita della propria carriera artistica, “di sogni se ne fanno tanti, tendono ad arrivare velocemente, velocemente andarsene, poi magari ritornare, molto leggeri. Questo mio sogno però è ritornato con la leggerezza di un mattone”, quando ha visto David Lloyd firmare la riedizione di V for Vendetta a Cagliari nella fumetteria frequentata un giorno sì e l’altro pure. “Niente ha più realtà del sogno”, come cantava Vecchioni. E i viaggi con la fantasia continuano...

Tophost

mercoledì 7 dicembre 2011

Tullio Pericoli (1936)

Pittore e disegnatore, ma anche scenografo e costumista, nonché naturalmente illustratore e ritrattista d’eccezione (fin dal suo esordio per Il Messaggero nel 1957). Per festeggiare al meglio sant’Ambroeus, dedichiamo il post di oggi a un altro milanese d’adozione, con la triplice occasione dei suoi cinquant’anni in terra meneghina, di una splendida, commovente ed emozionante biografia (divorata ieri sera dato che si legge tutta d’un fiato scritta dalla sua corregionale Silvia Ballestra) e una manciata di mostre tuttora aperte, che tentano invano di circumnavigarne la grandezza.

Impossibile riassumere il curriculum di Pericoli in poche righe: ricordiamo la celebre striscia satirica “Tutti da Fulvia sabato sera” (apparsa sia su la Repubblica che sul Corriere della Sera...) in coppia affiatata con il pubblicitario Emanuele Pirella, esempi fulminanti come il sommo Jorge Luis Borges qui sopra ritratto nel 1987 (l'anno dopo Livio Garzanti chiede a Tullio di affrescare un salone della sua casa editrice) e in questo 150° anno dell’unità d’Italia perfino il cencio del Palio di Siena.

Per saperne (e vederne) di più si può consultare Wikipedia, un bel profilo, uno spazio della Regione Marche e quello allestito da Adelphi per un celebre libro.

Gli incontentabili (come noi) possono poi rifarsi gli occhi su Internet con raccolte di opere, più di un omaggio negli anfratti web... compresa l'intera cartella stampa della mostra all’Ara Pacis nel 2010 e un servizio su una tavola rotonda del 2008 per la mostra milanese su La Domenica del Corriere (dove Tullio si firma Piero Colì).

Non mancano filmati e interviste per approfondire un... ritratto il più possibile a tutto tondo. Anche se già i suoi sono inarrivabili: come ha scritto Marco Vallora nel 1985, “sono saggi penetrantissimi, analisi inesorabili ed esaurienti”.

martedì 6 dicembre 2011

Maddalena Sisto (1951-2000)

Giornalista, architetto, viaggiatrice, illustratrice, osservatrice appassionata del suo tempo (come ben sintetizza il suo sito ufficiale), “ha raccontato con i suoi disegni trent’anni di moda, design e costume e un mondo femminile che cambiava restando lo stesso” (come noto, siamo la patria del Gattopardo...).

Giunta in treno a Milano dalla natìa Alessandria appena ventenne per frequentare la facoltà di architettura, trova lavoro alla Condé Nast rispondendo a un’inserzione. Inizia a sintetizzare il proprio stile a una sfilata di Yves Saint Laurent negli anni Settanta e non smette più. Si occupa di moda, costume, design e tendenze per Vogue e le sue “signorine allungate”, ora snob ora depresse o allegre, da riviste eleganti come Glamour, Elle, The New Yorker (ma anche Panorama e il Sette allegato al Corriere della Sera del giovedì) arrivano alle maggiori gallerie del mondo. Disegna una collezione di teiere-scultura a forma di teste femminili, collabora con riviste tedesche, americane e spagnole, realizza campagne pubblicitarie in Germania (Scholz & Friends di Amburgo) e Italia (JWT, TBWA).

In Rete si trovano suoi profili tra blog e ricordi sempre appassionati, una recente iniziativa sulla passeggiata alessandrina a lei dedicata e perfino uno sfondo creato ad hoc per chi usa (come da qualche mese chi vi scrive) Windows 7.

