venerdì 25 novembre 2011

Fulvio Bianconi (1915-1996)

Grafico, caricaturista e designer, dalla spiccata predisposizione al disegno fin da bambino, nell’adolescenza lavora come apprendista decoratore nelle fornaci di Murano, con Giacomo Cappellin e Michele Pinto, girando poi tra il Veneto e l'Istria decorando chiese e facendo ritratti.

Nel 1933 incontra il collega Dino Villani, di fatto l’inventore della comunicazione integrata italiana, che lo presenta ad Arnoldo Mondadori, la Motta e altre importanti aziende milanesi. L’approccio definitivo (dopo essere scampato per miracolo al rastrellamento di via Rasella nel 1944) come grafico editoriale – qui accanto, la sua sovracoperta del romanzo più celebre che fece scoprire Gadda al grande pubblico nel 1957 – avviene con Aldo Garzanti, per il quale presta la sua opera senza interruzione fino al 1975 e nelle edizioni più importanti fino ai primi anni Novanta.

Poliedricamente sempre in cerca di nuove forme d’espressione artistica, sviluppa una passione per il vetro che lo rende noto nel
mondo per centinaia di esemplari unici, è un convinto assertore del diritto di massima libertà creativa dell'artista, punto di riferimento per grafici italiani e stranieri: lavora per l'immagine di FIAT, Marzotto, HMV, Pathe, Columbia, Pirelli, diventa amico intimo di Bruno Munari (che ha scritto: “Bianconi disegna continuamente. Intendo dire che disegna mentre mangia, mentre parla, mentre cammina per la strada, disegna in vaporetto, alle mostre, alle conferenza, dappertutto e in ogni momento”) e Cesare Zavattini.

In oltre 60 anni di attività, ha disegnato migliaia di copertine, illustrato libri, creato migliaia di esemplari unici in vetro e dipinto moltissimi quadri (usando matite, tempera, olio, xilografia, zincografia, inchiostro, carta, legno, pennarelli, fotografia...). Oltre al ricco sito ufficiale e alla breve voce di Wikipedia, sul web si trovano profili e alcune opere che anche con uno sguardo veloce rendono bene la sua poliedricità.

Giusto ieri, al bel convegno milanese del centro APICE sull’immenso John Alcorn il collega Maurizio Turazzi lo ha ricordato come “un vero artista rinascimentale, capace di disegnare qualunque cosa”. Difficile riassumere la sua personalità in meno parole.

venerdì 21 ottobre 2011

Beatrice Alemagna (1973)

Nata a Bologna, ha studiato progettazione grafica e comunicazione visiva all’ISIA di Urbino e già nel 1996 ha vinto il concorso “Figures futures” al Salon du Livre et de la Presse Jeunesse di Montreuil, seguìto da altri riconoscimenti prestigiosi (il Prix Attention Talent della Fnac nel 2000, il Prix Octogones nel 2002), fino al premio Andersen 2010.

Ha esposto negli anni a Milano e Roma, Parigi e Monaco, Tokyo e Lisbona, pubblicando una ventina di volumi e illustrando autori come Roald Dahl e Gianni Rodari, ma anche Guillaume Apollinaire, Raymond Queneau, Aldous Huxley, David Grossman, venendo segnalata da Le Monde, Elle, Vogue Italia e la Repubblica tra gli altri organi di stampa culturale. Da oltre un decennio il suo talento è al servizio di una struttura internazionale come il Centre Pompidou di Parigi.

Quello che stupisce ogni volta nelle sue opere (il suo primo libro italiano è solo del 2008, Che cos’è un bambino?) è quanto e come Beatrice sia in grado di far percepire anche ai lettori giovanissimi emozioni tutt’altro che facili da trasmettere: merito di una tecnica sopraffina e multiforme, di volta in volta adeguata alla bisogna.