“Dopo Brunetta, Mad è stata l’unica ad aver saputo sintetizzare le tante anime femminili”, ha spiegato l’amica Franca Sozzani in occasione della mostra milanese “Il mondo di Mad” da lei curata nel 2004 (se ce la fate, recuperate il catalogo Condé Nast, curato da Giancarlo Ascari in arte Elfo, coetaneo dell’autrice)

Tra i suoi libri-compendio, vi segnaliamo Il Bloc Notes di Mad (2000) uscito per la Hazard di Gianni Miriantini (con 69 vignette realizzate tra il 1999 e il 2000 per la rubrica “Controcanto” di Lina Sotis sul Sette) e Immagini e interpretazioni del mondo di Mad, catalogo Skira curato da Massimiliano Finazzer Flory con scritti di Gillo Dorfles per la mostra omonima del 2005.

“Io non riesco a inserire delle battute per ridere di moda”, ha scritto una volta, “mi piace invece disegnare personaggi che siano già intensamente espressivi in sé, da cogliere dopo un’attenta osservazione, un autentico interesse, un’occhiata stupita. E poi ridere che non è deridere, né additare né sghignazzare: io gioco, mi diverto facendomi mille autoritratti, perché sono sempre io quella che ritraggo oppure una che conosco molto bene”. La meravigliosa mostra milanese di un anno fa e un’altra alessandrina di qualche mese dopo sulle “Equilibriste, Donne a pezzi, Funambole e altro ancora…” confermano le parole di Lina Sotis: “Nei suoi schizzi possiamo ritrovare tutti i tic della società contemporanea. Era un folletto, e che anche volando via ha trovato il modo di rimanere fra noi”. E siamo convinti che lo resterà a lungo.

venerdì 25 novembre 2011

Fulvio Bianconi (1915-1996)

Grafico, caricaturista e designer, dalla spiccata predisposizione al disegno fin da bambino, nell’adolescenza lavora come apprendista decoratore nelle fornaci di Murano, con Giacomo Cappellin e Michele Pinto, girando poi tra il Veneto e l'Istria decorando chiese e facendo ritratti.

Nel 1933 incontra il collega Dino Villani, di fatto l’inventore della comunicazione integrata italiana, che lo presenta ad Arnoldo Mondadori, la Motta e altre importanti aziende milanesi. L’approccio definitivo (dopo essere scampato per miracolo al rastrellamento di via Rasella nel 1944) come grafico editoriale – qui accanto, la sua sovracoperta del romanzo più celebre che fece scoprire Gadda al grande pubblico nel 1957 – avviene con Aldo Garzanti, per il quale presta la sua opera senza interruzione fino al 1975 e nelle edizioni più importanti fino ai primi anni Novanta.

Poliedricamente sempre in cerca di nuove forme d’espressione artistica, sviluppa una passione per il vetro che lo rende noto nel
mondo per centinaia di esemplari unici, è un convinto assertore del diritto di massima libertà creativa dell'artista, punto di riferimento per grafici italiani e stranieri: lavora per l'immagine di FIAT, Marzotto, HMV, Pathe, Columbia, Pirelli, diventa amico intimo di Bruno Munari (che ha scritto: “Bianconi disegna continuamente. Intendo dire che disegna mentre mangia, mentre parla, mentre cammina per la strada, disegna in vaporetto, alle mostre, alle conferenza, dappertutto e in ogni momento”) e Cesare Zavattini.

In oltre 60 anni di attività, ha disegnato migliaia di copertine, illustrato libri, creato migliaia di esemplari unici in vetro e dipinto moltissimi quadri (usando matite, tempera, olio, xilografia, zincografia, inchiostro, carta, legno, pennarelli, fotografia...). Oltre al ricco sito ufficiale e alla breve voce di Wikipedia, sul web si trovano profili e alcune opere che anche con uno sguardo veloce rendono bene la sua poliedricità.

Giusto ieri, al bel convegno milanese del centro APICE sull’immenso John Alcorn il collega Maurizio Turazzi lo ha ricordato come “un vero artista rinascimentale, capace di disegnare qualunque cosa”. Difficile riassumere la sua personalità in meno parole.

venerdì 21 ottobre 2011

Beatrice Alemagna (1973)

Nata a Bologna, ha studiato progettazione grafica e comunicazione visiva all’ISIA di Urbino e già nel 1996 ha vinto il concorso “Figures futures” al Salon du Livre et de la Presse Jeunesse di Montreuil, seguìto da altri riconoscimenti prestigiosi (il Prix Attention Talent della Fnac nel 2000, il Prix Octogones nel 2002), fino al premio Andersen 2010.

Ha esposto negli anni a Milano e Roma, Parigi e Monaco, Tokyo e Lisbona, pubblicando una ventina di volumi e illustrando autori come Roald Dahl e Gianni Rodari, ma anche Guillaume Apollinaire, Raymond Queneau, Aldous Huxley, David Grossman, venendo segnalata da Le Monde, Elle, Vogue Italia e la Repubblica tra gli altri organi di stampa culturale. Da oltre un decennio il suo talento è al servizio di una struttura internazionale come il Centre Pompidou di Parigi.

Quello che stupisce ogni volta nelle sue opere (il suo primo libro italiano è solo del 2008, Che cos’è un bambino?) è quanto e come Beatrice sia in grado di far percepire anche ai lettori giovanissimi emozioni tutt’altro che facili da trasmettere: merito di una tecnica sopraffina e multiforme, di volta in volta adeguata alla bisogna.

Oltre al sito ufficiale e al profilo dei Topipittori, in Rete si trovano sue interviste in francese, oltre che in italiano (anche filmate), ma anche blog in inglese e approfondimenti su sue opere come Le pulcette in giardino.

Di recente è risultata tra la più apprezzata dai colleghi dopo gli inarrivabili Emanuele Luzzati e Bruno Munari, oltre a essere divenuta art director di una collana per un editore francese. Qualcuno l’ha definita l’ennesimo “cervello in fuga” italico, noi la consideriamo un imprescindibile motivo d’orgoglio per il Bel Paese. Questione di prospettiva. E di talento.

domenica 16 ottobre 2011

Paolo Samarelli (1949)

Nato e residente da sempre a Roma, si è messo in mostra giovanissimo nel quotidiano Paese Sera dal 1979 al 1983 (“Primo giorno di lavoro: Vieni qui verso le 5,30 che lavori all’edizione del pomeriggio. Poi si lavorava però anche per quella del mattino”), ma a molti è noto soprattutto per i suoi disegni che dai tempi pre-Internet ricostruiscono le azioni da gol sull’esempio del pioniere Carmelo Silva (1930-1996): ha lavorato con Paolo Valenti a 90° minuto, quando tra primo e secondo tempo mostrava ai telespettatori il gol più bello o significativo (“A volte con tempo di realizzazione 5 minuti per un cartello a colori... però, privilegio raro, vedevo tutte le partite in diretta”) e al Guerin Sportivo diretto da Italo Cucci tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta.

Sarebbe però ingiusto ricordare Paolo soltanto per quella che, nel (ex?) Bel Paese, è giocoforza la sua attività più nota... anche se si parla insistentemente di una mostra dedicata all'intera sua carriera (probabilmente entro l'anno: incrociamo le dita!). Sulla Rete si trovano ad esempio traccia delle sue illustrazioni per un bel libro del 2008 in favore del ramo italiano dell’associazione EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing, “desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari”), come del giallo a puntate proposto nel 2004 su la Repubblica, da cui abbiamo tratto l'immagine qui sopra.

In particolare, da diversi anni Samarelli è caposervizio grafici per il quotidiano romano dove, con stile raffinato e sapiente (perché invisibile) supporto del computer, racconta con l’infografica ormai indispensabile fatti di cronaca e argomenti d’attualità. Un lavoro tutt’altro che facile e a continuo rischio morboso (il plastico di Porta a porta insegna...), appassionatamente seguito dai suoi fan dello spazio Pazzo Per Repubblica, a cui lo stesso artista regala a volte delle gustosissime chicche.