Oltre al sito ufficiale e al profilo dei Topipittori, in Rete si trovano sue interviste in francese, oltre che in italiano (anche filmate), ma anche blog in inglese e approfondimenti su sue opere come Le pulcette in giardino.

Di recente è risultata tra la più apprezzata dai colleghi dopo gli inarrivabili Emanuele Luzzati e Bruno Munari, oltre a essere divenuta art director di una collana per un editore francese. Qualcuno l’ha definita l’ennesimo “cervello in fuga” italico, noi la consideriamo un imprescindibile motivo d’orgoglio per il Bel Paese. Questione di prospettiva. E di talento.

domenica 16 ottobre 2011

Paolo Samarelli (1949)

Nato e residente da sempre a Roma, si è messo in mostra giovanissimo nel quotidiano Paese Sera dal 1979 al 1983 (“Primo giorno di lavoro: Vieni qui verso le 5,30 che lavori all’edizione del pomeriggio. Poi si lavorava però anche per quella del mattino”), ma a molti è noto soprattutto per i suoi disegni che dai tempi pre-Internet ricostruiscono le azioni da gol sull’esempio del pioniere Carmelo Silva (1930-1996): ha lavorato con Paolo Valenti a 90° minuto, quando tra primo e secondo tempo mostrava ai telespettatori il gol più bello o significativo (“A volte con tempo di realizzazione 5 minuti per un cartello a colori... però, privilegio raro, vedevo tutte le partite in diretta”) e al Guerin Sportivo diretto da Italo Cucci tra gli anni Settanta e gli anni Ottanta.

Sarebbe però ingiusto ricordare Paolo soltanto per quella che, nel (ex?) Bel Paese, è giocoforza la sua attività più nota... anche se si parla insistentemente di una mostra dedicata all'intera sua carriera (probabilmente entro l'anno: incrociamo le dita!). Sulla Rete si trovano ad esempio traccia delle sue illustrazioni per un bel libro del 2008 in favore del ramo italiano dell’associazione EMDR (Eye Movement Desensitization and Reprocessing, “desensibilizzazione e rielaborazione attraverso i movimenti oculari”), come del giallo a puntate proposto nel 2004 su la Repubblica, da cui abbiamo tratto l'immagine qui sopra.

In particolare, da diversi anni Samarelli è caposervizio grafici per il quotidiano romano dove, con stile raffinato e sapiente (perché invisibile) supporto del computer, racconta con l’infografica ormai indispensabile fatti di cronaca e argomenti d’attualità. Un lavoro tutt’altro che facile e a continuo rischio morboso (il plastico di Porta a porta insegna...), appassionatamente seguito dai suoi fan dello spazio Pazzo Per Repubblica, a cui lo stesso artista regala a volte delle gustosissime chicche.

Come ha scritto l’immenso Gianni Rodari, “Se io fossi un professore di geometria, credo che imposterei il mio insegnamento sulle ‘disegnate’ di Paolo Samarelli”. Come dargli torto?

sabato 15 ottobre 2011

Valeria Petrone (1965)

È nata a Cesena e ha studiato a Milano, dove vive tutt’ora, oltre a Londra (dove ha frequentato la St. Martin School of Art e ed è stata freelance per parecchi anni) e dal 1988 illustra libri per ragazzi, copertine, quotidiani e periodici in Italia, Gran Bretagna, Stati Uniti, Francia, Giappone. Ha partecipato a numerose mostre collettive in Italia e all’estero. Da membro della Society of Illustrators di NewYork, i suoi lavori sono stati selezionati su un Annual della Society e dall’Original Art Show della Grande Mela, ma naturalmente è stata anche protagonista di un Annual della nostrana Associazione Illustratori.

Oltre al sito ufficiale, sul web si trovano diverse sue opere, un blog e altro ancora nello spazio sempre ben curato dall’agenzia tutta “al femminile” Morgan Gaynin Inc. Ma non mancano un portfolio e la segnalazione di una recente mostra aretina.

La sua tecnica si basa soprattutto su acrilici e pittura digitale, anche se non rinuncia a incursioni nella scultura (5 anni fa ha anche firmato un accattivante bloc notes per la milanese Moleskine). I suoi soggetti (uomini, donne e animali... ammesso che a volte ci sia così tanta differenza) si caratterizzano per la morbidezza che ne definisce i profili e per i colori mai banali, spesso accompagnati da tratti sottili.

L’immagine spiritosa – anche se, ahinoi, verissima – che presentiamo qui sopra è uscita su Io donna in edicola per una settimana con il Corriere della Sera da oggi, insieme ad altre bellissime immagini a corredo di un bel servizio sulle “proposte indecenti” ricevute da personaggi di una qualche notorietà. Ma il bello delle illustrazioni di Valeria è che ciascuno vi si può riconoscere e, soprattutto, apprezzare.

lunedì 30 maggio 2011

Paolo Rui (1962)

Brillante illustratore, anche per la sua accattivante difficoltà di classificarlo e “incasellarlo” in un genere ben preciso, ha sempre spaziato tra pubblicità ed editoria, oltre che tra un Paese e l’altro del pianeta (da Milano a Pasadena, a Taiwan...).

A molti è noto anche per la sua presidenza (dal 2001 al 2005) dell’Associazione Illustratori italiana, proprio di recente pronta a rifondarsi insieme ai colleghi
fumettisti (che spesso... sono le stesse persone!), come anticipato al Napoli Comicon giusto un mese fa.

Oltre al suo bellissimo sito ufficiale e al suo divertente blog, è in gran parte disponibile il suo curriculum su Linkedin.

Vengono poi il profilo dell’associazione (con tanto di gallery), nonché la pur minima Wikipedia e una presentazione di Officina Creativa, responsabile anche di una sua lunga intervista che parte da qui, prosegue qui e si conclude qui.

Ci piace riprendere proprio oggi con lui questo blog (dopo un mese di assenza per un trasloco ben poco “virtuale”...) con una sua profetica immagine del 2010 su una “Milano salvata da la improvisa et funesta glaciatione de primavera”... anche se non parla del nuovo sindaco Giuliano Pisapia!

Da qualche giorno sono anche visibili in italiano e in inglese le animazioni dei suoi quadri della “Storia di Milano come la cittadinanza pose” (con regia e montaggio di Antonio Cova e musiche di Antonello Brogna), oltre a diverse opere ora esposte presso la bella Torre dell'Acquedotto di Cusano Milanino e all’ormai imminente mostra sul Naviglio Grande, di fronte al suo studio, in occasione della Festa dei Navigli milanesi.

I suoi sogni? Fare cartoni animati (è già visibile un suo minuto), nonché “guidare un dirigibile e andare su Marte. In fondo, perché stupirsi? Con la fantasia tutto è possibile...

venerdì 22 aprile 2011

Barbara Jelenkovich (1961)

Diplomata all’Istituto Statale d’Arte a Trieste e all’Accademia di Belle Arti a Venezia, in poco più di 25 anni ha ormai illustrato quasi un centinaio di libri per ragazzi (tradotti in una ventina di lingue) tra cui alcuni davvero sorprendenti per effetti pop-up, tattili e addirittura luminosi.

Suo figlio è da sempre il modello per tutti i suoi bambini disegnati (“ma mio marito fa uno dei mestieri più amati dai bambini di tutto il mondo, il Comandante dei Vigili del Fuoco”, il che spiega anche la copertina del 2007 qui accanto...) e ha giustamente dichiarato che il suo lavoro le piace perché “sempre diverso nei soggetti da illustrare ma anche negli effetti pittorici da ricercare e sperimentare ogni volta”.

Sul web si trova il suo sito ufficiale (lodevolmente trilingue), un suo blog e la voce di Wikipedia, ma anche schede complete di biografia, pubblicazioni, immagini e gadget esclusivi con le sue creazioni, stampabili e realizzabili in casa.