Come ha scritto l’immenso Gianni Rodari, “Se io fossi un professore di geometria, credo che imposterei il mio insegnamento sulle ‘disegnate’ di Paolo Samarelli”. Come dargli torto?

sabato 15 ottobre 2011

Valeria Petrone (1965)

È nata a Cesena e ha studiato a Milano, dove vive tutt’ora, oltre a Londra (dove ha frequentato la St. Martin School of Art e ed è stata freelance per parecchi anni) e dal 1988 illustra libri per ragazzi, copertine, quotidiani e periodici in Italia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Francia, Giappone. Ha partecipato a numerose mostre collettive in Italia e all’estero. Da membro della Society of Illustrators di NewYork, i suoi lavori sono stati selezionati su un Annual della Society e dall’Original Art Show della Grande Mela, ma naturalmente è stata anche protagonista di un Annual della nostrana Associazione Illustratori.

Oltre al sito ufficiale, sul web si trovano diverse sue opere, un blog e altro ancora nello spazio sempre ben curato dall’agenzia tutta “al femminile” Morgan Gaynin Inc. Ma non mancano un portfolio e la segnalazione di una recente mostra aretina.

La sua tecnica si basa soprattutto su acrilici e pittura digitale, anche se non rinuncia a incursioni nella scultura (5 anni fa ha anche firmato un accattivante bloc notes per la milanese Moleskine). I suoi soggetti (uomini, donne e animali... ammesso che a volte ci sia così tanta differenza) si caratterizzano per la morbidezza che ne definisce i profili e per i colori mai banali, spesso accompagnati da tratti sottili.

L’immagine spiritosa – anche se, ahinoi, verissima – che presentiamo qui sopra è uscita su Io donna in edicola per una settimana con il Corriere della Sera da oggi, insieme ad altre bellissime immagini a corredo di un bel servizio sulle “proposte indecenti” ricevute da personaggi di una qualche notorietà. Ma il bello delle illustrazioni di Valeria è che ciascuno vi si può riconoscere e, soprattutto, apprezzare.

lunedì 30 maggio 2011

Paolo Rui (1962)

Brillante illustratore, anche per la sua accattivante difficoltà di classificarlo e “incasellarlo” in un genere ben preciso, ha sempre spaziato tra pubblicità ed editoria, oltre che tra un Paese e l’altro del pianeta (da Milano a Pasadena, a Taiwan...).

A molti è noto anche per la sua presidenza (dal 2001 al 2005) dell’Associazione Illustratori italiana, proprio di recente pronta a rifondarsi insieme ai colleghi
fumettisti (che spesso... sono le stesse persone!), come anticipato al Napoli Comicon giusto un mese fa.

Oltre al suo bellissimo sito ufficiale e al suo divertente blog, è in gran parte disponibile il suo curriculum su Linkedin.

Vengono poi il profilo dell’associazione (con tanto di gallery), nonché la pur minima Wikipedia e una presentazione di Officina Creativa, responsabile anche di una sua lunga intervista che parte da qui, prosegue qui e si conclude qui.

Ci piace riprendere proprio oggi con lui questo blog (dopo un mese di assenza per un trasloco ben poco “virtuale”...) con una sua profetica immagine del 2010 su una “Milano salvata da la improvisa et funesta glaciatione de primavera”... anche se non parla del nuovo sindaco Giuliano Pisapia!

Da qualche giorno sono anche visibili in italiano e in inglese le animazioni dei suoi quadri della “Storia di Milano come la cittadinanza pose” (con regia e montaggio di Antonio Cova e musiche di Antonello Brogna), oltre a diverse opere ora esposte presso la bella Torre dell'Acquedotto di Cusano Milanino e all’ormai imminente mostra sul Naviglio Grande, di fronte al suo studio, in occasione della Festa dei Navigli milanesi.

I suoi sogni? Fare cartoni animati (è già visibile un suo minuto), nonché “guidare un dirigibile e andare su Marte. In fondo, perché stupirsi? Con la fantasia tutto è possibile...