Da una mostra antologica del 2007 è stata realizzato un profilo aggiornato in pdf, ben fatto e interessante. Un'altra esposizione è attualmente in corso al centro culturale Skerk di Ternova Piccola (TS).

Il suo “realismo magico” coinvolge bambini di ogni Paese, ma anche gli adulti non mancano di rimanere ipnotizzati da tante sue realizzazioni. Perché “il bambino è padre dell’adulto” (frase a effetto, ma vera, del celebre psicanalista René Spitz).

martedì 19 aprile 2011

Domenico Rosa (1958)

Da 25 anni celebre per le sue illustrazioni dalla ribalta del quotidiano confindustriale Il Sole 24 Ore (qui accanto l’immagine “Carta velina” che affiancava, palesemente ribaltata rispetto all'originale come si vede dalla firma dell'autore, la lettera al direttore Gianni Riotta lo scorso 23 novembre 2010), è anche giornalista e gli capita di scrivere di illustrazione, grafica e fumetto: qui trovate una sua bella intervista a Lorenzo Mattotti e qui un'altra (per giunta filmata) al talentuoso inglese Dave McKean.

Oltre a collaborazioni con Rizzoli, Mondadori, Touring Club e a curare l’immagine e la grafica del Matita Film Festival, lavora anche all'estero con Courrier International e Der Spiegel. Fino a poche settimane fa, suoi dipinti erano in mostra alla galleria milanese Nuages, naturale espansione del volume illustrato per la raffinata casa editrice di Cristina Taverna, da cui è emerso un suo gustoso ritratto (purtroppo soltanto scritto) di Tullio Pericoli.

In Rete si trovano sue interviste più o meno lunghe, compresa una scaricabile da MU6, la rivista dei musei abruzzesi. Curiose anche alcune vignette per il trentennale dalla conquista della luna.

Come ha detto lui stesso, alcuni illustratori “in qualche misterioso modo anticipano un suono che ancora avevo in gola, che stavo cercando senza trovarlo”. Ci sembra la migliore descrizione delle emozioni che anche questo blog cerca sommessamente di raccontare.

lunedì 18 aprile 2011

Elisabetta Decontardi (1973)

Fumettista e illustratrice, lavora da oltre dieci anni e stupisce ancor oggi per essere un’assoluta autodidatta, non avendo fatto alcuna scuola di disegno o artistica. Nel 2001 crea la spiritosa striscia InkSpinster (vera e propria “zitella d’inchiostro”) che fin dalla prima pubblicazione di due anni dopo le dà subito notorietà.


Collabora con riviste come La Testata e Hzine, oltre a siti web come Apogeonline e la celebre Smemoranda di Gino & Michele, nonché firmare illustrazioni per volumi nel catalogo EL di Einaudi Ragazzi: qui accanto la sua rilettura dei classici vigili del fuoco intenti a salvare alcuni gattini sull’albero.


Nell'ottobre 2004 ha vinto il VI concorso nazionale di fumetto indetto dalla PAN Distribuzione e l’associazione Nuvoloso in occasione del festival Lucca Comics & Games che l’hanno portata a conoscenza di un pubblico più vasto, a cui hanno fatto seguito alcune antologie per la genovese GRRRžetic Editrice.


Oltre al sito ufficiale (comprese le sue notizie aggiornate), un’abbozzo di scheda su Wikipedia e una più completa altrove, su Internet si trovano già parecchi suoi riferimenti, come la segnalazione di Michele R. Serra su Linus più diverse sue interviste che permettono di conoscerla meglio.


Negli ultimi anni io stesso ho spinto per candidarla ai prestigiosi Premi Micheluzzi del Napoli Comicon (nel 2009 ha anche vinto), ma come si dice in questi casi “il limite è il cielo”: l’impressione è che, se l’autrice non si siede sugli allori, le sorprese non siano finite...